Venerdì 8 aprile per noi è stato un giorno di intensa attività politica. Non c’è da preoccuparsi non siamo impazziti. Sarà molto difficile che ci troviate all’interno dei palazzi a trattare una qualche poltrona o strapuntino . Eravamo in piazza nel tentativo di stimolare presso la collettività un minimo di riacquisizione di coscienza politica e democratica. Che la politica si faccia in piazza, sia come liberi cittadini sia come parte di movimenti sociali ne siamo convinti da tempo, anche se spesso, troppo spesso, le nostre voci cadono nel vuoto. Il compito nella situazione attuale è quanto mai difficile, perché fatta salve qualche eccezione, le masse, in particolare le masse della nostra città, risultano ancora non pervenute. E’ dura ricostruire la consapevolezza di poter essere artefici del proprio futuro senza delegare a nessuno, in particolar modo a politicanti maneggioni, decisioni che condizionano la vita di tutti. La mala pianta del berusconismo con il suo ipertrofismo mediatico ha ridotto la politica in un eterno referendum pro o contro Berlusconi. Prendiamo la decisione di partecipare al bombardamento in Libia contro Gheddafi. La maggioranza è stata favorevole con qualche mal di pancia , l’opposizione (PD in particolare) invece ha fortemente appoggiato l’azione di guerra, intanto perché si va a sganciare bombe in testa ad un amico di Berlusconi, e poi perché Berlusconi stesso non è ancora molto convinto di questa soluzione. Se non fosse nata l’incombenza di stare dietro alla Francia all’Inghilterra e agli Stati Uniti, il cavaliere avrebbe fatto volentieri a meno di questa guerra. Dunque se bisogna schierarsi a favore di un conflitto, mal sopportato dalla maggioranza che presenta il concreto rischio di mettere il governo in difficoltà nei confronti degli altri paesi europei, ci si schiera senza se e senza ma, altro che pacifismo e rispetto dell’articolo 11 della costituzione . Se fare la guerra alla Libia significa porre il governo Berlusconi in apprensione , ben venga la guerra con buona pace della pace. Ai pacifisti dell’opposizione liberale poniamo una semplice domanda che differenza c’è fra l’aggressione all’Iraq e quella alla Libia? Entrambe si giustificano con la volontà di portare democrazia e porre fine al dispotismo del dittatore. Allora perché per l’intervento in Iraq si invoca il rispetto della Art.11 della costituzione e lo si ignora completamente quando il dittatore bersaglio è Gheddafi? Dunque le masse reclutate del partito liberale di opposizione in piazza contro questa guerra non ci sono andate. Noi ribadiamo che la guerra è una tragedia che va evitata e combattuta chiunque ne sia il promotore D’Alema, Bersani o Berlusconi. Tutto sto’ giro di parole per trovare una giustificazione alla scarsa partecipazione al sit-in contro i bombardamenti in Libia, per la promozione di culture di pace e accoglienza verso i migranti. Venerdì scorso in effetti di gente non ce ne era molta. Nonostante il costituito Comitato “La Provincia di Frosinone Contro la Guerra” comprendesse al suo interno diversi movimenti, noi di Aut, partiti politici, attualmente fuori dal parlamento, la partecipazione è stata scarsa. Ma noi non ci arrendiamo e non ci arrenderemo mai . Intanto una delegazione del comitato ha ottenuto un colloquio con il Prefetto Paolino Maddaloni in qualità di rappresentante del governo nella città. Nel corso dell’incontro svoltosi tra Madddaloni e i tre componenti della delegazione: Matteo Oi (Rete degli studenti Medi) Paolo Iafrate (Associazione Oltre l’Occidente) e Eugenio Oi, il comitato ha chiesto formalmente la cessazione dei bombardamenti e un maggiore impegno per l’accoglienza degli stranieri che stanno arrivando dall’Africa del nord, senza distinzioni, per altro impraticabili, fra status di clandestino e quello di rifugiato politico. Nel filmato mostriamo alcuni momenti dell’evento.
Non contenti di questa primo atto politico abbiamo deciso di continuare nel nostro obbiettivo di essere partecipi e artefici di buona politica. Così, invitati dal Circolo di Frosinone di Sel, abbiamo condiviso la nascita del Comitato “Fermiamo il Nucleare Frosinone” Ebbene si oltre che aderire al forum dell’acqua pubblica siamo anche in questo movimento nato venerdì contro il nucleare. Pensiamo che la difesa dell’acqua bene comune e la lotta contro le centrali nucleari, facciano parte di uno stesso modo di concepire il benessere di una società. Noi siamo per una comunità in cui le risorse della natura non debbano essere fonte di profitto e conseguente sfruttamento di chi questo profitto acquisisce, né l’energia necessaria alla vita debba mettere a rischio la vita stessa. Dunque venerdì 8 aprile è nato il “Comitato Antinucleare di Frosinone” Anche qui diversi soggetti hanno deciso di costituirsi in comitato per sostenere la campagna referendaria contro il nucleare. Il Referendum come è noto si terrà insieme agli altri quesiti sull’acqua il 12 giugno. Al comitato partecipano oltre a noi di Aut: Il circolo frusinate di Sel, il sindacato USB , l’associazione “Oltre l’occidente”, “il movimento 5 stelle”, il circolo Carlo Giuliani di Rifondazione Comunista di Frosinone, e alcuni amministratori locali: Francesco Raffa , assessore all’ambiente del comune di Frosinone, il Dott. Norberto Venturi presidente del consiglio del Comune di Frosinone e il consigliere Alberto Gaualdini . Dopo questo primo incontro svoltosi presso la cantina Mediterraneo che ha prodotto l’atto costitutivo del comitato, verranno messe in cantiere altre attività. Il nostro blog avrà cura di tenervi informati sugli sviluppi , sia della campagna referendaria contro il nucleare che su quella relativa all’acqua pubblica. Per ulteriori informazioni e opinioni sul costituito comitato contro il nucleare invitiamo a cliccare su Il nucleare fa bene ? Si, se nasce il comitato antinucleare di Frosinone Il post che gli amici di Ecodellarete hanno pubblicato sul loro sito.
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