Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 5 gennaio 2014

Noa. Una rassicurante agente degli apparati ideologici dello Stato israeliano


Forum Palestina

Nel gennaio di cinque anni fa, mentre i bombardieri, le navi da guerra e l’artiglieria israeliana rovesciavano sulla povera gente di Gaza l’operazione “Piombo Fuso” con migliaia di tonnellate di bombe, missili e fosforo bianco, la cantante israeliana Noa fece pubblicare una sua “lettera aperta” ai Palestinesi in cui scriveva: “Io so che nel profondo del vostro cuore desiderate la morte di questa bestia chiamata Hamas che vi ha terrorizzato e massacrato, che ha trasformato Gaza in un cumulo di spazzatura fatto di povertà, malattia e miseria”. Aggiungendo poi: “Posso soltanto augurarvi che Israele faccia il lavoro che tutti noi sappiamo deve esser fatto, e vi sbarazzi definitivamente da questo cancro, questo virus, questo mostro chiamato fanatismo, oggi chiamato Hamas. E che questi assassini scoprano quanta poca compassione possa esistere nei loro cuori e cessino di usare voi e i vostri bambini come scudi umani per la loro vigliaccheria e i loro crimini”.
E’ amaro constatare che l’augurio di Noa venne esaudito. L'esercito israeliano si è "sbarazzato" di 1500 palestinesi, fra cui 400 bambini, fra cui oltre 100 donne, provocando anche più di 5000 feriti e riducendo Gaza a un cumulo di macerie.

Alla lettera di Noa rispose il regista israeliano Udi Aloni, scrivendole: “Cara Achinoam Nini (è il vero nome di Noa), ho scelto di rispondere a te e non all'intera destra rabbiosa, perché credo che il tradimento del campo della pace superi il danno causato dalla destra di migliaia di volte. (...) Tu ruoti gli occhi, usi le tue parole d'amore al servizio dei tuo popolo conquistatore e chiedi ai Palestinesi di arrendersi con voce tenera. Tu dai ad Israele il ruolo di liberatore. Ad Israele - che, per oltre 60 anni, li ha occupati e umiliati.” E ancora: “Abbiamo coperto i loro cielo con i jet da combattimento, svettanti come angeli dell'inferno e seminando morte a caso. Di quale speranza stai parlando? Abbiamo distrutto ogni possibilità di moderazione e di vita in comune nel momento in cui abbiamo saccheggiato la loro terra, mentre eravamo seduti con loro al tavolo del negoziato. Possiamo avere parlato di pace, ma li abbiamo derubati anche degli occhi. Essi volevano la terra data loro dal diritto internazionale, e noi abbiamo parlato in nome di Dio.”
Cinque anni dopo i 1.500 morti e gli oltre 5.000 invalidi provocati dall’operazione Piombo Fuso, la Striscia di Gaza è ancora assediata, è ancora impedito l’ingresso degli aiuti umanitari, inclusa una delegazione italiana che proprio in questi giorni si sarebbe dovuta recare all’ospedale Al Awda e nei campi profughi palestinesi nella Striscia di Gaza.
Per questi motivi, il concerto natalizio di Noa a Palermo è una vergogna, e il fatto che sia stato organizzato all’insegna della pace e dell’incontro fra mondi diversi (con tanto di bandiera No Muos alle spalle) strumentalizzando la bandiera No Muos, è un vergognoso inganno.
Gli apparati ideologici dello Stato di Israele si sono dimostrati molto spregiudicati e abilissimi nel presentare la mano sinistra della pace per nascondere la mano destra dell’occupazione coloniale dei Territori Palestinesi e dell’apartheid. Nei momenti di distensione è facile essere messaggeri di pace, ma è nei momenti decisivi che lo schierarsi con la pace o con la guerra, con l’autodeterminazione o l’oppressione fa la differenza.

Nessun commento:

Posta un commento