Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 12 aprile 2015

Lettera ANPI: per un 25 Aprile di Liberazione

Siamo militanti e dirigenti periferici dell'A.N.P.I., impegnati da tempo nella solidarietà con le lotte di liberazione e contro le guerre di aggressione che si sono sviluppate nel mondo sin dalla fine del secondo conflitto mondiale, seguendo la strada indicata negli anni '50 dai “Partigiani della Pace”.
Abbiamo accolto con interesse le parole del presidente Smuraglia nell'ambito dell'ultimo Comitato Nazionale dell'Associazione, pubblicate su ANPInews n.151 contro le guerre in atto e il pericolo di un allargamento di tali conflitti. Riteniamo che la lotta contro la guerra e la difesa della pace, dell'indipendenza e i diritti di tutti i popoli sia oggi il compito principale dell'azione che la più autorevole fra le associazioni dell'antifascismo italiano deve assumere in questo periodo e per i prossimi anni.
La guerra è non solo la negazione dei diritti umani, come giustamente afferma il presidente Smuraglia, ma anche causa ed effetto della negazione, per i popoli, del diritto fondamentale all'autodeterminazione e all'indipendenza nazionale.
Questo prossimo 25 aprile, 70° anniversario della conclusione della lotta di Liberazione dal fascismo, non può essere vissuto come una mera ricorrenza, come un momento che si limita al ricordo, pure importante di quei giorni, ma deve essere una grande mobilitazione per riaffermare i valori di libertà, di giustizia sociale e di solidarietà internazionalista che furono alla base del sacrificio di coloro che con le armi, con la prigionia e il confino riscattarono la dignità del popolo italiano che il fascismo aveva gettato alle ortiche.
Concordiamo infine con il presidente Smuraglia quando afferma che “il mondo è attraversato da violenze e da guerre. Non siamo mai stati così vicino alla guerra come ora, almeno da molti anni. Adesso è alle porte, in Europa; ma vi sono mille focolai in Africa, in Medio oriente, nel mondo. Anche questo ci lascia non dico indifferenti ma poco inclini alla riflessione al ricordo”.
Ma se è vero che una delle realtà dove i conflitti sono più cruenti e destabilizzanti è il Medio Oriente, è altrettanto vero che la colonizzazione e l'occupazione della Palestina da parte di Israele, potenza nucleare da decenni direttamente impegnata in tutti i conflitti che si sono sviluppati in quell'area, è la principale causa di guerra e di negazione dei diritti fondamentali del popolo palestinese.
Il popolo palestinese vive nei paesi vicini e nel mondo in campi profughi, ospite spesso indesiderato o comunque scomodo, disperso da una pulizia etnica fra le più gigantesche della storia, sopravvive nella Cisgiordania occupata militarmente dall'esercito sionista da quasi quaranta anni e attraversata da un muro lungo centinaia di chilometri che impedisce ogni possibilità di movimento e costringe i palestinesi a ore di attesa per andare al lavoro o a scuola e ad attraversare i check point presidiati da militari stranieri in assetto di guerra. Le coltivazioni dei contadini palestinesi vengono scientificamente sradicate e distrutte affinché gli stessi sono costretti ad andarsene dalla loro terra e le loro case vengono demolite per far posto alle nuove colonie sioniste. La striscia di Gaza è ormai una grande prigione a cielo aperto dove centinaia di migliaia di Palestinesi vivono senza possibilità di rifornimenti alimentari, energetici, sanitari, periodicamente aggrediti e sterminati dall'aviazione e dall'esercito sionista. Oltre un milione di palestinesi che, sopravvissuti all'espulsione del 1948, vive dentro lo stato sionista e ne ha la cittadinanza, però senza avere gli stessi diritti degli altri cittadini israeliani e subendo un'apartheid ancora più odiosa di quella da cui si sono liberati i neri del Sudafrica. I prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane sono migliaia e, come spesso accade nei paesi occupati militarmente, molti sono in stato di “detenzione amministrativa”, il cui termine è indefinito, a discrezione delle autorità sioniste, senza processo né imputazione alcuna. Fra questi, da oltre un decennio, Ahmad Sa'adat, segretario generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, la principale organizzazione della sinistra palestinese.
Tutto questo avviene sotto l'ombra e in nome della bandiera di Israele.
Non possiamo più accettare che quella bandiera, la bandiera di uno stato che commette una così palese violazione dei diritti di un popolo, di uno stato guerrafondaio che da sempre non riconosce e non rispetta le risoluzioni delle Nazioni Unite, sfili nei cortei del 25 aprile sulla base di periodici appelli delle autorità diplomatiche di Israele ai sionisti italiani.
A motivo di tale presenza si contrabbanda la partecipazione israeliana alla liberazione del nostro Paese, smentita dalla storia e soprattutto dal fatto che lo stato di Israele nel 1945 non esisteva ancora.
Qualcuno ci accuserà di antisemitismo, come sempre accade a chi si schiera dalla parte del popolo palestinese. Non riteniamo di dover prendere neppure in considerazione questa accusa.
Noi siamo dalla parte di quegli ebrei che sulle montagne e nelle città hanno combattuto contro il fascismo, siamo dalla parte degli ebrei vittime del fascismo che hanno diviso la stessa sorte delle popolazioni slave, degli antifascisti di tutta Europa, delle minoranze etniche e religiose, nei campi di concentramento e di sterminio, siamo dalla parte di quegli ebrei come Eugenio Curiel, Primo Levi, i fratelli Artom, Guido Valabrega, Vittorio Foa, Leone Ginzburg che veramente hanno lottato per la libertà, per la giustizia sociale e contro ogni forma di fascismo.
PER QUESTO STIAMO DELLA PARTE DEL POPOLO PALESTINESE E DELLA SUA RESISTENZA!
"Il comitato provinciale dell'ANPI di Lodi ha approvato con voto unanime l'appello in data 28/3/2015”
La Sezione ANPI Rufina (Fi) Sezione Martiri di Berceto ha aderito all'appello in data 08/4/2015
Filippo Bianchetti iscritto ANPI varese
Veniero Granacci antifascista dell'ANPI Nicolai Bujanov
Gina de Angeli, socia Anpi
Francesca Sarchielli socia ANPI Rufina
Sandro Tosi socio ANPI Rufina
Luisa Costalbano socia ANPI Rufina

Nessun commento:

Posta un commento