In base a quanto si è
appreso dall’edizione della 14,00 del
TGR regionale andato in onda martedì 18 dicembre,( clicca qui per vedere) l’ultimo rapporto di Legambiente sul
sistema rifiuti della Regione Lazio
evidenzia come il numero di comuni che
superano il 60% di raccolta differenziata aumenta costantemente.
Fra i
capoluoghi di provincia Viterbo è in testa con il 52,50%, segue Rieti 27,30% ,
Latina 23,80% e, buon ultimo Frosinone con il 15,20%. Dunque nonostante i
secchi colorati ornino case e palazzi il risultato rimane uno dei peggiori di
tutto il Lazio.
Nonostante l’odissea che
dal 2013 ha accompagnato la consiliatura
Ottaviani, con l’arresto dell’allora vice sindaco Fulvio De Santis per
il reato di corruzione, avendo, secondo l’accusa, pilotato la gara d’appalto per lo smaltimento
dei rifiuti in favore della società
Sangalli.
Nonostante la riconferma dell’
incarico in sede di procedura emergenziale alla stessa Sangalli, pur non avendo
questa i requisiti di moralità richiesti, con il successivo pronunciamento del
TAR che ha sconfessato quell’affidamento cedendolo alla ricorrente De Vizia.
Nonostante un costo del servizio accollato ai cittadini frusinati per
oltre 26 milioni di euro.
I risultati per la differenziata sono ancora al palo.
Eppure nel capitolato d’appalto del 2013
si leggeva che la performance era già al
18% risultato che, secondo fonti
comunali, è schizzato improvvisamente al 70% con la prima comparsa dei secchi
colorati. Rispetto al 17,79% raggiunto nel 2017,checchè se ne dica in giunta, il Comune è andato indietro attestandosi al
15,20%.
Come mai? Viene il sospetto che
a fare la differenziata siano solo i cittadini all’interno delle proprie case, poi i rifiuti, una volta raccolti, finiscano
tutti nello stesso calderone. Forse quello della Saf? Perché è evidente che con
l’aumento della raccolta differenziata, l’impianto di Colfelice avrà sempre
meno rifiuti da trattare, con l’impossibilità di recuperare i costi
d’esercizio.
Non a caso i vertici
dell’azienda, cui azionista è anche il
comune di Frosinone oltre che cliente (potenza del capitalismo!), hanno accettato di buon grado di lavorare i rifiuti provenienti dal TMB del Nuovo
Salario di Roma messo fuori uso da un incendio.
Se non ricordiamo male nel piano economico finanziario, approvato con deliberazione
di consiglio n.12 del 4/4/18, si raddoppia l’importo per l’annualità 2018 da
5milioni di euro (come da appalto del 2015) a 10milioni senza alcun apparente motivazione . Non solo
ma nel documento risulta accresciuto l’investimento per lo
smaltimento dell’indifferenziato . Una stima del tutto fuori luogo se era in
programma l’avvio della raccolta porta a porta anche per la zona bassa della
città.
Allora o il piano citato è stato redatto con pressapochismo ,
oppure la comparsa dei nuovi secchi per la differenziata non è altro che un
gettare fumo negli occhi per celare chissà
quali accordi non meglio identificati, forse con il management Saf? .
Del
resto è notorio come sulle aziende partecipate dagli enti locali e sugli
organismi intermedi si giochino le più sordide
trattative politiche. Diceva il poeta: a
pensare male si fa peccato ma a volte ci si azzecca. Noi speriamo vivamente di
aver pensato male, ma come cittadini
esigiamo che fra una inaugurazione e l’altra del parco del Matusa, fra un taglio di nastro e una sbicchierata, il sindaco e i suoi consiglieri rendano
contano di questa situazione, così come spieghino perché da tempo immemore non
convocano la consulta dei sindaci per la sanità e perché non partecipano al
coordinamento dei comuni per la Valle del Sacco.
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