Ogni lotta di
liberazione ed autodeterminazione parte sempre dalla distruzione di stereotipi,
etichette, gabbie categoriali. Se non si
rimuovono gli steccati del pregiudizio delle narrazioni conformiste sedimentate
nel tempo, nessuna lotta di liberazione
può avere inizio.
Disintegrare gli stereotipi è ciò che ha fatto Dana Immanuel -cantante, autrice
e banjonista inglese - nel dare vita al
gruppo “Dana Immanuel & The Stolen Band” con altre quattro straordinarie musiciste. Il loro primo CD Come
With Me è una vera e propria
frantumazione di etichette e consuetudini , musicali, sociali.
Del resto proprio
il percorso artistico di Dana Immanuel è un esempio d’anarchia e originalità.
Come definire una ragazza che, dopo essersi laureata ad Oxford in lettere
classiche, molla tutto ed inizia a
guadagnarsi da vivere suonando per strada o sotto la metropolitana di Londra
con tanto di banjo e chitarra, se non allergica a tutto ciò che è
conformismo? Una vita passata fra il
folk ed il blues suonato in strada , il whiskey dei bar, e i
tavoli da poker.
Dopo due album da
solista : “Character Assassination “ e “Dotted Lines “Dana stava sprofondando in una terribile frustrazione
fino a quando non ha trovato quelle quattro ragazze, straordinarie musiciste come
lei, altrettanto refrattarie ad ogni convenzione borghese. Alla Dana suonatrice di banjo, bevitrice di whiskey,
giocatrice di poker si sono aggiunte Fedora
Morris, folle chitarrista elettrica - Hjordis Moon
Badford , percussionista , ginnasta del cajon, del foot tambourine e delle
armonie in technicolor -Karen Grymm Regester contrabbasso a spruzzo di glitter - Basia
Bartz capace di guardare una metropoli
bruciare suonando il violino o sfregando sul suo washboard , tutte inesorabilmente intolleranti ad altri progetti musicali più
convenzionali . Ma tutte unite, insieme a
Dana, a portare la loro musica nelle strade, nei bar, di Londra piuttosto che di
Amsterdam o Parigi.
Che i dieci brani del cd Come With Me siano del tutto particolari lo si desume anche
dall’armamentario strumentale delle ragazze : banjo, chitarre, violini
percussioni di vario tipo dal cajon al washboard al foot tambourine ,
contrabbasso, violoncello.
L’atmosfera che si respira ascoltando Come
with me, il brano d’apertura, è un misto di blues e rock, Nashville
invece porta sulle strade bayou della Lousiana, in un mix di bluegrass e
country alternativo. In altre tracce, come Achilles Heel, irrompe una
sorta di jazz arcaico stile, spams band, quelle bande di ragazzi che agli
albori del ‘900 giravano per il porto di New Orleans suonando violini sgangherati
costruiti con scatole di sigari o contrabbassi formati da mezze casse di legno. Lo stile folk si affaccia in Colckwork e Devil’s Money. Going to the bottle e Motherfucking whore sono
smaccatamente blues. Dunque lo stile di Dana Immanuel and the Stolen
Band è blues? Si ma non solo, è bluegrass, è country è americana è swampy ,
insomma le cinque ragazze suonano una
musica che contiene le radici di tutti questi stili, ma è assolutamente
originale fuori da ogni schema.
Allo
stesso modo le parole dei brani, aspre, esplicitamente dirette , sono
un’invettiva dura contro il maschio. E’un
tentativo forte e potente di frantumare lo stereotipo più radicato, quello
della società patriarcale che soggioga e schiavizza la donna. Un femminismo
senza se senza ma stile SCUM (Society
for Cutting Up Men) il manifesto politico femminista scritto da Valerie Solanas nel 1968.
Ascoltando Come With Me si è
esposti senza protezione alcuna ad un assalto femminista impietoso . Si
rischia di rimanere sopraffatti da un colpo di banjo, di essere triturati da un riff
di chitarra, o segati in due da un arpeggio di violino. Piedi femminili mossi
da corpi carichi di whiskey, dall’alto del cajon ti calpestano armati di foot tamoborine.
Insomma è roba forte anche se non priva di melodica armonia. Un’esperienza
musicale assolutamente da non perdere.
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