Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 29 luglio 2015

Renzi al Parco Lambro

Luciano Granieri


Non  esiste più l’Unità di una volta, inteso come giornale, ma non c’è neanche  più l’Unità di una volta inteso come festival. Quando mai al festival dell’Unità il segretario del partito organizzatore della kermesse, scappa dai suoi militanti? E’ successo al festival organizzato a Roma, dove il segretario, ha preferito anticipare la sua presenza in un momento di limitata affluenza , rispetto a quanto previsto e annunciato. 

Di chi aveva paura? Dei militanti, degli iscritti, dei peones presenti al solo scopo di scroccare le salsicce, unica costante dei festival di ieri e di oggi? Ma soprattutto di cosa aveva paura? Azzardiamo una risposta. Renzi, probabilmente aveva timore che qualcuno degli elettori piddini, gli rinfacciasse l’enorme mole di figure di merda che lui e il suo governo stanno collezionando da quando si è illegalmente insediato, grazie al padre padrone Napolitano, alla Presidenza del consiglio. Ultima figura di cacca, in ordine di tempo, è stata  il salvataggio dalla galera  del senatore che voleva pisciare in bocca alle monache. 

Non sarebbe stato prudente  quindi per il segretario presidente sfidare la rabbia, o peggio ,l’indifferenza dei   suoi, probabilmente, ex  elettori. Ve lo immaginate se uno come Renzi si fosse presentato al festival del parco Lambro di Milano nel 1976?  Mamma mia calci in faccia che avrebbe preso. Mi rendo conto, come dice il sindaco di Frosinone Ottaviani,  di essere morbosamente ancorato  a certe immagine di protesta in bianco e nero cariche di giovani dal pugno alzato, ma almeno allora non sia aveva paura della gente.  Nel festival del parco Lambro, si aprirono asperrimi contrasti, ma nessuno è mai scappato, ognuno  diceva  la sua a viso aperto.  

Meglio il bianco e nero con i pugni alzati, che la codardia di chi fugge i suoi militanti o peggio di chi insulta senza pronunciare i nomi di coloro ai quali è rivolta l’invettiva. Meglio comunisti che conigli e pusillanimi. Comunque  visto che i festival dell’Unità sono diventati poco più che sagre paesane, con tutto il rispetto per le sagre, proponiamo il documentario dedicato al Parco Lambro del 1976, tanto per non dimenticare quando la lotta si faceva veramente e quando infime figure alla Renzi e all’Ottaviani ancora non intossicavano il panorama politico locale e  nazionale.
Buona Visione.


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