Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 15 ottobre 2010

Morto un Berlusconi se ne fa un altro

di Luciano Granieri





Domani, sabato 16 ottobre, anche noi di Aut-Frosinone saremo in Piazza a Roma con la FIOM. Le ragioni per cui è assolutamente necessario partecipare alla mobilitazione sono ampiamente illustrate sul nostro blog da molteplici interventi di movimenti e liberi cittadini. Ciò che a noi preme sottolineare è che le ragioni di questa mobilitazione vanno oltre  il contrasto all’anomalia
Berlusconi . Un’anomalia devastante e radicata come una gramigna malefica,    che è comunque contingente. Attorno alla FIOM domani si coaguleranno quelle aggregazioni che come e più della FIOM vogliono contrastare una deriva sociale in atto già dal referendum che venticinque anni fa sancì l’abrogazione della scala mobile. Una deriva nella  quale si è formato il brodo di coltura in cui l’ascesa berlusconiana si è nutrita e sviluppata nel modo ipertrofico che conosciamo oggi, ma che prescinde da Berlusconi. In presenza delle condizioni attuali, morto un Berlusconi se ne fa un altro. Berlusconi non è la causa è il prodotto di una contro rivoluzione padronale attiva  sin dagli inizi degli anni 80’ finalizzata a restaurare  un modello sociale schiavista dove i detentori dei mezzi di produzione e gli spietati capitani coraggiosi della finanza sono  tiranni e padroni unici  della società civile. Un modello che negli anni 70’ fu minacciato da un inesorabile incremento dei livelli di partecipazione e controllo politico che   il mondo del lavoro e dell’istruzione avevano conseguito in un decennio di lotte.  Certamente il fenomeno Berlusconi con il tempo è esploso diventando spesso ingombrante e in parte dannoso per lo stesso sistema che lo aveva generato. E’ dunque indispensabile riappropriarsi di un conflitto necessario a ripristinare quelle difese che in passato avevano arginato il debordare dell’ideologia liberale nel liberismo più sfrenato. E’ fondamentale mobilitarsi affinché si ricostituisca un baluardo contro il saccheggio che il capitale ha operato ai danni del mondo del lavoro incattivendo la convivenza civile  e impoverendo sempre più le masse popolari che oggi includono anche la piccola imprenditoria .  Certo l’operazione è quasi impossibile, troppo gravi i danni inferti dal capitale a tali difese e baluardi, ma proprio per questo   bisogna tornare a lottare in modo incisivo e determinato. Il sorgere di una nuova consapevolezza condivisa  sulla necessità  di tornare artefici dei propri  destini  sottraendoli alla tirannica giurisdizione dei  vari Marchionne,  e Marcegaglia, spalleggiati in questo reiterato abuso dai sindacati di regime. Il rinnovato processo di solidarizzazione che unisce nella lotta operai, studenti, insegnanti,  braccianti agricoli, immigrati, mette paura, e tanto, alla tirannia politico finanziaria. Ne è testimonianza la riesumazione del vecchio ma affidabile “METODO KOSSIGA” .  E’ di ieri l’annuncio del ministro degli interni Maroni su possibili, anzi,  quasi certe infiltrazioni nell’ambito del corteo di frange violente di nazionalisti serbi.  Guarda caso tale  clima intimidatorio non ha avvelenato la vigilia dei vari No B Day o di altre manifestazioni grilline e dipietresche. Questo è il segno inconfutabile che non fa paura il contrasto a Berlusconi anzi,  costituisce un diversivo, il conflitto che allarma  le  èlite e le lobbies economico-finanziarie è quello che si mobilita contro il capitalismo. Buona Manifestazione a tutti.


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