Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 6 aprile 2015

La rivoluzione nelle pagine del Guerin Sportivo

Pasquale Coccia da “Alias” del 4 aprile

Durante il Biennio Rosso, due redattori “bolscevichi” approfittando dell’assenza del direttore, decisero di farla finita almeno per un giorno con l’asservimento ala capitale.

L’anno era quello del Biennio Rosso, le fabbriche erano state occupate dagli operai, il partito socialista aveva un gruppo di oltre 150 parlamentari, una struttura organizzativa ben radicata su tutto il territorio nazionale , anche se a sinistra si preparava la scissione di Livorno, che avrebbe portato alla fondazione del Pci di Gramsci. Si stampavano e venivano  diffusi oltre duecento settimanali che facevano riferimento a realtà operaie  e della sinistra. A settembre del 1920 a Milano operai armati occupano le fabbriche. Sul fronte sportivo  l’estate del 1920 fu quella della proliferazione dei tornei di calcio regionali, che portarono a un vero e proprio campionato nazionale con oltre duecento squadre partecipanti sotto l’egida dell’Ulic, la Libera unione del calcio italiana, sorta in contrapposizione alla Figc. Le squadre che vi partecipavano avevano  i nomi più disparati, Avanti, Sparviero, Guerin Gravoche. La stampa sportiva “borghese” ben inserita negli ingranaggi del potere si adoperava per arginare quel fronte che si riconosceva nello sport libero e anarchico, con quelle squadre sorte un po’ ovunque durante le occupazioni delle fabbriche. La Gazzetta dello Sport e Il Giornale dello Sport  costituiranno dei veri comitati elettorali, pescando tra i lettori per fare eleggere deputati esponenti del Blocco Nazionale, gli industriali Borletti, Bernocchi, Maino e il radicale Gasparotto, nominato ministro della Guerra. La stampa sportiva di allora era al servizio degli industriali del nord a volte i padroni-editori erano proprio gli industriali. A fiancheggiare questa politica c’era anche il Guerin Sportivo fondato da Giulio Corrado Corradini il 4 gennaio 1912, e quel bla bla sportivo che aveva l’intento di addormentare le coscienze non piaceva affatto a due redattori del settimanale. Certo stavano al gioco perché avevano bisogno di lavorare ma quello che scrivevano per lavoro non coincideva con quello che pensavano realmente dello sport.  L’occasione ghiotta si presentò proprio in occasione del numero  che uscì il 14 ottobre del 1920, un mese adatto a ricordare la Rivoluzione d’Ottobre guidata da Lenin appena tre anni prima. Approfittando dell’assenza del direttore Corradini, i due redattori  cambiarono tutti gli articoli e fecero uscire un numero bolscevico del Guerin Sportivo. L’editoriale intitolato “Piazza Pulita” era preceduto da una vignetta che raffigurava un Guerin con falce e martello che esce cantando bandiera rossa e in un angolo il direttore  con un coltello da macellaio conficcato nella pancia. L’editoriale dei due redattori bolscevichi annuncia “lo sfratto del direttore rappresentante odiato di quella turba di cataristi che è la piovra che succhia da anni la nostra intelligenza onesta di proletari”  e ripercorreva grosso modo la linea assai in voga in quegli anni a sinistra, abbasso lo sport  che anestetizza le menti e viva la cultura che redime gli animi. Certo nell’editoriale non mancano i riferimenti alla necessità che gli sportivi proletari siano più dediti ai principi  sportivi del mens sana in corpore sano e che abbandonino quello sport che  si rifà “alla meccanicità fine a se stessa”. L’intera pagina presenta riquadri all’insegna del sarcasmo, un esempio sono i “pneumatici Pirelli guariscono l’ernia” che sovrasta un articolo dal titolo “Abbasso la velocità”. Di fianco alla data un annuncio a chiare lettere dice che “non si accettano abbonamenti e inserzioni di Pescicani”, il nome del direttore Corradini è sostituito da un più bolscevico “Commissione interna” , l’indirizzo della redazione resta quello di Torino in corso Galileo Ferraris, ma tra parentesi è riportato “Camera del Lavoro”, quanto al numero di telefono non poteva che comparire la scritta “occupato”. Riferendo dell’immancabile incontro di calcio e dell’arbitraggio di tale Giuseppe Spalla il titolo di una breve è “L’aveva preso per un coglione” intervallato da una scritta pubblicitaria che recita: “Avete debiti? Alzate i tacchi Dorando” , segue la vignetta di un uomo pronto a prenderlo nel sedere. L’articolo di spalla intitolato “Si protesta” è affiancato da uno più piccolo denominato “Tagliatelle” al cui centro una scritta pubblicitaria recita “Abbonatevi agli scontri ferroviari” Pneumatici prodotti  a Torino dalla ditta Bergougnan e Tedeschi, abituali inserzionisti del Guerin Sportivo  vengono pubblicizzati in questo modo: “Volete la salute? Bevete una Bergougnan e Tedeschi” . Non potevano sfuggire all’ironia dei due avventurosi redattori il mondo delle banche dove i padroni tenevano i loro soldi al sicuro, infatti un’inserzione recita.” Se siete stanchi sedere sulla Banca Commerciale”. Il vento del Biennio Rosso e dell’occupazione delle fabbriche a Torino  e a Milano aveva inebriato anche i due redattori che riuscirono  far avere ai lettori un numero del “Guerin Sprotivo” rivoluzionario e ironico. Il direttore Corradini dopo i due giorni di assenza tornò precipitosamente in redazione e licenziò immediatamente i due buontemponi, che da tempo ormai non ne potevano più della retorica del linguaggio sportivo che caratterizzava le pagine del settimanale e avevano  deciso di lasciare il settimanale sportivo, non prima di aver pianificato la burla. Sul numero successivo del 20 ottobre 1920, Corrado Corradini scrisse che i due redattori erano in preda all’alcol ma la tesi non reggeva, ormai la Rivoluzione d’Ottobre al Guerin Sportivo s’era compiuta.




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