Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 31 gennaio 2019

Venezuela No all'Interferenza imperialista e della destra continentale!

dichiarazione della Ust
(Unità Socialista dei Lavoratori
sezione venezuelana della Lit-Quarta Internazionale)


 
Nessun riconoscimento all'autoproclamato e pro-imperialista governo di Guaidó!
Che siano le masse lavoratrici a espellere Maduro dal potere!
Per la costruzione di una alternativa indipendente
della classe operaia e delle masse povere!
 
Rifiuto dell'ingerenza imperialista e della destra continentale
E' in corso un'ingerenza imperialista in Venezuela, con l'auto-proclamazione di Juan Guaidó come presidente ad interim della Repubblica, il 23 gennaio, precedentemente accordatosi con Donald Trump, che poi ha proceduto riconoscendo e sostenendo il "presidente incaricato". È una totale sfacciataggine del presidente nordamericano, che pretende di nominare da Washington il presidente di un altro Paese, in un chiaro atteggiamento interventista. Allo stesso modo e in conformità con le linee guida del governo yankee, i governi di lacchè della destra continentale si sono pronunciati con Piñera (Cile), Bolsonaro (Brasile), Macri (Argentina) e Duque (Colombia) in testa, e la stessa posizione ha assunto il resto dei Paesi del gruppo di Lima (ad eccezione del Messico) e dell'Oea (Organizzazione Stati Americani).
Nei giorni scorsi questi stessi governi avevano emesso risoluzioni e dichiarazioni che dichiaravano illegittimo il governo di Maduro. Dal momento che l'Ust respinge queste azioni interventiste dell'imperialismo e della destra continentale, affermiamo che il governo degli Stati Uniti non ha alcuna autorità politica o morale per dare lezioni di democrazia, dato che sostiene il governo genocida e nazista-sionista di Israele, il governo genocida dell'Arabia Saudita, oltre ad aver finanziato e sostenuto innumerevoli golpe e interventi militari nel continente e nel mondo. Lo stesso possiamo dire dell'Oea che nel corso della sua storia ha sostenuto dittature colpi di stato militari nel continente.
Bolsonaro, da parte sua, ha in Brasile pretese bonapartiste simili a quelle di Maduro e, d'altra parte, lui e i suoi omologhi Piñera, Duque, Macri, Moreno e altri del continente applicano misure brutali contro i lavoratori dei loro Paesi, a beneficio della banca internazionale, delle transnazionali e del Fmi, misure che sono simili a quelle che già sta applicando la dittatura di Maduro in Venezuela e a quelle che l'autoproclamato governo di Guaidó intende applicare.
Come militanti socialisti non possiamo sostenere nulla di tutto questo e dichiariamo che saremo contro ogni intervento militare contro il Venezuela o qualsiasi tentativo di colpo di stato militare.
Finora, le azioni interventiste dell'imperialismo, della destra continentale e del gruppo di Lima e dell'Oea, sono simili ad altre del passato, sebbene con un aumento di intensità. Attraverso i social network sono state diffuse le minacce di Trump di intervenire attraverso il comando meridionale statunitense contro il governo venezuelano, così come vi è il rifiuto del governo Usa di ritirare il suo personale diplomatico e consolare a seguito della rottura delle relazioni diplomatiche di Maduro e la richiesta di Maduro di richiamare il personale diplomatico in 72 ore. Non sappiamo se questo finirà in un conflitto militare, ma nell'eventualità di in una situazione come questa saremmo contrari e chiameremmo i lavoratori sia del Venezuela che del continente per contratarlo insieme.
 
