il volantino del Pdac per le manifestazioni del 6 maggio
Milioni di lavoratori di diverse categorie, per la prima volta dopo molti mesi, oggi possono scioperare unitariamente. Dopo mesi di scioperi frammentati e isolati che non hanno strappato nulla a governo e padronato (i quali procedono imperterriti nella loro opera di massacro della classe lavoratrice), ora il tanto atteso sciopero generale è arrivato: ma è arrivato nel modo sbagliato.
Che il vaso fosse colmo da tempo lo hanno dimostrato la piazza del 16 ottobre a Roma (manifestazione della Fiom), lo sciopero del 28 gennaio, le manifestazioni in difesa della scuola pubblica, la resistenza degli operai a Pomigliano, il No degli operai al referendum truffa di Mirafiori, gli scioperi del sindacalismo di base, lo sciopero del 15 aprile organizzato dagli immigrati, i tentativi d’occupazione delle fabbriche, i comitati contro i tagli all’università e alla sanità, la fuga degli immigrati dal centro detenzione di Manduria, le manifestazioni contro la guerra imperialista. Dopo i fischi degli operai che hanno sommerso l’intervento della segretaria Cgil Camusso nella piazza bolognese il 27 gennaio scorso, quando si rifiutò di proclamare lo sciopero, dopo le pressioni dalla base, la segreteria della Cgil è stata costretta a proclamare lo sciopero generale. Ma che lo sciopero sia indigesto ai burocrati sindacali preoccupati di mantenere un buon rapporto con Confindustria, ad assicurare la pace sociale e a salvare il capitalismo, lo dimostrano i contenuti e l’organizzazione di questo sciopero. Uno sciopero senza manifestazione nazionale, per far sì che i lavoratori restino divisi. E in alcune regioni si sciopererà solo per quattro ore.
Questo sciopero, lungi da rappresentare ciò di cui hanno urgente necessità i lavoratori, è uno sciopero da clima elettorale (offre un’occasione di propaganda ai candidati del centrosinistra borghese). Il fatto stesso che sia stato annunciato due mesi fa, la dice lunga sul “disturbo” che potrà creare al padronato. Del resto, non è un segreto che la maggior parte dei segretari Cgil non frequentano molto i salariati che dicono di difendere. Essi sono più assidui frequentatori delle sedi del Partito Democratico (il partito del governo Prodi che ha attuato finanziarie contro i lavoratori e aumentato le spese militari) e di Sinistra e Libertà (di Vendola, governatore della Puglia, distintosi per tagli alla sanità pubblica, finanziamenti alle scuole private), di Rifondazione (che, sebbene ridotta ai minimi termini, si dice disposta a offrire di nuovo il proprio sostegno a un futuro governo di centrosinistra).
Per queste ragioni, Alternativa Comunista, che oggi è in piazza per essere al fianco dei lavoratori in sciopero, condanna le burocrazie sindacali della Cgil che hanno fatto di tutto per trasformare questa giornata di mobilitazione in un’innocua passeggiata. Ciò che serve, per difendere i lavoratori, è ben altro.
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