Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 28 ottobre 2015

Sanità provinciale. La bocciatura dei sindaci non basta.

Francesco Notarcola – Coordinamento provinciale sanità


Il voto espresso dai sindaci per valutare l’operato del direttore generale della ASL, conferma le grandi responsabilità dei primi cittadini di questa provincia sullo sfascio sanitario.
Il Coordinamento provinciale della sanità, sin dall’agosto dello scorso anno, ed in tutte le iniziative successive che ha sviluppato, aveva ampiamente dimostrato con una analisi scientifica e politica dei documenti regionali, che era evidente l’ obiettivo di sfasciare definitivamente la sanità ciociara. Era chiaro quindi il percorso che ne sarebbe scaturito, con la benedizione e l’assenso completo del presidente Zingaretti e dei consiglieri regionali del PD che hanno sempre difeso a spada tratta, nella provincia e nella commissione regionale della sanità, i contenuti dell’atto aziendale, che a loro dire era rivoluzionario e moderno ed avrebbe portato benefici ed efficienza. Essi hanno evidenziato totale  indifferenza e noncuranza rispetto alle sollecitazioni dei cittadini e delle associazioni.
Fu così che credendo alla befana che portava regali e promesse, nel novembre del 2014 votarono l’atto aziendale.
I sindaci della provincia, guidati da quello del Capoluogo e da quelli di Cassino, Sora, Anagni, Ceprano e Isola del Liri, approvarono con entusiasmo e convinzione l’atto aziendale da cui deriva lo sfascio che sta sotto gli occhi di tutti, e che  origina sofferenze e drammi quotidiani per i cittadini.
I sindaci rinunciarono, quindi, a difendere il diritto alla salute ed i bisogni sociali della popolazione di questo territorio in nome di interessi ed alleanze che sin da allora erano evidenti, che contrastavano con la situazione drammatica di una provincia costretta al degrado ed alla desolazione desolazione, dalla loro politica e dai loro comportamenti (vedesi elezioni della SAF, del consiglio provinciale e del suo presidente e dei voti espressi a favore di ACEA ato5 SpA).
Il Coordinamento dopo il voto dell’atto aziendale continuò la sua coraggiosa, coerente, dura battaglia per farlo annullare incalzando, ancora una volta, con forza e capacità i partiti, i sindaci e le organizzazioni sindacali.
Il risultato ci fu con le prese di posizione del partito socialista, dell’IDV e del PD, di sette sindacati e della maggioranza dei sindaci che parteciparono alla conferenza locale del 30 marzo del c. a.
In quella sede furono chieste a gran voce le dimissioni del direttore generale della ASL e la necessità di un nuovo atto aziendale.
Ma l’accordo sottobanco tra una parte del PD e una parte del Nuovo Centro Destra, rovesciò l’orientamento espresso nell’assemblea della conferenza dei sindaci, con la complicità di tutti coloro che collaborarono direttamente – o indirettamente – allo scempio.
Non solo ma il giorno dopo il presidente Zingaretti firmava l’atto aziendale ancora prima che fosse valutato dalla commissione sanitaria regionale, che si sarebbe riunita qualche ora dopo, alla presenza dei sindaci di Frosinone, Sora, Cassino, Alatri ed Anagni.
Ebbene, in quella sede, i consiglieri regionali del PD presenti, difesero l’atto aziendale con convinzione ed enfasi, cercando di dimostrare che era il miglior atto aziendale mai visto prima.
I sindaci non furono capaci di capire: piuttosto si resero complici, con cognizione di causa, di un disegno scellerato a tal punto che che rinunciarono a presentare finanche un ricorso collettivo  al TAR.
Un gesto simile avrebbe salvato la sanità di questa provincia come è ampiamente dimostrato dai risultati dei ricorsi presentati da sindaci di altre province del Lazio, che hanno costretto  Zingaretti a scendere a patti con loro.
Ciò detto, si sottolinea che, soltanto il voto espresso per valutare l’operato del direttore generale della ASL, che Zingaretti ha giudicato ottimo,non basta.
Se i sindaci vogliono davvero costruire un progetto per dare a questa provincia una sanità efficiente e di qualità, autonoma da Roma, occorre aprire una fase nuova nella gestione  della cosa pubblica in questa provincia.

Una gestione basata sulla correttezza, sulla partecipazione sulla trasparenza, condivisa con le associazioni e con i cittadini, per ricostruire non solo la sanità ma un tessuto economico sociale e culturale che elevi la qualità della vita e dia una risposta ai problemi drammatici di povertà e di disagio che vive l’intera provincia.

Video di Luciano Granieri

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