Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 25 marzo 2016

Abroghiamo l'impianto a biomasse di Frosinone

Luciano Granieri




Come era prevedibile la vicenda dell’impianto a biomasse che verrà installato dalla società Bioenergia Srl  in Via Mola D’Atri, (zona aeroporto), non si è fermata all’ordinanza 2/2016 del Comune di Frosinone. Quel provvedimento,  preso dalla giunta Ottaviani  in  piena rivolta di associazioni e cittadini  che contestavano la realizzazione di un impianto a biomasse nella città più inquinata d’Italia, prevedeva la sospensione per  sei mesi dell’autorizzazione concessa alla Bioenergia  Srl, per la  costruzione dell’inceneritore . 

In breve, il 15 dicembre il sindaco Ottaviani autorizzava, in concorso con l’Asi, l’Arpa e la Provincia (enti che dovrebbero tutelare i cittadini),  la realizzazione dell’immenso camino fumigante di PM 10 e PM 2,5.  Un mese dopo, sotto la bufera mediatica in cui Frosinone veniva indicato quale comune più inquinato d’Italia, il Primo Cittadino s’inventava questo stop di 6 mesi, in attesa di un pronunciamento del TAR delle marche. Giudizio  sollecitato ai giudici amministrativi  dal comune di Macerata  in merito all’obbligatorietà, o meno, della valutazione d’impatto ambientale. Analisi , secondo il comune marchigiano, necessaria per  la  costruzione di un impianto simile  a quello di Frosinone. 

Immediatamente sospettammo, all’indomani del provvedimento preso da sindaco, che l’ordinanza 2/2016 in cui si decideva la sospensione  dell’autorizzazione alla Bioenergia srl, non fosse altro che un escamotage per far passare la festa e gabbare lo santo. E così sta avvenendo. Infatti la Bioenergia srl, lungi dal sacrificare i fondi regionali ottenuti per la realizzazione dell’opera, solo  per  far aumentare il consensi di Ottaviani, ha presentato ricorso al Tar. Istanza che il tribunale amministrativo  ha recepito in pieno, e a ottobre si pronuncerà nel  merito. 

Ora si assiste alla convocazione di tavoli tecnici da parte del  Comune di Frosinone, Asi, Arpa, Provincia, per cercare di evitare la sicura  figuraccia e  dover tornare sui propri passi lasciando via libera al  malsano inceneritore, il tutto  senza per nulla coinvolgere i cittadini destinati a subire e accettare di respirare  un surplus di gas inquinanti . Probabilmente sarà tutto inutile. In realtà l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto non avrebbe mai essere dovuta concessa. Infatti il decreto legislativo 155/2012, impone ai sindaci l’obbligo di “mantenere la qualità dell’aria laddove buona e migliorarla in altri casi”. E’ ampiamente provato che un impianto a biomasse tutto fa tranne che mantenere buona la quantità dell’aria. Era quindi dovere preciso di Ottaviani non autorizzare la costruzione dell’inceneritore.  

In realtà le vicenda dell’impianto a biomasse a Frosinone è un classico esempio di come agisce il partito della nazione. Renzi (Pd),  con il decreto sblocca Italia,  qualificando   gli impianti a biomasse come strutture di preminente valore economico, ne facilita e ne auspica l’installazione. Nicola Zingaretti, presidente della Regione (Pd) recepisce l’incipit del capo e dissemina il territorio regionale, Frosinone compresa,  di questi immondi aggeggi.  Francesco De Angelis (Pd) presidente dell’Asi, e la Provincia di Frosinone (Pd di governo, Pd di lotta, FI, Ncd tutti insieme appassionatamente) approvano solerti. Nicola Ottaviani (FI, finchè gli converrà)  ubbidiente al partito della nazione si adegua e impone ai cittadini un surplus di miasmi venefici. 

Morale,  il 17 aprile inizierà la stagione referendaria tesa ad abrogare le brutture normative decise dal partito della nazione ( Trivelle, Buona Scuola, Jobs Act) non sarà il caso di istituire dei referendum anche per le delibere comunali?   Il referendum per l’abrogazione dell’autorizzazione all’impianto a biomasse potrebbe essere il primo. Poi a  seguire quelli sull’abrogazione dell’aumento delle tariffe della mobilità e della mensa scolastica. Un altro  sull’abrogazione del trasferimento di parte dei finanziamenti della cassa depositi e prestiti da opere di pubblica utilità -come la struttura sportiva  geodetica per l’UNITALSI -al nuovo stadio. Un altro per abrogare le ulteriori concessioni edilizie funzionali  a seppellire definitivamente la città sotto il cemento. E ancora un referendum per l’abrogazione della messa in liquidazione della Multiservizi e per l’abrogazione delle affidamento a privati di quelle mansioni svolte dai lavoratori della Multiservizi stessa. Mi fermo qui  ma la stagione referendaria comunale potrebbe continuare all’infinito. E se abrogassimo il Sindaco, il Presidente della Provincia, il Presidente della Regione e il Presidente del Consiglio? 



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