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Non garantisce la moralizzazione della vita
pubblica. Con un numero inferiore di parlamentari, sarà più facile la
compravendita e il cambio di casacca, visto che basterà un numero inferiore di
soggetti per ottenere maggioranze che altrimenti sarebbero in bilico;
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Non tutela dalla corruzione e dalla
compravendita dei voti in mano alle mafie. Soprattutto con un forte
astensionismo, e col fatto che le mafie spostano enormi pacchetti di voti,
queste avranno gioco facile nell’imporre i candidati da loro prescelti,
condizionando le scelte degli elettori con i
sistemi ben noti di intimidazione o di promesse di compensi di vario
genere;
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Non garantisce l’elezione di soggetti
incorruttibili. Con l’attuale sistema elettorale, dove i candidati sono scelti
dalle segreterie dei partiti, verrebbero candidati i soggetti più influenti all’interno
dei partiti stessi, quelli che garantiscono un maggior numero di voti,
soprattutto laddove il sistema premiante è quello dei “signori delle tessere”;
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Non garantisce il rispetto della Costituzione,
in particolare dell’art. 3 secondo cui “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli……. che impediscono l’effettiva
partecipazione all’organizzazione politica del paese” Infatti, visto che partecipare ad una campagna
elettorale ha un costo elevato anche per i candidati, risulterebbero vincenti
quelli con maggiori disponibilità economiche, il che non è certo sinonimo di eguaglianza
dei cittadini e diritto di pari opportunità nell’accesso alle cariche
istituzionali;
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Non assicura che verranno elette persone con
esperienza e competenze. Poiché nessuno è onnisciente, un numero inferiore di
parlamentari circoscrive di fatto la gamma delle conoscenze delle tematiche e
dei problemi del paese, la cui soluzione verrebbe affidata al “sentito dire” o
alle imposizioni delle lobby di settore;
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Riduce in maniera consistente ogni rapporto con
i territori: se diminuisce il rapporto tra numero dei parlamentari e numero di
abitanti, che attualmente è di 1,6 per ogni 100 mila abitanti, è chiaro che
ogni parlamentare sarà il riferimento di un collegio molto più vasto, magari
con problemi differenti, quindi non verrà garantita quell’attenzione necessaria
ad assicurare una effettiva rappresentatività degli elettori;
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Non verranno garantiti i diritti e la
rappresentatività delle minoranze, né dei partiti minori, che di fatto
verrebbero estromessi dal parlamento, non consentendo quindi l’effettiva
partecipazione alla vita politica della nazione;
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Il risparmio che si otterrebbe è un argomento
risibile e populista: se davvero si volesse risparmiare, basterebbe diminuire
non il numero, bensì gli stipendi dei parlamentari, senza dover mettere in
discussione per l’ennesima volta la Costituzione, sacrificando la
rappresentanza e la democrazia;
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Infine, concentrerebbe maggiori poteri nelle
mani del governo, che avrebbe vita molto più facile nel far passare i propri
provvedimenti, dal momento che i parlamentari sarebbero maggiormente
ricattabili, il che significherebbe la fine della democrazia parlamentare, ed
il passaggio ad una diversa forma di governo, attualmente incostituzionale.
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