Dal 12 al 23 giugno a Milano, in piazza Duomo, si terrà “Israele che non ti aspetti”, una kermesse sulla tecnologia e sul turismo israeliani promossa dalle stesse autorità di Tel Aviv in collaborazione con gli enti locali lombardi, per “promuovere scambi scientifici e culturali tra Tel Aviv e Milano” e raccontare “un Israele diverso da quello di Stato interessato da un conflitto”. Un'operazione da 2,5 milioni di euro che vorrebbe cancellare la memoria della pulizia etnica che ha dato origine alla nascita dello stato di Israele e che perdura tuttora: la violenta cacciata degli abitanti della Palestina nel 1948-49, l’espropriazione della loro terra, la soppressione dei loro diritti civili e dei più fondamentali diritti umani, la negazione del diritto dei profughi palestinesi al ritorno nella propria terra.
Uno Stato che legittima l’apartheid come prassi quotidiana, nascondendola sotto la parola “sicurezza” (tanto cara anche ai nostri governi), che costruisce un muro alto più di otto metri che impedisce ai palestinesi di accedere ai propri campi, alle scuole e agli ospedali, espropriando altra terra, case, fonti di vita. Un muro che - in aperta violazione di sentenze e accordi internazionali - annette, sempre in nome del Santo Diritto alla Difesa, insediamenti illegali, che neanche dovrebbero esistere. Uno Stato che viene definito “unico stato democratico del Medio Oriente”, ma che nei suoi 63 anni di storia ha continuamente alternato guerra ad alta e a bassa intensità. Uno Stato che nel gennaio 2009 ha bombardato la Striscia di Gaza portando in soli 24 giorni alla morte di oltre 1.500 persone, utilizzando armi illegali secondo la Convenzione di Ginevra, come le cluster bombs ed il fosforo bianco. Uno Stato che dal 2006 condanna gli abitanti della Striscia di Gaza ad un assedio e ad un embargo totali e permanenti, impedendo l’ingresso di materiali da costruzione come di altri moltissimi beni, anche di prima necessità, in aperta violazione della legalità internazionale. La recente apertura del valico di Rafah da parte del governo egiziano, che autorizza solo il passaggio delle persone e non delle merci, non permette ancora l'ingresso degli aiuti umanitari.
Proprio per rompere l'assedio di Gaza il movimento internazionale si sta mobilitando in Palestina e attraverso convogli, carovane, missioni internazionali per portare aiuti alla popolazione di Gaza e sostegno politico alla lotta di liberazione palestinese. Nei prossimi giorni da diversi porti europei partirà la Freedom Flotilla 2 di cui farà parte anche la nave italiana Stefano Chiarini: mentre le istituzioni italiane ospitano la kermesse sionista è ancora più importante il sostegno ad iniziative come laFlotilla che, nonostante le minacce del terrorismo di Stato israeliano, che un anno fa provocò i nove morti della Mavi Marmara, è pronta a partire.
Per questo non tolleriamo che Milano diventi la passerella per un’operazione di propaganda dell'imperialismo sionista. Più di 70 risoluzioni delle Nazioni Unite in difesa dei Palestinesi, di condanna delle politiche di Israele sono state ignorate: Israele le ha tutte disattese, con l’appoggio determinante degli USA, l’inettitudine colpevole dell’Unione Europea e di tutti gli stati europei. In particolare l’Italia si è resa complice sottoscrivendo numerosi accordi di cooperazione economica, militare e scientifica con Israele, proprio mentre nel mondo cresce la campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro il regime di apartheid israeliano. Non a caso parte integrante di questa kermesse sarà il Summit Economico in piazza Affari, dove si terranno numerosi incontri bilaterali economici/politici con rappresentanti delle istituzioni italiane e 600 imprenditori.
NO GLI ACCORDI ECONOMICI E DI COOPERAZIONE CON ISRAELE!
PER IL BOICOTTAGGIO DELL'ECONOMIA DI GUERRA ISRAELIANA!
CONTRO L'IMPERIALISMO ISRAELIANO! VITA TERRA E LIBERTA' PER IL POPOLO PALESTINESE!
NO ALL'OCCUPAZIONE ISRAELIANA DELLA PALESTINA...E DI MILANO!
MANIFESTAZIONE NAZIONALE IL 18 GIUGNO A MILANO
CONCENTRAMENTO IN LARGO CAIROLI ALLE 15:00
INVITIAMO TUTTE LE REALTÀ AD INVIARE LE ADESIONI ALL'INDIRIZZO
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