Chiariamo subito. Il commento che segue, relativo alla
commemorazione dell’eccidio nazifascista di tre ragazzi toscani avvenuto il 6
gennaio del 1944 a Frosinone , è inesorabilmente di parte. E’ dalla parte dei
partigiani combattenti per la libertà, contro nazismi e fascismi di vecchi e
nuovo conio. E’ un commento contro
quelle istituzioni che in nome del fronte capitalista occidentale e dello
sdoganamento dei fascisti utili a svolgere il lavoro sporco in difesa della restaurazione
borghese , hanno girato gli armadi della vergogna verso il muro. Quelle stesse istituzioni che anche a
Frosinone, per compiacere il nascente salotto buono del capitalismo occidentale , il 2 novembre del 1947 hanno posto una lapide in memoria
dell’assassino dei martiri toscani che è un vero e proprio insulto alla
storia . Sulla targa marmorea è scritto
che a macchiarsi della fucilazione non sono stati né i nazisti, né i fascisti. Ma un
non meglio precisato esercito di
Saccardi.
Evidentemente non era
opportuno macchiare di un tale orrendo delitto una nazione come la Germania ormai
alleata di ferro contro le derive socialiste e comuniste che venivano
dall’Unione Sovietica. La lapide in questione è un
perfetto esempio di come il processo di
revisionismo storico sia iniziato già dal giorno successivo alla liberazione. Settant’anni
dopo l’eccidio alla commemorazione
avvenuta il 6 gennaio scorso diversi
esponenti politici locali, membri delle
più varie istituzioni (europee, regionali, provinciali, cittadine) hanno partecipato con trasporto, banda e
gonfaloni al seguito. E’ doveroso ringraziare
il parlamentare europeo, il consigliere regionale, il commissario provinciale, il vice sindaco, per il loro contributo peraltro dovuto.
Davanti alla stele realizzata dallo scultore Alberto Spaziani, distante qualche
decine di metri dalla lapide della vergogna posta nel ‘47 , si sono ascoltate le solite frasi di
circostanza. Parole impastate di retorica e buonismo pacificatorio da cui si è distinta la sola voce lucida e
rigorosa di Giovanni Morsillo presidente
del comitato provinciale dell’ANPI. A
quelle istituzioni si chiede, per uscire dall’ipocrisia, di tradurre in atti concreti i valori dell’antifascismo tanto difesi nella commemorazione dì lunedì
scorso. Non basta partecipare a eventi simili. Bisogna promuovere i valori
dell’antifascismo, della democrazia e
della condivisione sociale sempre ed in ogni atto politico.
Si incominci dal rispetto della Costituzione
ormai ridotta ad un simulacro di facciata. Quella Costituzione devastata e
offesa nei valori fondanti della dignità
di un popolo proprio da strappi e aggressioni
di provenienza istituzionale, governativa e parlamentare. Si inizi a proibire
le manifestazioni di movimenti di chiara matrice fascista e nazista che ancora
oggi infestano le nostre piazze. Si abbia il coraggio di essere antifascisti
nei fatti. Per il comune di Frosinone, magari un primo atto concreto potrebbe
essere quello di rimuovere la lapide secondo la quale la lotta di liberazione dal
nazifascismo non c’è mai stata, semmai si è combattuto per liberarsi dal giogo
dei Saccardi. A proposito. Dopo diverse
ricerche abbiamo appurato che i Saccardi
erano soldati mercenari che nel medio evo si occupavano di saccheggi .
Non c’è che dire un bel esercizio di
fantasia storica. Purtroppo dalla
fantasia nascono le favole, la storia invece è fatta di avvenimenti che nessun
revisionismo o piaggeria verso il capitalismo può cambiare.
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