Opponiamoci alla dittatura affamatrice di Maduro
È noto che il 23 gennaio è una data emblematica nella storia politica del Paese, ed è stata la data scelta dal consiglio dell'Assemblea nazionale (An), nella quale sono rappresentati i principali partiti dell'opposizione borghese al governo dittatoriale di Maduro, per fare appello a una mobilitazione, che ha avuto il massiccio supporto di settori molto ampi della popolazione, insoddisfatti della situazione.
Questa mobilitazione è stata preceduta da una serie di azioni di proteste popolari in diverse aree di Caracas e in altre città del Paese, azioni che si sono ripetute in seguito e che sono state oggetto di una tremenda repressione da parte delle forze di sicurezza dello Stato.
Come Unità Socialista dei lavoratori (Ust), rivendichiamo il legittimo diritto dei lavoratori e delle masse popolari venezuelane di protestare, manifestare e andare contro un governo che li uccide con la fame, che li uccide per la mancanza di medicine, che li ha sottoposti alla più profonda crisi conosciuta nella storia recente del Paese e che mantiene nella più deplorevole distruzione i servizi di salute, istruzione, trasporti, telecomunicazioni. Ripudiamo e denunciamo l'azione repressiva del governo che secondo cifre non ufficiali ad oggi supera già una dozzina di vittime nelle proteste.
Oltre a ciò, il governo di Maduro e prima quelli di Chavez, sono responsabili di un'enorme fuga di capitali che ammonta, secondo gli analisti, a oltre 500 miliardi di dollari, della distruzione dell'intero apparato produttivo dello Stato, compresa la produzione di petrolio, che attualmente raggiunge a malapena un milione di barili al giorno e serve a pagare ingenti somme di denaro ai banchieri per il debito estero, al costo di tagliare di oltre la metà (considerando i dati del 2012) le importazioni di cibo e medicine e assicurare che le multinazionali attraverso joint venture facciano strabilianti profitti dalla vendita del petrolio. Tutte queste sono le cause della brutale crisi subita dai venezuelani oggi e questa è  responsabilità totale del governo, per tutto questo insistiamo affinché questo governo se ne vada. Dichiariamo categoricamente: fuori Maduro!
 
Nessun sostegno al governo autoproclamato e pro-imperialista di Guaidó
Ma tutto ciò non significa per niente che diamo un sostegno politico al governo auto-dichiarato e pro-imperialista di Juan Guaidó, o di qualsiasi rappresentante o partito della borghesia (sia all'opposizione che al governo).
La leadership politica rappresentata dai partiti e dai dirigenti dell'opposizione borghese non merita alcuna fiducia politica da parte degli operai e delle masse mobilitate questo 23 gennaio; sono gli stessi dirigenti che hanno tradito le lotte popolari e studentesche del 2014 e del 2017, portandole nel vicolo cieco della negoziazione con il governo, sono gli stessi dirigenti e partiti che hanno come obiettivo quello di costituire un "governo di transizione" (come lo hanno definito) con la borghesia tradizionale, le multinazionali, la boliborghesia, i resti della dissidenza chavista e i partiti dell'opposizione borghese, preservando le garanzie dei loro affari e dei loro profitti, derivanti dallo sfruttamento capitalista e dalla corruzione più abbietta dei burocrati statali, civili e militari, mantenendo impuniti gli illeciti e i crimini di corruzione, la fuga dei capitali e le negoziazioni con lo Stato, oltre ai crimini di repressione.
Sono quelli che, con le loro azioni, cercano di evitare che siano gli operai e le masse popolari che, attraverso la loro organizzazione e mobilitazione, espellano Maduro dal potere e distruggano il suo regime dittatoriale, e che sanno che uno scenario come questo chiuderebbe le porte ai loro piani.
Guaidó, oltre ad essere un leader borghese, sostenuto dall'imperialismo, non è stato eletto da nessuno per diventare presidente della Repubblica. Lui, il suo partito (Volontà popolare) e il resto dei partiti di opposizione borghesi incarnano un programma politico ed economico che non ha nulla a che fare con i bisogni delle masse lavoratrici del Paese.
Esempi di questi bisogni sono le sentite rivendicazioni, presenti in tutte le mobilitazioni delle masse lavoratrici, per porre fine agli aumenti dei prezzi dei prodotti di prima necessità, degli abbigliamenti, delle medicine e dei servizi (salute, educazione, tra gli altri) e l'aumento salariale al livello del paniere di base e indicizzato mensilmente. Rivendicazioni come queste non fanno parte del programma politico-economico dei partiti e dei leader dell'opposizione borghese, che, al contrario, si pronunciano permanentemente per la liberazione dei prezzi, l'eliminazione di qualsiasi controllo sui prezzi e, in generale, di tutti i tipi di controllo e costantemente rifiutano aumenti salariali (non, come facciamo noi, perché siano insufficienti o perché non sono degli aumenti reali) sostenendo che questi sono la causa principale dell'inflazione, dei prezzi elevati, del fallimento delle imprese e della disoccupazione.
Questa dirigenza filo-borghese, in assenza di un'alternativa indipendente degli operai, oggi attira e capitalizza il malcontento degli operai e delle masse popolari, che si mobilitano assieme a questi partiti borghesi avendo come punto di accordo la necessità di espellere il governo di Maduro; è per questo che fanno un'unità di azione, ma come abbiamo esemplificato, i loro interessi programmatici non sono comuni. L'ampiezza delle mobilitazioni non significa, come affermano alcuni settori della sinistra, che esiste una svolta a destra delle masse, al contrario ciò che esiste è il ripudio di vasti settori della popolazione a un progetto borghese come il chavismo che ha deluso le aspettative delle masse.
Esortiamo i lavoratori e le masse popolari del Venezuela, a partire dal rifiuto del regime dittatoriale di Maduro, a non sostenere politicamente i rappresentanti dell'opposizione borghese, mobilitandosi in modo indipendente contro la dittatura che li affama.
 
