Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 12 novembre 2014

La democrazia è un gingillo per miliardari

Luciano Granieri

Il risultato eclatante delle elezioni americane di medio termine non è stata l’imponente occupazione di Camera e Senato da parte dei Repubblicani, o la  completa disfatta democratica anche  in stati considerati da sempre feudi dei Obama  come la North Carolina. Il dato rilevante ma  poco pubblicizzato è che a queste elezioni di  “miterm” ha partecipato si e no il 40% della popolazione. Un astensionismo mai registrato fino ad ora negli Stati Uniti. A disertare i seggi sono stati per lo più gli  ispanici e gli afroamericani e le classi popolari,  la  base elettorale, che   aveva assicurato la vittoria ad Obama, rimasta delusa dall’azione politica del primo Presidente americano nero . Ad astenersi dal voto, cioè,  sono  stati proprio i lavoratori e la classe media americana.  Infatti svaporata la promessa  socialista riformatrice di Obama,  rimasta solo sulla carta, come al solito, le istanze della classe lavoratrice americana, e dei ceti medio bassi, non sono state recepite da nessuno dei due partiti.  

Il segno delle politiche economiche promosse dai due schieramenti era praticamente identico, volto a sostenere i poteri forti,   le lobby delle armi  e della finanza.  Le spese record di questa campagna elettorale, circa 4 miliardi di dollari in totale, stanno a dimostrare che le elezioni sono affare da ricchi. E’ feudo  di quei miliardari che si sono spesi in finanziamenti elettorali per vedere tutelati dalla politica i propria affari. A dirla tutto, maggiore è l’astensionismo, il disincanto e il disinteresse per  le questioni politiche, maggiore sarà il potere delle oligarchie finanziarie e capitaliste.  

Lo stesso perverso meccanismo antidemocratico ed antipopolare sta entrando a regime anche qui in Italia.  Proprio in concomitanza con le contesa elettorale statunitense, in Italia andava in scena la kermesse renziana della Leopolda. Un evento pagato dai lauti contributi dei  potentati finanziari,  delle oligarchie fedeli all’ex sindaco di Firenze. Un pantagruelico  esercito  capitanato da Davide Serra, esportatore di capitali alle Cayman, animatore del fondo Algebris,  co-dissangatore del Monte dei Paschi di Siena a colpi  ribassisti  di vendita azionaria allo scoperto, grande amico e finanziatori di Renzi (non del partito democratico).  Dai  famosi tavoli di brain storming  organizzati nell’ex stazione fiorentina,  è emersa  la liquidazione dei diritti dei  lavoratori ( sul divieto del diritto di sciopero lo stesso Serra si è espresso in modo più che esauriente) e dello stato sociale, ridotto a semplice elemosina per zittire i mendicanti. 

Dopo  l’evento della Leopolda,  Matteo Renzi  ha inaugurato la nuova campagna di finanziamento del partito,  a base di cene dal conto minimo di 1.000 euro a cranio, a cui hanno partecipato soggetti dagli interessi opposti a quelli di operai, disoccupati, precari. Da Marchionne,  a  Mr. Pallotta - il presidente dell’ AS  Roma, potente uomo d’affari,  signore dei più ricchi fondi d’investimento americani -  tutto il gotha  predatorio capitalistico finanziario era ospite alle cene renziane.  

Giova ricordare  che solo qualche mese prima, Matteo Renzi aveva liquidato  come ininfluente il drammatico  calo di iscritti al Pd, sostenendo che era preferibile un partito  con meno tesserati, ma con più elettori.  In altri termini si poteva tranquillamente fare a  meno degli spulciosi 10 euro del militante, spesso elemento di disturbo del treno  riformatore liberista, dei patti inconfessabili con gli ex nemici , e aspirare ai portafogli ben più gonfi degli amici speculatori. 

Sullo sfondo di queste dinamiche aleggia l’abolizione del  finanziamento pubblico ai partiti, finalizzato a regalare le leve del comando a ricchi finanziatori privati così come accade negli Stati Uniti.  In uno scenario simile anche qui in Italia l’astensionismo, alimentato dalla disillusione, dal nichilismo, dall’impegno a combattere il poveraccio della porta accanto, raggiungerà percentuali mai viste. Ma è giusto così.  Certa gente non merita di partecipare a scelte che non gli competono, anche se riguardano la loro vita, certa gente merita solo le manganellate quando osa alzare la voce. La democrazia è un gingillo delicato,  per ricchi, non va lasciata nelle sporche mani di un operaio qualunque. Aggiornatevi gente!


Nessun commento:

Posta un commento