Lunedì il popolo dell’acqua consegnerà in Cassazione oltre 1.250.000 firme raccolte in Italia in poco più di due mesi (Severo Lutrario ci comunica che il numero esatto è di 1.401.432 ndr) contro il tentativo di imporre a tutto il paese una situazione analoga a quella che i cittadini della provincia di Frosinone patiscono da sette anni con la gestione di ACEA ATO 5 S.p.A. Contro tutto e tutti, di fronte al totale silenzio di TV e giornali, con l’avversione dichiarata o semplicemente praticata dell’intero schieramento politico parlamentare sia di maggioranza che di opposizione, senza il supporto di nessuna di quelle organizzazioni di massa che in passato garantivano le capacità organizzative
per un’impresa del genere, i cittadini, senza distinzione di orientamento politico, i comitati spontanei di quegli stessi cittadini, le associazioni, ed anche i singoli amministratori – anche in questo caso senza distinzione di appartenenza politica - hanno dimostrato come il paese sia ben più avanti del palazzo che dovrebbe rappresentarli. Di fronte al destino di un bene comune come l’acqua la loro risposta è stata inequivocabile: l’acqua non può essere trattata come una merce e la gestione del relativo servizio deve essere pubblica. Una risposta tanto inequivocabile quanto clamorosa: mai, nella storia della Repubblica,
un’iniziativa referendaria aveva ottenuto un simile travolgente consenso. E questo ci lascia ben sperare che anche a giugno dell’anno prossimo, quando si dovrà tradurre in voto questo consenso, gli italiani non si faranno sedurre dalle sirene – di destra e di sinistra - dell’astensione balneare, ed andranno in massa a decidere del proprio destino tornato per una volta - e grazie a loro - nelle loro mani. Come abbiamo più volte avuto modo di dichiarare il risultato in provincia di Frosinone è andato ben oltre il pur straordinario dato nazionale e le oltre 20.000 firme raccolte suonano come una condanna senza appello
sia ad ACEA ATO 5 S.p.A e sia di quegli amministratori che in questi anni ed anche in questi mesi, con i loro atti o con le loro altrettanto colpevoli omissioni, hanno consentito che l’assurda pestilenza costituita dalla gestione ACEA imperversasse sui nostri comuni e sulle nostre case. A questo proposito abbiamo il dovere di chiarire come da porte nostra concordiamo con la sostanza di quanto deliberato dal CO.N.VI.RI. in ordine alla necessità di tornare all’applicazione delle tariffe effettive, finendola una volta per tutte con l’assunzione di tariffe provvisorie senza alcuna giustificazione giuridica e contrattuale.
Cogliamo nelle affermazioni del Presidente Iannarilli, che parla della necessità di contabilizzare, nel calcolo della tariffa effettiva, gli effettivi investimenti effettuati in luogo di quelli che si sarebbero dovuti effettuare, un primo passo nella direzione giusta ed annunciamo di avere già determinato – cosa assolutamente possibile, come dimostriamo nel dossier che produciamo – un’ipotesi di tariffa contrattuale niente affatto
punitiva nei confronti del gestore, ma che, nel rispetto della gara, del contratto, del disciplinare tecnico e della legge, tiene conto dell’effettiva gestione negli anni 2003 – 2010.
Dal mese di settembre apriremo i nostri sportelli a tutti i cittadini e in quella sede saremo in grado di determinare quanto sarebbe stato, anno per anno, il giusto importo da pagare per il servizio ricevuto e, per differenza, le somme che ogni singolo utente potrà richiedere sia al gestore e sia agli 86 sindaci che con i loro atti o con le loro omissioni hanno consentito che avvenisse quello che i cittadini hanno dovuto patire. Se le somme indebitamente pagate dai cittadini sono per centinaia di milioni di euro, i danni patiti dal comuni e dai cittadini per le inadempienze sono almeno di ulteriori decine di milioni, mentre ancora di
decine di milioni di euro sono gli oneri concessori ed i mutui che ACEA non ha versato nelle disastrate casse di comuni. Di fronte ad una simile devastazione nessun si illuda che, in luogo della doverosa risoluzione per colpa del contratto, si possa trasformare tutta questa vicenda nel gioco dell’oca con la predisposizione nelle segrete stanze della Segreteria Tecnica Operativa – su cui pende la famosa richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura della Repubblica - di un nuovo Piano d’Ambito, cucito a sanatoria su misura per questo gestore. Sabato 24 e domenica 25 il Coordinamento organizza a San Donato Val di Comino un seminario formativo per tutti coloro che vogliono avviare dal mese di settembre uno sportello per i cittadini. Chiunque sia interessato può contattare il coordinamento alle e-mail cap.frosinone@gmail.com e fulpica@gmail.com o telefonare ai numeri 338 2164837 e 338 9950937
IL COORDIMANETO PER L’ACQUA PUBBLICA IL COMITATO REFERENDARIO
DELLA PROVINCIA DI FROSINONE 3 QUESTITI PER L’ACQUA PUBBLICA
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