Ad Affile (RM), luogo di nascita del Maresciallo Rodolfo Graziani tristemente noto per le criminali aggressioni coloniali dell'Italia fascista al Nordafrica è stato eretto un sacrario alla memoria del suddetto. Il sindaco se ne vanta nonostante perfino giornali come il New York Times, El Pais ed altre agenzie
d'informazione abbiamo criticato pesantemente l'iniziativa e stigmatizzato l'indifferenza italiana sulla questione.
La biografia di Graziani è nota e facilmente reperibile, non ci sembra necessario aggiungere nulla su questa figura.
Questo atto prosegue e rafforza il percorso di demolizione della memoria storica, spianando il terreno ad un qualunquismo degenerativo che confonde vittime e carnefici addirittura ribaltando in molti casi gli accadimenti e le responsabilità (via Rasella per tutti). Si sta costruendo sull'offuscamento della memoria storica e sull'appannamento della consapevolezza degli Italiani una rappresentazione farsesca ma micidiale della nostra Repubblica e della nostra società. Il 150° dell'Unità d'Italia ha visto, insieme a moltissime iniziative serie e utili di studio, di riflessione e di recupero di elementi della nostra storia dimenticati o dispersi, anche iniziative di segno sciovinista, rivalutazioni di fenomeni come il brigantaggio o il lealismo borbonico, verniciate di colori pseudo-rivoluzionari con l'obiettivo di criminalizzare il risorgimento. Così l'antifascismo, sempre trattato con sospetto e ostilità da parte di larghi ambienti della stessa amministrazione dello Stato (presidi, funzionari, forze dell'ordine, ecc.) viene via via mostrato come una semplice opzione di parte e nulla più, togliendogli gradualmente il carattere nazionale e unitario che esso ha dimostrato e su cui è stata fondata la Repubblica che ha saputo conquistare contro i Graziani di allora, schierati con gli occupanti dopo aver occupato altri paesi e macellato altri popoli.
Questo è reso possibile, oltre che da una sostanziale permanenza ai loro ruoli di personaggi di primo e secondo livello coinvolti nel passato regime anche nella burocrazia repubblicana (altro che pacificazione!), da un palese arretramento durato oltre quarant'anni da parte delle forze politiche sul terreno proprio dell'antifascismo, della memoria storica e della difesa dei valori fondanti la nostra società. Si è creduto di poter fare a meno di questo, affidandosi all'idea della semplice gestione corrente degli affari pubblici, e aprendo quindi le porte al luogo comune, alla banalizzazione delle istituzioni, agli attacchi pro parte perfino al testo della Costituzione. Un esempio: quanti sono nelle competizioni a tutti i livelli i programmi elettorali, i candidati o le liste che fanno esplicito riferimento al loro impegno antifascista?
Come l'ANPI sostiene (e si batte per questo) il rischio è alto e la situazione è già in parte compromessa. Questo significa che gli sforzi per rimettere il treno sui binari devono essere ancora maggiori, necessita il contributo di chiunque abbia ancora a cuore la dignità civile per rafforzare quanto già stiamo facendo perché quella memoria e quella storia diventino finalmente patrimonio di tutti, con al consapevolezza che non si tratta di cimeli da custodire in una cassaforte, ma di semi feritli da far crescere e fruttificare stagione dopo stagione per noi e per le generazioni che verranno.
Fraterni saluti.
ANPI - Frosinone
Clip: Luciano Granieri
Musiche: Modena City Ramblers
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