Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 24 giugno 2016

Giudici e padri di famiglia

Comitato di Lotta per il lavoro



Nonostante un rinvio, il Tribunale del lavoro di Frosinone è riuscito ad incontrare il Comune di Frosinone nell’udienza di oggi 22 giugno.
La convocazione nasce a fronte dell’impossibilità dichiarata dalla cooperativa Sol.Co. di far fronte alla sentenza emessa dallo stesso tribunale di Frosinone il 13 giugno 2015, sentenza n. 501/2015, con la quale il Giudice del Lavoro del Tribunale di Frosinone ha emesso, ex art. 2932 cod. civ., una sentenza costitutiva che realizza gli effetti del contratto di lavoro non concluso tra gli ex lavoratori Multiservizi e la Sol.Co. Società Cooperativa.
Chi non obbligato ti aspetti ma si presenta? Chi non può resistere nel recitare un mantra? Chi non approfitta di uno spazio pubblico pur di continuare a denigrare altri? Chi non può resistere al tentativo di esibire, pur in una piccola aula di tribunale, la bontà del suo operato? Lui, il polarizzatore, il “buon padre di famiglia” di questa città.
Ebbene sì il Sindaco in persona ha accettato di rispondere alla convocazione della Giustizia ordinaria che sta tentando di trovare una strada per la restituzione di ciò che la giunta attuale aveva tolto ai lavoratori, a dimostrazione che l’opposizione alle coop non era strumentale, ma meritava riflessione, attenzione e rispetto.  Purtroppo le coop non sono in grado di dare seguito alla sentenza sobbarcandosi delle centinaia di migliaia di euro; però sarebbero disposte a discutere con l’ente per una soluzione condivisa.
Il Sindaco non ha deluso le aspettative. Non ha tentato di affermare genericamente che si impegna per una possibile soluzione…. No. Al contrario si è caricato tutte le responsabilità e della bontà delle scelte effettuate dall’ente incurante di tutto ciò che è successo, non riuscendo, e non volendo, nascondere quello strisciante senso di “condanna” per chi non si allineò alle disastrose scelte amministrative in quell’aprile 2013, anzi puntando il dito ancora una volta su quel qualcuno che convinse a non passare alle coop, nella possibilità di una nuova società finalizzata all’internalizzazione di tutti gli addetti.
 I soldi non ci sono. Allo stato attuale non ci sono altri servizi da assegnare e con la diminuzione drastica delle ore lavorative dei contratti in essere si potrebbe configurare solo una ipotetica sostituzione del personale in servizio con quello escluso a suo tempo ( detto con sarcasmo) e ciò non è possibile. E in ogni caso non è un problema dell’ente…  La società pubblica non si poteva fare… La Corte dei conti impedì tali scelte… Insomma la solita solfa condita da discrepanze cronologiche, dimenticanze, sovrapposizione di fatti successi in fasi diverse, interpretazioni libere di documenti di altri enti: la Società non si configurava come società in house, ma società commerciale come successivamente verrà classificata  nella sentenza fallimentare!!!  [Peccato che questo è accaduto due anni dopo]. La costituzione di una nuova società non avrebbe favorito i lavoratori poiché il fallimento della Multiservizi rendeva illegale il trasferimento del personale. [Peccato che fosse già in essere la nuova società Servizi Strumentali]
 Non si poteva in definitiva aspettarsi altro, commentano i lavoratori. L’attività amministrativa svolta dalla attuale giunta ha sempre giocato su un confine di legittimità degli atti fin dalla famosa delibera 96/13. E poi il gioco è continuato imperterrito nell’applicare “liberamente” le norme del codice degli appalti; nell’affidamento dei servizi a coop sociali di tipo B quando alcuno dei lavoratori era svantaggiato; dalla spartizione di quei posti già dei lavoratori Multiservizi esclusi; dalle continue, inesauribili, proroghe; dagli affidamenti diretti anche per un anno; dal dimenticare il Regolarmente Anticorruzione e quello sulla trasparenza; di non rispettare le indicazioni del Regolamento per l’acquisizione in economia di beni e servizi e lavori; dall’aver coinvolto coop impigliate nelle maglie di indagine della magistrature e via discorrendo.  
 Le responsabilità dell’amministrazione, dunque, va oltre il senso di giustizia sulle questioni riguardanti il lavoro…. A Frosinone si è fatto ben altro e ci vuole ben altro per dirimerle, sembra dirci il nostro Sindaco.
Rimane per tutti i lavoratori un senso di rincuorante fiducia, avvalorato proprio dalla iniziativa di un coraggioso tentativo di conciliazione tra parti, che stride con una inesistente sensibilità da chi invece dovrebbe occupare le istituzioni per cercare il bene dei cittadini.
 La battaglia non termina. La tenda rimane.




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