Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 20 dicembre 2016

CONTRATTO NAZIONALE METALMECCANICI? COSI' NO!

COMITATO PER IL NO AL CONTRATTO NAZIONALE METALMECCANICI – ELECTROLUX SUSEGANA – BREDA AUGUSTIN, CIRILLO GIOVANNA, GRANZOTTO STEFANO, MANUELA MARCON, PAOLA MORANDIN, MORENO MURER, ANTONELLA PICCIN, ROBERTO PRADAL, SACCON LORELLA



Il nuovo contratto nazionale metalmeccanici ha parti rinviate a una futura stesura del testo su temi rilevanti: ruolo dei lavoratori e RSU in relazione ai temi collegati con la democrazia, partecipazione e limiti all’azione di protesta; modalità di uso della sanità privata integrativa, sperimentazione dell’inquadramento, lavoro agile, ecc. Altre parti invece sono chiuse e firmate.
Si dovrebbe votare sui testi definitivi e non parziali.

ORARI e STRAORDINARI 
Il nuovo contratto prevede fino a 120 ore anno di orario a disposizione della aziende senza dover contrattarlo preventivamente con i lavoratori e sindacato: 40 ore di straordinario e 80 di flessibilità. Ore non sottoposte a obbligo di contrattazione e attivabili dall’azienda. L’azienda solo successivamente all’attivazione delle 80 ore ha l’obbligo di concordare con il sindacato (RSU) il periodo di recupero dell’orario. E se qualcuno per varie ragioni non è presente nei periodi di ore aggiuntive (es. sabati) nei giorni di recupero non sarà pagato salvo che non usi i suoi PAR – FERIE -  BANCA ORE. Un sistema penalizzante e di discutibile legittimità in particolare soprattutto per le assenze motivate. 
A titolo di esempio: tra straordinario e ore di flessibilità attivabili unilateralmente dall’azienda si possono lavorare fino 20 sabati all’anno obbligatori (40 sabati totali per aziende a 2 turni).

N.B. Nei precedenti contratti le ore di flessibilità non recuperate si trasformavano in straordinario – i sabati con maggiorazione del 50% - con la nuova formula dell’eventuale mancato recupero “auto pagato” la flessibilità positiva perde la parificazione allo straordinario e nulla è detto sul valore economico da attribuire alle ore di flessibilità non fatte o sull’impossibilità di trovare un accordo di recupero. Un vuoto normativo. La possibilità del datore di attivare tali ore a reparti o gruppi di lavoratori, può produrre una perdita in termini di reddito più significativa degli aumenti riconosciuti nel CCNL. Inoltre concentrando così gli orari di lavoro con le flessibilità +/- le aziende possono limitare ulteriormente gli organici e relativa occupazione.  

SALARIO - SCHEI E PAGAMENTO IN NATURA
L’ultimo contratto è scaduto a dicembre 2015. Per il 2016 non è previsto nessun aumento sui minimi contrattuali. Prevista una tantum di 80 euro lordi a marzo 2017 (solo per il 2017).
Dal 2017 e per gli anni successivi 2018 e 2019 ogni mese di giugno sarà determinato l’aumento in relazione dell’inflazione dell’anno prima – depurata dell’effetto inflattivo dei costi energia: petrolio gas ecc… (IPCA). Nel 2017 l’aumento sarà, a previsione attuale all’incirca di 10 euro lordi al mese al 4° livello. Per gli anni successivi dipenderà dal valore dell’inflazione misurata ufficialmente (IPCA). Stante le attuali previsioni nei 4 anni (2016 - 2019) non si raggiungeranno i 50 euro lordi di aumento in busta paga al 4° livello.
Il peggior contratto nella storia dei metalmeccanici. 
Tali aumenti contrattuali NON saranno pagati ai lavoratori se:
A) hanno voci salariali individuali di miglior favore super minimi, premi ecc., salvo che su tale voci non sia scritto non assorbibile; 
B) premi e altre voci fisse derivanti da accordi sindacali sottoscritti dal 2017 in poi senza la clausola non assorbibile. In questi casi è prevista come penalità la perdita degli aumenti del contratto nazionale che non saranno erogati (altra novità peggiorativa introdotta con questo contratto). 
Le aziende daranno una retribuzione in natura (così detto welfare aziendale) di 100 euro nel 2017, di 150 euro nel 2018 e di 200 euro nel 2019 - modalità e contenuti sono ad esclusiva decisione delle aziende, compreso come e dove spendere i buoni - tali voci non incidono e sono escluse dalla contribuzione per la pensione, sul Tfr, tredicesima e altre voci della retribuzione. 
L’elargizioni dei buoni in corso nelle aziende assorbiranno i “buoni” del contratto nazionale.  

CONTRIBUTI PENSIONE PRIVATA
Per coloro che hanno il fondo Cometa la percentuale della quota versata dall’azienda sarà del 2% (era 1,6%), nulla spetta in termini compensativi (niente soldi) ai lavoratori che non aderiscono al fondo pensione Cometa, o che aderiscono ad altri fondi pensioni integrativi (sindacali o privati) anche se contribuiscono con il loro lavoro a creare il controvalore economico riconosciuto. 

SANITA’ PRIVATA
Nuovo fondo sanitario obbligatorio – dal 1 ottobre 2017 si darà corso a un versamento di 13 euro al mese (versato direttamente dall’azienda per conto del lavoratore) per finanziare una polizza integrativa sanitaria rivolta a tutti i lavoratori con contratti a tempo indeterminato o contratti a termine oltre i 5 mesi (salvo esplicita rinuncia). La polizza è estesa anche ai famigliari e conviventi. Le caratteristiche delle prestazioni a favore dei lavoratori saranno definite nei prossimi mesi così come saranno stabiliti gli organismi di gestione di tale Fondo – Assemblea sociale, Consiglio di Amministrazione, Presidenza, Organi di controllo e relativi costi di gestione di queste strutture bilaterali sindacati/aziende. Chi non è iscritto, o iscritto ma non usa il fondo, non ha diritto a nessuna forma compensativa o di accantonamento, pur contribuendo indirettamente ai costi. La gestione dell’ingente raccolta di miliardi di euro andrà in mano alle assicurazioni.
Nel contratto vi sono poi vari altri punti migliorativi tra cui (sicurezza) e peggiorativi tra cui (Legge 104).
Su questo contratto nazionale esprimiamo un giudizio di assoluta contrarietà e pertanto voteremo NO nel referendum. Condanniamo il divieto a rappresentare le ragioni del no in tutte le assemblee dei lavoratori metalmeccanici italiani.
La sindacatocrazia nega così il formarsi di opinioni critiche e consapevoli nel voto.  
In questo contratto ci pare che la FIOM abbia tradito lo spirito e il contenuto delle lotte e degli scioperi chiesti dal 2010 in poi contro i contratti nazionali firmati da Federmeccanica - FIM e UILM, perché ritenuti sbagliati e insufficienti per i lavoratori. Se in alcuni punti appare persino peggiorato, perché ora va tutto bene?
Invitiamo i lavoratori a votare NO e respingere questo contratto. È meno dannoso mantenere i contratti esistenti, riconquistando sulla spinta del giudizio dei lavoratori un contratto non così sbilanciato verso le imprese.  

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