Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 12 ottobre 2010

Sindaci contro la Polverini

di Luciano Granieri




Prosegue la protesta del popolo ciociaro contro la cancellazione della sanità pubblica  nella Provincia di Frosinone operata dal governatore della Regione Lazio Renata Polverini. Dopo la manifestazione per sollecitare  l’apertura del nuovo ospedale “Fabrizio Spaziani”, che non sarà mai DEA di II livello come sostengono Apruzzese e Fiorito  se, come è certo, Frosinone sarà inserita nella macro area Roma est, dopo varie sollevazioni locali culminate con l’impiccagione del fantoccio di Renata Polverini da un balcone dell’ospedale di Pontecorvo, alcuni sindaci e amministratori della Provincia, movimenti, associazioni  di liberi cittadini, hanno dato vita lunedì 11 ottobre ad un corteo di protesta che dalla sede del Comune di Frosinone si è snodato per le vie del centro fino a raggiungere il palazzo  dell’Amministrazione provinciale. Questa manifestazione precederà quella di mercoledì 13 ottobre  a Roma con sindaci e popolazione che chiederanno di essere ricevuti dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, visto che Renata Polverini ha rifiutato l’incontro. Come  è nostra consuetudine abbiamo seguito il corteo da manifestanti, interloquendo e scambiandoci opinioni con gli altri: amici, compagni della Rete Antifascista Antirazzista del Basso Lazio, e semplici cittadini. La manifestazione, come testimoniano i video è stata molto partecipata, con il coordinamento contro la chiusura dell’ospedale di Pontecorvo in prima linea. Le modalità di svolgimento hanno ricalcato quanto è avvenuto nel corso della protesta per sollecitare l’apertura del nuovo ospedale “Fabrizio Spaziani” . Ovvero, con l’esponente di Rifondazione Comunista , il metalmeccanico Guglielmo Maddè, a dettare i tempi del corteo e i sindaci, i movimenti , i coordinamenti a seguire le indicazioni dell’operaio comunista. Che la manifestazione sia stata efficace è fuori dubbio, ma come spesso accade quando politici e amministratori si accodano alle sacrosante rivendicazioni delle persone comuni i conti non tornano. L’esortazione ripetuta al bypartizanismo da parte di tutti gli amministratori presenti ci ha nauseato. E’ lapalissiano che il diritto ad una sanità pubblica efficiente come sancito  dall’art. 32 della Costituzione, riguarda tutti i soggetti senza distinzione di censo, di razza e nemmeno di appartenenza politica, ma è pur vero che molti di quei sindaci e amministratori piazzati alla testa del corteo con tanto di fasce tricolori in bella vista sono conniventi e complici del sistema che vuole negare quel diritto alla salute che loro stessi rivendicano. Ad esempio che ci faceva il post fascista sindaco di Supino Alessandro Foglietta in mezzo ai manifestanti? Un soggetto che militava nel partito dell’ex governatore del Lazio, fascista anch’egli,  Francesco Storace vero artefice dalla voragine  finanziaria che ha inghiottito nel vortice dalla corruzione la sanità laziale (remember Lady Asl?), Un figuro che non avendo ottenuto una posizione privilegiata all’interno del Pdl  locale si è inventato il partito “Ribellati Ciociaria” per fare un dispetto a chi lo aveva accantonato e che ora veleggia verso i lidi di Fini. E che dire del sindaco di Arpino Fabio Forte che, da esponente Udc ha concorso  all’elezione di quella stessa Polverini che oggi contesta?  E’ possibile ipotizzare che questi signori insieme a tanti altri che erano presenti e che non citiamo possano dirsi contrari alle convenzioni con le cliniche private, alla mercificazione e alla privatizzazione della sanità?  Perché questa è la questione di fondo. La lotta non è finalizzata a contrastare il tagli alla sanità pubblica nella nostra Provincia, ma  è estesa a combattere tale criminale procedura in ogni luogo della Nazione. Se mancano i soldi si riducano gli stipendi milionari dei manager delle Asl  che spesso occupano  quelle poltrone proprio grazie ai buoni uffici di chi,  lunedì scorso, stava alla testa del corteo . Si eliminino le costosissime convenzioni con le cliniche private degli amici e amici degli amici,  sodali in molti casi   con  qualcuno  di quelli che gridavano  contro la Polverini davanti al palazzo della Provincia. Ma il cortreo di lunedì non puzzava solo dalla testa , come il pesce marcio, anche la coda emanava fetidi effluvi. Infatti quella posizione era indebitamente occupata dai “fascisti del terzo millennio” , i protetti del mafioso Dell’Utri, i delfini del sindaco Alemanno vero padrone della Regione visto che la Polverini per parare il culo al capo e salvarlo dai suoi processi è stata declassata a badante di Bossi. In base a quali motivazioni, se non quelle di farsi vedere in una città che neanche li “caga”, questi contestano coloro i quali li finanziano e li tengono in vita contro ogni principio di legalità sancito dalla Costituzione antifascista?  Ha regione la redattrice di Aut e mia amica Fausta: in questa manifestazione mancava solo la Polverini che protestava contro se stessa, poi il quadro era completo. Attenzione, non facciamoci imbrogliare, la lotta vera  è contro la privatizzazione e mercificazione di diritti fondamentali quali, la salute, l’istrusione, l’accesso ai beni comuni. Diritti che sottratti al popolo da un capitalismo vorace diventano privilegio di pochi. Ed è allora che il popolo deve difendersi da questi espropri non delegando attraverso imbrogli elettorali la propria tutela agli aguzzini che li affamano, ma provvedendo autonomamente alla propria salvaguardia. Non popolo sovrano, ma popolo strenuo difensore dei propri interessi. L’unico  sistema affinché questo diventi il solo e unico artefice del suo destino consiste nel prendere direttamente il potere. Vittoria del popolo? Una volta si diceva vittoria del proletariato. L’unico colore che la sanità può esibire per essere elemento cardine di giustizia sociale è quello della vittoria  diretta del popolo che a noi piace chiamare ancora proletariato. 






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