Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 19 maggio 2020

Prima gli italiani? No prima i paradisi fiscali

Mario Zorzetto



Il  nostro Paese non sta ponendo attenzione alle decisioni da cui dipende il futuro: non quello delle prossime settimane, ma dei prossimi vent’anni. E il debito al 135 per cento del Pil è uno schiaffo alla giustizia intergenerazionale. Non vogliamo uno Stato elemosiniere che grava sulle future generazioni .

Tra i fattori che producono deficit ha rilievo notevole il dumping fiscale tra i Paesi UE. Ad esempio i Paesi Bassi sono tra i paesi che si avvantaggiano molto del contributo delle imprese italiane. Perché molte grandi imprese che pure hanno i principali stabilimenti in Italia e ricavano i maggiori profitti nel nostro Paese poi beneficiano della legislazione fiscale olandese, molto più conveniente. 

I problemi creati dal dumping di questi "paradisi fiscali neoliberisti" (Lussemburgo, Paesi Bassi, Irlanda etc) sono imputabili almeno a due tipi di natura economico e fiscale:
Il primo riguarda il diritto societario che attraverso un meccanismo maggioritario moltiplica i diritti di voto degli azionisti con quote superiori al 20% del capitale. In questo modo si garantisce al primo azionista della società il controllo dell’azienda – fatto essenziale per le holding – e lo mette al riparo da scalate ostili e da manovre di disturbo di fondi attivisti. Pensare una riforma neoliberista del genere in Italia, con l’obiettivo di attrarre e concentrare capitali esteri non è impossibile, ma è sicuramente molto difficile e discutibile riguardo lo stesso progetto Europa unita e solidale. 

Eppure è la motivazione principale per cui grandi società hanno scelto di spostare la sede fiscale nei Paesi Bassi: l’ultima italiana in ordine di tempo è stata la Campari, ma lo ha fatto anche Mediaset, Fca, Cementir e molte altre. Si noti bene quale amore per il Paese ITALIA , quale Forza all'ITALIA, esse vogliano realmente dare al di là delle fanfaronate e ipocrisie politiche dei loro leaders imprenditori ….. Prima gli italiani? …...NO prima i privilegi godibili nei Paradisi fiscali? .

Il secondo aspetto è quello fiscale: dividendi e capital gain versati dalle controllate estere non concorrono all’imponibile, mentre interessi e royalties non sono tassati. Insomma una combinazione di fattori che piace molto soprattutto ai fondi internazionali che investono nelle grandi società. Come a dire che una sede nei Paesi Bassi serve da biglietto da visita per attrarre capitali freschi. 

Come rimediare a tutto ciò: si deve costruire un pilastro fiscale omogeneo in UE ... è molto semplice e l'UE , il progetto Europa, ne trarrebbe beneficio politico, giustizia fiscale ed economica….anche il neoliberismo ha bisogno di regole che i ministri dei vari MEF dei Paesi UE devono darsi e rispettare secondo il principio "le tasse sono da pagare secondo criteri di progressività  dove si produce ricchezza con il lavoro".

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