Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 8 giugno 2017

Meglio un istruito tirato a sorte che un ignorante eletto.

Luciano Granieri


In questi giorni di leggi elettorali e coppe di campioni,  entrambe  naufragate non senza soddisfazioni personali, di stupidaggini ne sono venute fuori a bizzeffe. Lasciamo da parte il lato sportivo calcistico e occupiamoci di quello politico. Fra le tante amenità ascoltate  ho apprezzato due esternazioni. Una del nuovo segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo e l’altra del capo del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo.  Il diavolo e l’acqua santa, dove resta difficile capire chi sia il diavolo e chi l’acqua santa dopo i recenti selfie che il segretario Acerbo si è scattato davanti alla bara di Padre Pio. 

In un recente comizio elettorale tenuto a Frosinone dal candidato sindaco Stefano Pizzutelli, sostenuto dalla lista Frosinone in Comune, è intervenuto anche il neo leader di Rifondazione. Infatti sotto l’ala rassicurante della lista civica in appoggio del candidato sindaco Pizzutelli convergono elementi della sinistra ex extraparlamentare (SI, Possibile, e la stessa  Rifondazione). Nel suo intervento Acerbo ha detto molte cose, alcune condivisibili, altre meno. Una però mi ha colpito per l’esattezza dell’analisi. 

Ad un certo punto il segretario ha sostenuto con forza che quando in una formazione politica la  cultura ideologica è il faro da seguire, i militanti, i dirigenti e i candidati   di quel movimento sono molto preparati, forse sono i più preparati, perché, per tradurre in atti programmatici e di governo i dettami di una  cultura ideologica, è necessario studiare affondo le dinamiche politiche e sociali a cui questa si applica.  

La tesi è indubbiamente vera. Basta guardarsi indietro e constatare il disastro che ha prodotto la gestione deideologizzata,  privatistica della politica a vocazione iper maggioritaria inaugurata dal ventennio berlusconiano. L’avvento del partito liquido, dove a contare è il capo e il massimo dell’espressione democratica interna rimane la roulette  delle primarie, ha prodotto dei leader geneticamente modificati (Berlsuconi-Renzi) che nel corso degli anni hanno licenziato:  due leggi elettorali bocciate dalla Consulta, hanno eletto un parlamento, quello tutt’ora in carica, illegittimo perché incoronato  con una delle leggi elettorali incostituzionali di cui sopra. A questo aggiungiamo  quattro riforme costituzionali, due bocciate dal popolo sovrano, altre due approvate con la  maggioranza di due terzi di un parlamento di inetti . Le riforme approvare si sono rivelate devastanti sia sul piano politico sia su quello sociale .

 La modifica del titolo V  sugli enti locali fu concepita   dal centro sinistra per intercettare voti leghisti,  e l’iscrizione  in Costituzione dell’art.81, che introduce l’obbligo del pareggio di bilancio, è stato    votato per gentile richiesta dell’Europa, ma in stretto contrasto con l’art. 3 che promuove la rimozione di ostacoli di ordine economico per conseguire la piena realizzazione della persona umana. Per non parlare della riforma della pubblica amministrazione, anch’essa impallinata dalla Corte Costituzionale e altre leggi ancora.   Quelle sulla  (cattiva) scuola e il jobs act che, se non fosse stato per il disinteresse e l’insipienza di certi sindacati, sarebbero state mandate al macero da altrettanti pronunciamenti popolari. 

Il massimo dell’ignoranza dei leader,  prodotta dall’alienazione della cultura ideologica, si è manifestato con la  recente vicenda della legge elettorale alla tedesca. Renzi, Grillo, Berlusconi e Salvini, originariamente d’accordo su un  testo, non per la bontà dello stesso, ma perché in grado di promuovere elezioni anticipate,  a furia di  stravolgerlo, stirarlo  da una parte e dall’altra, a seconda delle convenienze, hanno finito per non capirci più un beneamato cazzo di ciò che stavano scrivendo . E la legge che doveva sancire un ampio accordo è finita nel cestino , fortunatamente dico io. 

Ma veniamo alle dichiarazioni di Grillo, che sottoscrivo pienamente come quelle di Acerbo. Nel corso di un comizio elettorale per le amministrative il comico penta-stellato ha sostenuto quanto segue. Considerato il disinteresse degli italiani per le votazioni, testimoniato dai dati dell’astensionismo sempre i crescita,  le prossime amministrazioni locali,  e il prossimo Parlamento, anziché eleggerli  li tiriamo a sorte. Così come si fa per i membri delle giurie popolari impegnate nei processi. 

Chi vuole partecipare al sorteggio si iscrive in un apposita lista  per sperare poi di vincere la poltrona. Tanto, conclude Grillo, nessuno può essere peggio degli attuali parlamentare e amministratori locali. Dimentica il simpatico Beppe che buona parte di questi è formato da suoi sodali. L’idea non è male ma andrebbe sviluppata meglio. Ad esempio per entrare nella lista degli aspiranti vincitori della riffa dovrebbe essere obbligatorio  superare esami  di cultura generale, di storia, di diritto costituzionale,  di scienze politiche,  così tanto per evitare di dare altro lavoro alla Corte Costituzionale. 

Ma anche agli elettori, prima di rilasciare il certificato elettorale andrebbe somministrato un test per vedere se ne sanno qualcosa di istituzioni democratiche. Tanto per evitare che coloro i quali  gridano piccati di non capire nulla di politica vadano a far danni dentro le urne.

 In buona sostanza, visto che oggi sono sparite le ideologie,  con esse la cultura ed un minimo di preparazione politica , in parlamento saranno destinati ad essere eletti solo   incapaci, come ampiamente dimostrato dal recente passato. Allora tanto vale reclutare un po’ di persone che hanno voglia di studiare, e tirare a sorte chi fra loro andrà a guidare la Nazione. Mi rendo conto che in questo modo si rinuncerebbe ad un esercizio democratico importante come quello del voto. Ma meglio rinunciare a votare  per avere in sorte una classe politica preparata, piuttosto che sottoscrivere, attraverso elezioni taroccate l'incoronazione di manipoli d'ignoranti come quelli guidati da Renzi, Berlusconi, Salvini e Grillo.

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