Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 15 marzo 2012

Lavoratori senza ambivalenze e doppiezze

Lucia Fabi,  Angelino Loffredi

 Tanti operai avevano trascorso la nottata al riparo della tenda “ Giarabub”, la quale ben impermeabilizzata non aveva permesso che la pioggia,  scesa durante la notte  bagnasse i presenti. La tenda era stata collocata ai margini della strada, davanti i cancelli del saponificio, nello stesso posto dove ora è sistemato il monumento che ricorda il sacrificio di Luigi Mastrogiacomo.
Non siamo in grado di riportare con esattezza le dimensioni, possiamo scrivere che la stessa durante i campeggi estivi era in grado di ospitare 20 posti letto, oltre la cucina e il magazzino.
A fianco della tenda gli operai sistemarono una macchina con amplificazione e altoparlante, pertanto, sin dalla mattinata dell’8 novembre sotto la stessa si muoveva e si andava organizzando un vero quartier generale con tavolo e sedie. Si era,quindi, nelle condizioni di discutere con i cittadini e con delegazioni operaie che venivano dalle varie realtà del territorio. L’altro dato veramente significativo da riportare riguarda il fatto che davanti ai cancelli del saponificio lo schieramento di poliziotti e di camionette si era notevolmente ridotto e, a sentire qualche sindacalista, l’atteggiamento dei pochi poliziotti rimasti non era più provocatorio.

Su sollecitazione del Prefetto, Sante Iannone, alle 17, presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro doveva tenersi un incontro fra le parti ma Annunziata, senza addurre alcun motivo, non si presenta.
A fronte di tale ingiustificata diserzione è lo stesso Prefetto a convocare per le 19 in Prefettura Antonio Annunziata e le organizzazioni sindacali. Il Commendatore a questo autorevole invito non può sottrarsi, pertanto, si presenta con puntualità.
Da quello che riporta Luciano Renna su “ Il Messaggero “ del 9 novembre, il Prefetto assume un  ruolo decisivo e ben determinato, infatti entra nel merito della trattativa per fissare il prezzo del premio “una tantum “.
Ricordiamo che nell’ultimo incontro tenuto fra le parti le organizzazioni dei lavoratori avevano chiesto una cifra fra 13.000 e 17.000 lire mentre Annunziata aveva risposto con la somma di 8.000 lire. Posizioni così  lontane avevano portato allo sciopero.
Non siamo in grado di riportare dettagliatamente come si svolse la discussione, possiamo solamente scrivere che  nel momento in cui il Prefetto fissava il prezzo”una tantum “ a 9.260 lire a persona, tale cifra veniva accettata da tutti.
Alle 23 dello stesso giorno presso il Cinema Moderno di Ceccano veniva convocata l’assemblea generale degli operai per discutere l’accordo preso in Prefettura.
In una atmosfera molto tesa, con gli animi accalorati e preoccupati avviene un fatto clamoroso: l’ipotesi di accordo veniva respinta, gli stessi sindacati venivano sconfessati, ma fortunatamente il senso di responsabilità rimaneva integro.

Il Prefetto nella tarda mattinata di giovedi 9, presente Tommaso Bruni vicedirettore dell’Ufficio Provinciale del Lavoro, riconvocò per via telefonica, in Prefettura, le parti. L’incontro dura dalle 12 alle 14,30 e si conclude con un accordo. Dal verbale dello stesso, in nostro possesso, siamo nelle condizioni di riportare che “ il comm. Antonio Annunziata aderendo a proposta formulata dal Prefetto, si dichiara disposto a corrispondere lire 10.000 pro-capite a tutti gli operai, a titolo di indennità una tantum”.
La corresponsione della stessa verrà fatta sabato 11 novembre.
La Società  s’impegna, inoltre,  a computare la giornata di sciopero del 9 novembre in conto ferie. Tutti i presenti, invitati dal Prefetto, sottoscrivono l’accordo. Sempre dal verbale risultano quali sottoscrittori: Antonio Annunziata, assistito da Francesco Galella, Giuseppe Malandrucco per la Cgil, Nicola Sferrazza, per la Cisl, e i membri della Commissione Interna Giuseppe Di Piazza, Luigi Roma e Osvaldo Rocca.
Il nuovo accordo, ovviamente, deve essere esaminato ed approvato dall’assemblea generale degli operai. L’incontro, convocato a voce e con altoparlante istallato sulla macchina che circolava in Ceccano, si tenne  presso il Cinema Moderno e durò dalle17,45 alle 20,45. La sala non riuscì a contenere tutti i presenti. Furono 3 ore di discussione aperte da Malandrucco e Sferrazza per motivare l’accordo. La proposta  immediatamente ricevette contrarietà e grandissime  contrapposizioni. La tensione rimase altissima per tutta la durata dell’ incontro, ma non ci furono atti rissosi. Gli interventi che si susseguirono in modo incalzante ed appassionato furono di Giovanni Iannucci, Giovanni Raimondi, Giovanni Loffredi, Francesco Guarcini, Domenico Tanzini e Antonio Mattone. Sei interventi esposti senza ambivalenze e doppiezze, privi di incertezze, diversi per motivazioni ma tutti convergenti nell’affermare che l’accordo così come era sottoscritto non poteva essere approvato. Il dato che  inequivocabilmente si stava affermando era l’adesione molto estesa ed evidente a tali dichiarazioni.
Negli interventi degli operai si chiedeva che il prezzo del” una tantum “ dovesse fare riferimento a 110 ore di lavoro, intese come risarcimento per le inadempienze contrattuali.
L’assemblea venne chiusa dall’intervento di Nicola Sferrazza che saggiamente non pose ai voti la proposta di accordo, ma prese atto che gli operai dopo tre giorni di sciopero fra violenze, trattative e discussioni interne, non mostravano cedimenti ma al contrario intendevano proseguire ancora la lotta fino all’accettazione delle proposte .

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