Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 10 novembre 2014

Atto aziendale della Asl di Frosinone. Si decide di non decidere

Luciano Granieri


Si è tenuta ieri 10 novembre, presso la sala teatro della Asl di Frosinone, la conferenza dei sindaci per la sanità.  Il direttore generale della Asl Isabella Mastrobuono era disponibile a discutere ,  con i  pochi sindaci  della Provincia presenti, l’atto aziendale ufficiale che recepisce integralmente i contenute della bozza del piano strategico. Documento, non ufficiale, diffuso da tempo e ben noto nella sua valenza  letale per la sanità  provinciale pubblica. 

La notizia è che i sindaci riuniti non si sono espressi . Il tempo necessario  per analizzare l’atto in modo esauriente è stato giudicato insufficiente. Questo infatti è arrivato sul tavolo dei sindaci solo venerdì  scorso . La conferenza è stata dunque riconvocata il 13 novembre in prima convocazione alle 12,00 e in seconda convocazione alle 15,00. Per quella data finalmente la posizione dei sindaci sarà palese e l’atto potrà essere inoltrato alla Regione, entro il 15 novembre. 

Questa è la notizia. Ma l’incontro  fra i pochi primi cittadini  ed il direttore Asl Mastrobuono è stato interessante per altri aspetti. Non voglio entrare nel merito dei contenuti dell’atto e delle motivazioni delle proteste che questo ha suscitato, temi ampiamente noti, ma sulle modalità dell’azione di contrasto che ha condotto al coinvolgimento dei sindaci. Un coinvolgimento che, se da un lato è stato utile per la promozione mediatica della protesta, dall’altro si è gradatamente liquefatto e dissolto, lasciando le associazioni e i movimenti, come al solito, da soli nel contestare  il mancato riconoscimento del diritto alla salute all’intera comunità della provincia di Frosinone.  

Oltre alla fragorosa maggioranza silenziosa di coloro che, o non erano presenti, o non hanno preso la parola, è emersa la decisione di non decidere. E’ vero che l’atto aziendale è stato consegnato solo pochi giorni prima la conferenza di ieri, ma è ipocrita negare che fosse ben noto  il suo contenuto, replicante in toto quanto esposto nel piano strategico divulgato da tempo , sviscerato e valutato in ogni sua riga dalle associazioni e dai sindaci stessi.  I sindaci dunque hanno deciso di non decidere, prendendosi tutto il tempo disponibile per assumersi una responsabilità che, al contrario di quanto si voglia far credere, è preminente  di fronte ai cittadini perché riguarda la loro salute. 

L’azione disgregatrice della direttrice Mastrobuono, che ha promesso una briciola ad un sindaco, un piatto di lenticchie ad un altro, ha avuto pieno successo. Ed è stato subito chiaro che, a parte qualche eccezione  - il sindaco di Alatri  Morini,  quello di Vico nel Lazio Guerriero , e i  pochi sindaci del Psi, forti dell’appoggio politico del potente  Gianfranco Schietroma - chi ha, avuto il suo, non se l’è sentita di opporsi ad un atto oggettivamente penalizzante per la provincia di Frosinone.  Si è assistito  così ad un arrampicarsi sugli specchi a titubanze, distinguo sconcertanti.  

Personalmente sono convinto che l’atto aziendale verrà approvato dalla maggioranza dei sindaci, anche da quelli socialisti, che si accontenteranno delle due righe aggiuntive  promesse dalla manager  “tor vergatara”, sulla possibilità, ove ricorressero le condizioni (cioè accessi di un maggior numero di malati gravi negli ospedali) di assegnare al complesso ospedaliero  Frosinone-Alatri il dea di II livello entro la scadenza della durata dell’atto . Due righe talmente infarcite di se e di ma da risultare irrilevanti nella pratica realizzativa  , ma utili ad una certa parte politica per intestarsi una vittoria che sarà definita epocale.  

E’ mia convinzione che le azioni di associazioni e movimenti, debbano proseguire, più forti di prima, disfacendosi dell’apporto di un ala debole come quella delle istituzioni cittadine, inglobando solo quei sindaci che ci credono veramente. Sono pochi ma fortunatamente sono presenti  e disposti a dare una mano. 

Un’ ultima notazione sulla convinzione, velatamente espressa dalla Mastrobuono,  che i sindaci recalcitranti, ma soprattutto le associazioni e i movimenti si stiano facendo manovrare dalla casta dei primari. Personalmente ritengo che la fermezza del coordinamento della sanità nell’imporre il tema delle centralità della sanità pubblica, nel denunciare il piano teso a favorire le lobby private nella corsa al profitto sulla salute dei cittadini, sia illuminante in merito alla direzione di un conflitto,  tutt’altro che vicino ad assicurare gli interessi di una casta. Non escludo  che qualcuno tenterà di strumentalizzare, in salvaguardia di  propri interessi  particolari di bottega,  l’azione dei movimenti, ma sono altrettanto certo che questi  tentativi saranno prontamente smascherati. 





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