Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 3 maggio 2011

Paura del POPOLO SOVRANO

Luciano Granieri


I referendum fanno paura. Questo è ormai assodato. Si sta cercando in tutti i modi di zittire il popolo che è sovrano solo quando fa comodo al palazzo. Il Governo, da tempo sta disseminando di trappole  il corso referendario per annullarne  gli effetti. Si è iniziato con la data della consultazione   disgiunta dalle ELEZIONI amministrative, si è proseguito con    una “MORATORIA ABROGATIVA” , trappola nascosta nel decreto “OMNIBUS”, per fermare il quesito contro il nucleare, si continuerà con una probabile  sciabolata inserita sempre nell’omnicomprensivo “OMNIBUS” tesa a decapitare i quesiti sull’acqua pubblica. Il primo obbiettivo, si dice, sia  quello di disinnescare il referendum sul legittimo impedimento, il quale non può essere annullato con sotterfugi legislativi e dunque è indispensabile il non raggiungimento del quorum, traguardo  molto  più semplice da raggiungere se gli altri quesiti vengono annullati. Ma esistono altre ragioni per cui conviene alla casta neutralizzare  tutta la consultazione referendaria, Sull’acqua, ad esempio, molti squali all’interno di confindustria già stanno facendo i conti sugli immensi profitti che potranno  realizzare sulla gestioni idrica e spingono Berlusconi affinché nessun popolo sovrano si metta di mezzo. Stesso discorso per il nucleare. Quanti palazzinari si stanno leccando i baffi al solo pensiero delle colate di cemento che avranno da gettare per costruire le strutture destinate ad ospitare centrali dal futuro comunque incerto  ? Speriamo nella Cassazione che, a decreto approvato, dovrà valutare se la nuova normativa sul nucleare , che modifica la precedente, avrà  assunto “i principi ispiratori” e i “contenuti normativi essenziali” che si pongono  a fondamento della richiesta di referendum abrogativo. Una speranza c’è . L’emendamento del Governo su cui si dovrebbe spostare il giudizio del corpo elettorale è composto da otto commi cinque di questi abrogano tutte le norme su cui è stato richiesto il referendum, nel  primo comma invece si legge che ” Non si procede alla definizione e attuazione del programma  nucleare solo momentaneamente in attesa di  acquisire ulteriori evidenze scientifiche e in attesa delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea” Questo assunto appare incompatibile con la richiesta dei promotori del referendum che invece vogliono l’abbandono definitivo di ogni politica nucleare in Italia. Secondo  Gaetano Azzariti  professore ordinario di "Diritto  costituzionale" presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Roma “La  Sapienza” “La particolare struttura della disposizione normativa proposta dal Governo permetterebbe quindi un trasferimento del quesito rispettoso dei diversi principi ispiratori. Basterebbe operare il trasferimento solo sul primo comma. In tal modo il corpo elettorale sarebbe chimatato a scegliere tra la sospensione momentanea delle politiche nucleari, così come ritenuto necessario dal Governo, e il definitivo abbandono di ogni politica nucelare, così come richiesto dai promotori del referendum.” In buona sostanza si dovrebbe tenere il referendum solo sul primo comma della nuova normativa per sancire il definitivo e non temporaneo effetto dei commi successivi che rinunciando ad ogni politica nucleare, rispettano il principio ispiratore dei referendum. Vedremo se sarà questa la decisione della Cassazione. Nel frattempo la paura come detto, fa novanta e continuano le azioni atte a comprimere ogni tentativo di DIFFONDERE  il merito dei referendum. Ad esempio nel concertone del primo maggio, l’organizzazione ha deciso di far firmare agli artisti, prima della esibizione , una liberatoria in cui si impegnavano a non parlare dei referendum e a non dare indicazioni di voto “Una  normale applicazione della legge sulla par condicio” si giustificava l’organizzatore Marco Godano,  non tenendo conto che il comitato di vigilanza Rai, ancora non ha definito le regole per la comunicazione referendaria a causa  dell’ostruzionismo dei membri in quota alla maggioranza, per cui è difficile rispettare regole che ancora non esistono . Infatti il pensiero del cast era un altro. Si bollava questa liberatoria come “il tentativo di mettere la sordina a cantanti e attori” . Erriquez, il cantante della Bandabardò si è arrabbiato sul serio affermando di essere di fronte “a un vero e proprio atto di censura” . Fortunatamente esiste la rete per cui nel corso del concerto gli artisti hanno potuto egualmente esprimersi nel video che di seguito pubblichiamo.  




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