Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 23 febbraio 2016

Il Governo Renzi e la bacheca degli orrori.

Luciano Granieri


La prossima settimana dovrebbe andare  in porto la legge sulle  unioni civili .  Il dispositivo  sarà approvato attraverso un maxi emendamento  di emanazione governativa, sul quale verrà posta la fiducia.  Come tutte le leggi proposte dal Governo, anche questa contiene il suo bravo scippo di diritti. Qualcuno potrebbe obbiettare che una normativa sulle unioni civili era ampiamente attesa, soprattutto perchè  l’Italia è una delle ultime  Nazioni a non aver legiferato   sulla tutela  delle coppie di fatto,  cosa che stride fortemente con quanto stabilito dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.  Dunque si dovrebbe salutare con favore la prossima approvazione di questa  norma. 

Si da il caso, però, che nel dispositivo vigente negli altri Paesi, le  adozioni coparentali, ciò l’adozione del figlio  da parte di un membro della coppia, in caso di scomparsa del compagno (eterosessuale  o omosessuale  che sia),   sono previste.   Infatti come esaurientemente sostiene Stefano Rodotà nel suo articolo di ieri su “Repubblica”  l’adozione parentale,  più nota come stepchild adopition, coinvolge dinamiche affettive  e sociali che una legge non può trascurare. 

Questo aspetto, che pure era presente nel testo originario presentato dalla relatrice   Monica Cirinnà, sarà stralciato nel maxi emendamento, proprio per  stipulare  l’accordo di maggioranza con i bacchettoni del  Nuovo Centro Destra di Alfano per cui l'adozione parentale è indigesta. Grazie all'armonia tutta democristiana ritrovava con i centristi,   sarà licenziata  una norma mutilata , espropriata di diritti rispetto al dispositivo in vigore negli altri Paesi. 

Eppure il testo originario avrebbe potuto essere approvato anche votando i 500 emendamenti  proposti  dalle opposizioni. In commissione   la legge ha avuto il benestare, grazie alla maggioranza ottenuta con i voti del Pd, Sel e M5S.  Maggioranza che, in teoria, si sarebbe potuta replicare in aula, magari con il margine di tempo necessario per votare le 500 modifiche.  Lavorando 40 ore a settimana, come fa ogni lavoratore che ha la fortuna di avere un’occupazione, e a  cui si applica il contratto nazionale , i Senatori avrebbero potuto licenziare il testo in meno di sette giorni stepchild adopition compresa, Alfano se ne sarebbe fatto una ragione. Ma svolgere il proprio dovere istituzionale  è troppo gravoso per gente che gode di privilegi e prebende smisurate!  

In verità , le  votazioni  al Senato fanno venire l’orticaria  al Presidente Segretario, soprattutto in presenza delle ingovernabili  bande  attive  all’interno del suo partito, pronte a fargli le scarpe. Non ci sarebbe stato nulla da temere dal voto del  M5S, il governo avrebbe rischiato di soccombere solo a causa  del  fuoco amico.    

Renzi è come quel bimbetto ricco e spocchioso che, incapace di giocare a calcio, riesce comunque  a fare la partita perché porta il pallone.  E’ evidente che i compagni devono prodigarsi affinchè    il bimbetto spocchioso  possa vincere, altrimenti, si riprende il pallone, se lo riporta a casa e fine dei giochi.  Senza sequestrare la sfera di cuoio (cioè il voto in aula) Renzi  non avrebbe avuto nessuna chance di  vincere la partita. Ma la legge sulle unione civili senza le adozioni parentali non è una partita vinta, è una partita finta, giocata senza pallone.  

La similitudine sportiva non è un caso. Ogni volta che il Governo approva una  norma c’è sempre qualcuno della maggioranza che sentenzia: “anche questa  l’abbiamo portata a casa”  Ivan Scalfarotto, ad esempio, neo vice ministro allo sviluppo economico , in relazione all’annacquata legge sui diritti civili ha ieri affermato: “ Comunque il Pd poterà a casa un provvedimento storico”. Ma da quando in qua le leggi si portano a casa? E poi a casa di chi? Le norme dovrebbero essere approvate per tutelare i diritti dei cittadini, non per abbellire la casa  di qualcuno. 

 A meno che, e qui ritorna la metafora  sportiva, una legge approvata non sia considerata  un trofeo  vinto, sconfiggendo   proprio quei cittadini che si sarebbe dovuto salvaguardare.  In quest’ottica,  di coppe  il Pd ne ha portate a casa    molte in due anni di governo.   Jobs Act, legge elettorale, buona scuola, decreto sblocca Italia, luccicano e splendono   nella bacheca dei trofei esposta al Nazareno.  Ma in quella bacheca, purtroppo, per   la popolazione ci sono solo orrori,  altro che vessilli di trionfo. 

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