Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 7 luglio 2015

Pelagicae, viaggio nella creatività di Marina Longo

Luciano Granieri


L'universo mare . Un microcosmo in cui vita e morte si rincorrono. Negli abissi precipita Icaro dopo che le sue ali si sono sciolte al sole, ma nel fondo del mare Mediterraneo   giacciono   come vergognoso simulacro di una incivile civiltà,  anche  i corpi dei migranti. 

Queste sono solo alcune delle molteplici  suggestioni dolci e amare che rimandano le opere in ceramica di Marina Longo raccolte nella rassegna “Pelagicae”esposte presso la Villa Comunale dal 27 giugno al 7 luglio. 

Proprio il mare Mediterraneo si respira nelle forme  e nei colori delle strutture create dall’artista. Marina Longo è siciliana. Nell'esposizione " Pelagicae" le opere esposte evocano morfologie  marine. La Sicilia, con le sue vestigia arabe, con gli echi   della Magna Grecia, è pietra angolare  del processo creativo . La “mediterraneità” è comunque l’elemento preponderante, presente  come grande madre generatrice di vita.  Una vita che, attraverso una  navigazione entropica, nel  Mediterraneo, che l’ha generata,   al Mediterraneo ritorna, come Ulisse riapproda ad  Itaca. Tutto scaturisce   dalla generosa madre  e ad essa  si torna nel riposo della morte.

 Durante la navigazione si incontra la medusa, massa  sgraziata,   flessuosa ma curativa e lenitiva di ogni ferita.  Nei momenti di difficoltà si presenta una zattera salvifica, che nella metafora della vita può corrispondere al sorriso di un bambino, al sostegno sicuro di un amico, all’amore ricambiato con il  proprio compagno. Giù in fondo al mare si ergono rocce dove sono sedimentati i propri ricordi, ma ci sono anche  steccati da superare. Barriere intricate di una cultura patriarcale che ingabbiano la sensibilità femminile. E la donna, prendendo le sembianze di sirena, può elevarsi sopra gli steccati dell’ottusità. Donna    sirena  che si innamora della  propria libertà come Dafne e comincia a nuotare felice, fino alla linea di confine fra cielo e mare, per proiettarsi verso la luna. Corpo satellite che non brilla di luce propria ma dalla luce trae forma, gioca con essa. 

In questo viaggio  che Marina ci fa compiere nel suo immaginario mediterraneo, si incontrano tutte queste figure. C’è Icaro, ma anche la tragedia degli Immigrati. Si trova la zattera e la medusa, lo steccato e la sirena. Le nuotatrici, Dafne e la luna. Le opere di Pelagicae insomma, sono le sapienti e migliori accompagnatrici  per un affascinante viaggio nel mondo creativo di Marina Longo. Un mondo sconfinato e pieno di colori come il mare.

Nessun commento:

Posta un commento