Oggi più che mai abbiamo bisogno di un'alternativa indipendente della classe lavoratrice
Con la situazione creatasi nei giorni precedenti il 23 gennaio e gli stessi eventi di quel giorno, entriamo in un nuovo capitolo della crisi politica venezuelana, caratterizzato dalla sua acutizzazione, mentre la crisi economica continua ad approfondirsi. I lavoratori e i poveri non otterranno alcuna soluzione favorevole da nessuno dei due blocchi borghesi che oggi si scontra per il controllo dello Stato e quindi per il controllo e l'amministrazione diretta delle entrate petrolifere e di altre attività che vengono amministrate dall'apparato statale.
Il chavismo e i suoi partiti con Maduro in testa sono responsabili della fame, della scarsità di cibo e medicine, dell'elevato costo della vita, dei bassi salari, dell'attacco agli accordi collettivi e alle conquiste sindacali, degli attacchi alla libertà di associazione, dell'attuazione di tabelle salariali da truffatori nella pubblica amministrazione e nelle compagnie statali, dei licenziamenti dei lavoratori fino ad una aggressione anti-operaia che dall'anno scorso ha generato un aumento significativo delle lotte operaie e dei conflitti di lavoro.
I partiti dell'opposizione borghese venezuelana e l'imperialismo hanno cavalcato il malcontento degli operai, ma la loro vera intenzione è di approfondire questa aggressione anti-operaia, essendo loro i gestori delle suddette imprese oggi nelle mani del chavismo.
Ecco perché oggi più che mai abbiamo bisogno di un'alternativa politica indipendente della classe operaia, la cui assenza fa sì che i lavoratori e le masse si mobilitino insieme ai partiti padronali per uscire dalla dittatura affamatrice e repressiva di Maduro. Questa alternativa indipendente è necessaria come strumento per coordinare le lotte operaie, unificarle, per sconfiggere l'aggressione anti-operaia e cacciare il governo Maduro, proponendosi come alternativa per un governo degli operai e delle masse impoverite. Questa alternativa, oggi inesistente, potrebbe essere incarnata dalla Intersettoriale dei Lavoratori del Venezuela (ITV), organizzazione ancora embrionale ma che raggruppa diversi organismi, sindacati e federazioni nel Paese, ma è necessario dotarla di un programma operaio e di politica di indipendenza di classe approvata dai lavoratori.
Per noi dell'Ust, solo con la mobilitazione indipendente dei lavoratori e con la costruzione di questa alternativa di classe sarà possibile sconfiggere la dittatura di Maduro, espellerla dal potere, chiudendo la via all'imperialismo e all'opposizione borghese, perché gli uni e gli altri sono tutti nemici della classe operaia e delle masse del Venezuela.
 
Rifiuto totale dell'ingerenza degli Stati Uniti e dei suoi alleati della destra continentale!
Contro ogni tentativo di intervento e / o golpe militare!
Mobilitazione operaia e popolare indipendente per sconfiggere la dittatura ed espellere Maduro dal potere! Fuori Maduro!
Nessun sostegno al governo autoproclamato e pro-imperialista di Juan Guaidó!
Sconfiggiamo le misure antioperaie del governo Maduro!
Costruiamo un'alternativa politica indipendente dei i lavoratori!
Lottiamo per un governo operaio e delle masse popolari!

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