Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 14 marzo 2012

Paccate bollenti

Luciano Granieri


Fino a quando dovremmo sopportare la protervia di questo governo? Fino a che punto è lecito subire  le prese in giro di infallibili, sobri, fantomatici tecnici i quali, oltre che a toglierci il diritto di campare decentemente,  si esprimono con dileggio verso le loro vittime? Non siamo ancora al disprezzo dei soldati americani che urinano sui cadaveri afghani, ma le frasi sconsiderate espresse dai docenti illuminati e “ammanicati”:  Fornero ,  Martone, e lo stesso Monti,  hanno un uguale valore  simbolico.  Noi non abbiamo bisogno di “PACCATE DI MILIARDI” ma di LAVORO. Non pretendiamo di mangiare gli spaghetti a uffa a spese della comunità; gli spaghetti al caviale da 180 euro a  porzione sono altri a mangiarli. Noi vogliamo semplicemente poter campare quando,  per foraggiare la voracità dei signori degli edge found e delle private bank, ci capita di  essere scippati del nostro sacrosanto diritto al lavoro.  Ciò è quanto pretendiamo. Non siamo accattoni. Non siamo come la grande imprenditoria illuminata italiana tramandata da padre in  figlio che da decenni -  dopo aver contrattato, sopra  e sotto   banco, agevolazioni tributarie per darsi poi ad un’impunita evasione fiscale, dopo aver  sperperato milioni di euro di denaro pubblico   ricevuti   in cambio dell’effimera promessa di creare occupazione -  per rendere ricchi  i propri azionisti - delocalizza  verso lidi in cui c’è carne fresca  da sfruttare e buttare nel tritacarne del liberismo.  Non siamo come onorevoli, senatori, consiglieri, incollati alla propria poltrona che per un solo minuto di presenza  in aula con il casco in mano pronti a scappare  maturano gettoni di partecipazione pari a tre giornate di stipendio di un operaio. Non siamo come quei possessori eterei  (per il fisco) di yacht che non attraccano a Portofino perché la capitaneria di porto locale non riesce ad assicurare il gasolio con le accise agevolate.  Noi chiediamo semplicemente di contribuire con il nostro lavoro alla sopravvivenza della comunità e, una volta raggiunta l’età  che non ci consente più di fornire un apporto efficiente alla causa, chiediamo di avere una giusta pensione, da noi  maturata pagando  fior di contributi, in modo che ci sia consentito di  lasciare il posto di lavoro ai giovani. Crediamo che questo sia un diritto sacrosanto, non un privilegio. E se una casta SPOCCHIOSA di politicanti, finanzieri, nemici del popolo NON LO CAPISCE, è necessario farglielo capire. I sindacati della triplice non sono in grado di farlo. E’ da tempo che CISL, UIL, e anche la CGIL, con l’eccezione della FIOM, limitatamente alle grandi vertenze,  sono diventate passacarte, quando non beneficiarie occulte e conniventi,  della grande casta. Dal momento che non è più tollerabile essere “cornuti e mazziati” bisogna reagire. E’ necessario mettere in campo una mobilitazione seria, non sciopericchi di quattro ore, ma astensioni generali importanti, se possibile, ad oltranza. Bisogna far capire che una società senza lavoro si blocca, non progredisce. La speculazione finanziaria non produce  benessere, ma smisurata ricchezza per i pochi che le praticano e desolante povertà per il resto della popolazione. Non è ancora abbastanza chiaro che l’annullamento dei diritti acquisiti in anni di lotte,  unitao al disprezzo e alla presa in giro che il nostro nemico di classe, il quale  incorpora una buona parte di coloro che  a tutt’oggi si professano ipocritamente dalla parte dei  lavoratori,  determinano una grave sconfitta del nostro blocco sociale?  Non è ancora abbastanza chiaro che tale blocco sociale, l’ex proletariato, ha visto progressivamente inglobare nelle proprie fila, non solo il lavoro dipendente, ma la piccola imprenditoria agricola, manifatturiera e operante nei servizi,  tale che lo stato di povertà e ingiustizia sociale dilagante si sta diffondendo più rapidamente di una virus letale in molta parte della società?  Siamo stanchi di subire e se né sindacati, né partiti istituzionali sono in grado di rappresentarci allora bisogna fare da soli ma questa volta sul serio. Forse si può ancora contare sul sindacalismo di base e sui partiti a sinistra del Pd. Ma è necessario che, soprattutto fra questi ultimi, venga fatta chiarezza. Ciò vuol dire  che Sel, e Rifondazione devono mandare  segnali forti sui loro reali obbiettivi. Segnali che inequivocabilmente devono connotare la loro posizione a fianco dei lavoratori senza se e senza ma, altrimenti certi bei discorsi e narrazioni saranno l’ennesima presa in giro.

Di seguito un antenato della Fornero distribuiva "paccate" di denaro ai lavoratori.





Ma i denari della Fornero si raffredderanno?????

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