Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 6 novembre 2015

TAR-allucci e vino

Severo Lutrario

Quand'è che un delitto diviene perfetto?
E' inutile cercare la risposta a questa domanda in un romanzo giallo e tanto meno in un trattato di criminologia.
La risposta è estremamente semplice.
Perché un delitto divenga perfetto è sufficiente che il delinquere divenga lecito.
E per fare questo occorrono due cose.
Da una parte cambiare le leggi, le regole.
E per quanto riguarda la gestione del servizio idrico ci ha pensato e ci sta pensando il governo Berlusconimontirenzi deciso a “punire” l'arroganza del popolo italiano che con oltre ventisettemilioni di voci nel 2011 pretendeva di imporre nientepopodimenoché la gestione pubblica e l'esclusione del mercato.
Lo ha fatto attribuendo a chi è pagato da ACEA, l'Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas ed il Servizio Idrico, il governo nazionale del servizio e la determinazione delle tariffe.
La ha fatto con lo “Sbocca Italia” e la modifica del decreto ambientale con cui si vuole spartire il paese nelle quattro grandi multiutility (e la più grande è naturalmente ACEA).
Ma, dall'altra, perché il delinquere divenga lecito, è necessaria anche una magistratura complice.
Quello che è successo negli ultimi dodici anni lo hanno visto e patito tutti.
Cosa è stato di un servizio pubblico, di un patrimonio pubblico di reti ed impianti, della devastazione di un territorio lo hanno avvertito tutti.
Tutti, tranne una classe di amministratori complici e la magistratura.
In quale pianeta abitano i magistrati delle procure della repubblica di Frosinone e Cassino?
Devono evidentemente vivere in un'altra galassia se non hanno mai ritenuto di dovere quantomeno rendersi conto di cosa stesse succedendo, e questo nonostante le centinaia di segnalazioni che li hanno evidentemente infastiditi.
Devono vivere sull'altra faccia della luna - quella che non guarda mai la terra - se sistematicamente dispongono, come dispongono, l'archiviazione delle querele – querele, non esposti - che i cittadini fanno contro i comportamenti estorsivi e violenti del gestore.
Ma i miasmi che giungono dalla cloaca pontina, quel TAR di Latina che altro non è che il supporto leguleio agli interessi del monopolista contro i diritti e la vita di mezzo milione di persone, segnano la frattura definitiva tra la ragione e la giustizia.
Chi amministrata la “giustizia” calpestando la ragione è un giustiziere e dunque un boia.
Per gli avvoltoi dal piumaggio funereo che hanno fatto il nido togliendo il posto all'anofele, i diritti delle persone, la salute di un bambino, le esigenze di un anziano o di un malato, il dramma di chi, senza lavoro, non ha soldi, non esistono, sono meno che nulla dinanzi agli interessi inviolabili del profitto.
Gracchiano la sacralità del mercato divenuta inviolabile alle stesse istituzioni democratiche, quelle elette da gente che pensava d'esser cittadini.
Sindaci (quei pochi con gli attributi) tacete!
Che non proviate ancora a parlate di diritti!
La vostra gente ha solo dei doveri: quelli dei clienti, novelli schiavi ceduti incaprettati alla novella signoria del rubinetto.

… Diciamocelo.
Non ha senso continuare a giocare la partita con questi bari.
Il loro mazzo di carte è tutto un trucco e gli assi sono nelle loro maniche.
Penso proprio che sia l'ora di cominciare a giocare a scacchi: è molto più complesso, ma in compenso non si può barare.

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