Fortunatamente non sono nato né laziale, né juventino,
né fascista, né piddino. Ma se
rientrassi nella schiera di quest’ultima categoria sarei un po’ incazzato con
il mio segretario. La questione è la seguente: E’ normale che un segretario di
partito, si adoperi, grazie anche all’autorità che gli deriva da essere
contemporaneamente Presidente del Consiglio, per defenestrare un proprio
sindaco che sta al governo della Capitale,
andare a nuove elezioni, ed esporre la
formazione che presiede ad una scoppola
elettorale mai vista, perdendo il governo
della Città?
Tradotto: Ignazio Marino,
mi pare fosse del Pd. Matteo Renzi è segretario del Pd, cioè lo stesso partito di
Marino. E’ normale che il segretario
Matteo Renzi, prima provi a delegittimare il proprio sindaco, infettando la
giunta da guastatori implacabili, e pittoreschi, poi ordini ai suoi consiglieri
di certificare dal notaio, senza il coraggio di proporre un voto di sfiducia al
Primo Cittadino in aula, la caduta di
Ingazio Marino, quindi mandare il suo nuovo candidato, Giachetti, ritenuto evidentemente più capace
del chirurgo sindaco, al macello elettorale?
Ve li ricordati gli sgherri di Renzi in missione anti Marino? Vi
ricordate di un certo Stefano Esposito,
senatore della Repubblica del Pd torinese e juventino incallito, inviato da
Renzi a fare l’assessore guastatore ai trasporti nella giunta Marino? Uno che da Assessore a Roma, informò la comunità di aver spesso proferito la frase “Roma merda”
durante le partite di calcio perché da acceso
juventino odiava i giallorossi. Un
personaggio che bestemmiava in aula, e viaggiava in incognito sui bus per
controllare gli autisti, senza capire che avrebbe dovuto frequentare gli
uffici di Atac, e stanare i raccomandati assunti come autisti e poi dirottati
dietro la scrivania. Con uno ietattore
simile, torinese juventino, eletto senatore a Torino, e inviato assessore a Roma, la sconfitta sarebbe
stata certa. Infatti il Pd ha perso il sindaco non solo a Roma ma anche a
Torino.
Molti obietteranno che la testa
di Marino è stata richiesta dai Caltagirone, dai Cerroni ,dalla lobby dei costruttori a cui l’ex
sindaco chirurgo stava calpestando i piedi, e Renzi, particolarmente sensibile
ai desiderata dei cosiddetti poteri forti, ha obbedito. Ma qui sta il problema
vero. Infatti la seconda parte del piano è fallita clamorosamente. Marino non c’è
più, in compenso, grazie alla dabbenaggine del Segretario Presidente, il Primo
Cittadino di Roma, anzi la Prima cittadina, sarà Virginia Raggi del M5S, una che ha annunciato,
in campagna elettorale di voler togliere Roma dalle mani dei vari Caltagirone, Cerroni, Parnasi, Marchini e
compagnia cantando.
I veri padroni della città rischiano di essere caduti dalla
padella di Marino nella brace della Raggi. Se fossi iscritto al Pd sarei molto
incazzato con il mio segretario. Il problema non sono io che non sono neanche
iscritto al Pd, fortunatamente , ma i poteri forti di cui sopra, che sono molto più incazzati degli iscritti. E
temiamo che Renzi non possa rivolgersi al
costruttore, editore, padrone di Acea ,adirato
per la vicenda elettorale, esclamando Caltagirone
chi?
Un ultima notazione. Rimembrate come Berlusconi, qualche era elettorale, fa apostrofò gli elettori del Pd? Non ve lo ricordate? Pensateci. Se vi verrà in mente capirete che forse non aveva tutti i torti.
Un ultima notazione. Rimembrate come Berlusconi, qualche era elettorale, fa apostrofò gli elettori del Pd? Non ve lo ricordate? Pensateci. Se vi verrà in mente capirete che forse non aveva tutti i torti.
P.S. Un consiglio a Renzi: Mandi Esposito in giro per le città a fare la campagna elettorale per il SI al referendum costituzionale e noi che ci stiamo battendo contro lo stravolgimento della Costituzione ci sentiremo in una botte di ferro.
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