Martedì 21 giugno si è svolto l'incontro tra una delegazione del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e della rete DecideRoma (composta da Simona Savini, Cinzia Di Napoli, Marco Bersani, Cristiana Gallinoni e Paolo Carsetti) e il Ministro Madia accompagnata dal Capo della Segreteria Tecnica e Organizzativa, Patrizio Caligiuri, dal Capo di Gabinetto del Ministero, Bernardo Polverari, e dal Direttore Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque del Ministero dell'Ambiente, Gaia Checcucci.
Come nel precedente incontro svolto il 13 giugno con i tecnici del Ministero abbiamo ribadito la posizione fortemente critica e di denuncia rispetto ai contenuti del decreto sui servizi pubblici locali anche nel combinato disposto con quello sulle società partecipate, in quanto vìola esplicitamente l'esito referendario e la legge delega.
Abbiamo anche sottolineato come ci sia un'uniformità di giudizio da parte di tutte le istituzioni chiamate finora ad esprimere un parere, ovvero che tale decreto permette di valorizzare il ruolo dei privati nella gestione dei servizi pubblici e di aprire questo settore al mercato e alla concorrenza.
Oltre a denunciare come l'impianto generale del provvedimento punta al rilancio delle privatizzazioni, abbiamo evidenziato le disposizioni che esplicitamente violano l'esito referendario:
- il divieto di gestione tramite azienda speciale e in economia dei servizi a rete (lettera d), comma 1, art. 7);
- i vincoli imposti agli Enti Locali che effettuano la scelta di gestione tramite S.p.A. a totale capitale pubblico, ossia il dover produrre un provvedimento motivato che giustifichi il mancato ricorso al mercato (comma 3, art. 7);
- la possibilità di realizzare direttamente e senza gara tutti i lavori connessi alla gestione della rete e degli impianti solo nel caso in cui l’affidamento della gestione sia stato effettuato tramite gara (comma 2, art. 10);
- il fatto che i finanziamenti statali saranno “prioritariamente assegnati ai gestori selezionati tramite procedura di gara ad evidenza pubblica (..) ovvero che abbiano deliberato operazioni di aggregazione societaria” (comma 2, art. 33);
- reinserimento nel calcolo della tariffa del criterio relativo all' “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”(lettera d), comma 1, art. 25).
Inoltre, abbiamo evidenziato il fatto che anche la possibilità di cedere la proprietà delle reti e degli impianti (comma 3, art. 9) contraddice l'esito referendario.
In sostanza, questo provvedimento crea una disparità tra gli affidamenti diretti e quelli mediante gara o a società mista, oltre a rendere impossibile la gestione tramite enti di diritto pubblico.
Proprio su tale disparità si è concentrata una buona parte della discussione e abbiamo ribadito che debbano essere stralciati tutti i vincoli e divieti imposti agli affidamenti diretti.
Il Ministro ha dichiarato che intenzione dei decreti non è quella di favorire le privatizzazioni e di violare gli esiti referendari. Nel dettaglio ha preso l'impegno di modificare quelle parti del testo che puntano a rendere residuale la scelta della gestione in house ma senza specificare se saranno stralciati o meno i vincoli imposti. Inoltre, ha assicurato che verrà chiarito che il criterio della “adeguata remunerazione del capitale investito” non si applicherà alla tariffa idrica, in quanto abrogata dai referendum del 2011.
In ultimo, ha ribadito come il divieto del ricorso all'azienda speciale e alla gestione in economia dei servizi a rete sia stata una precisa scelta del Governo, aspetto sul quale non ha preso alcun impegno. Ciò è stato confermato anche dalla dirigente del Ministero dell'Ambiente.
Scelta che non sono stati in grado di giustificare se non presentando argomentazioni strumentali e deboli.
Su tale punto abbiamo sottolineato come il ricorso all'azienda di diritto pubblico sia un punto dirimente del rispetto dell'esito referendario, così come lo è l'impostazione complessiva del decreto, e pertanto ci aspettiamo non delle mere “limature” al testo, ma un cambiamento sostanziale di tutti quegli articoli che creano, di fatto, un “favor” per le gestioni private.
Ci è stato richiesto di sottoporre all'attenzione del Ministro le nostre eventuali proposte emendative al testo del decreto. Siamo rimasti d'accordo che le invieremo nei prossimi giorni.
In ultimo abbiamo comunicato che a breve consegneremo ai Presidenti della Camera e del Senato centinaia di migliaia di firme, raccolte nell'ambito dela campagna sui referendum sociali, a sostegno di una petizione popolare con cui si richiede il ritiro del decreto, o la sua riscrittura radicale.
Il Ministro ha risposto che allo stato attuale non è nelle condizioni di assumere ulteriori impegni rispetto a quelli già indicati e auspica che il dibattito nelle commissioni parlamentari faccia emergere dei pareri chiari anche sui punti da noi segnalati.
A questo proposito ci ha consigliato di chiedere un incontro con i relatori del decreto sui servizi pubblici in Parlamento che sono il Sen. Pagliari (PD) e gli On. Giorgis (Pd) e On. Mazziotti Di Celso (Scelta Civica).
In ultimo il Ministro ci ha fatto presente che durante un confronto con il Ministro dell'Ambiente Galletti gli ha suggerito di fissare un incontro con il Forum Acqua e ha chiesto alla dirigente Checcucci di verificarne la disponibilità a svolgerlo in tempi brevi.
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