Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 19 giugno 2016

Giornata Mondiale del Rifugiato

Associazione Culturale Oltre l'Occidente


Lunedì 20 giugno anche a Frosinone, in largo Paleario 7 dalle 17, coordinata dall’Ass. Oltre l’Occidente e dal Fronte della Gioventù Comunista, si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, attraverso l’incontro con Adam Abdulla rifugiato sudanese, autore del video Seasons of Migration e il famoso fotoreporter frusinate Piero Pomponi. La giornata, proposta dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), apre la campagna #WithRefugeesche durerà fino al 19 settembre, ha come obiettivo quello di far conoscere i rifugiati attraverso i loro sogni e le loro speranze: prendersi cura della propria famiglia, avere un lavoro, andare a scuola, avere un posto da chiamare casa.
Davanti ad un mondo caratterizzato da estreme diseguaglianze una situazione internazionale che vede 2,7 miliardi di persone vivere con meno di 2,5 $ al giorno, davanti ad una popolazione migrante di circa 230 milioni di persone, una persona ogni 33, che si spostano per trovare migliori condizioni di vita o che sono estromesse da loro economie locali dai pressanti processi di globalizzazione, davanti ai crescenti conflitti che avvengono su scale globale ed europea, la civiltà post industriale occidentale non riesce a trovare politiche internazionali che favoriscano l’integrazione sociale e la redistribuzione della ricchezza. Anzi venti di guerra continuano ad alzarsi per affrontare situazioni che sono diventate drammatiche proprio dopo l’uso della forza come modalità di risoluzione delle controversie internazionali. Afghanistan, Iraq, Lybia ed ora Siria sono regioni le cui popolazioni sono sollecitate all’esodo forzato dopo gli interventi “chirurgici” dei nostri caccia.
Secondo le stime dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) persecuzioni, conflitti e povertà hanno costretto la cifra record di un milione di persone a fuggire in Europa nel 2015.
Il numero di persone costrette alla fuga da guerre e conflitti è il più alto registrato in Europa occidentale e centrale dal 1990, quando diversi conflitti divamparono nella ex Jugoslavia.
La metà di coloro che quest’anno hanno attraversato il Mediterraneo – mezzo milione di persone – sono siriani in fuga dalla guerra nel loro paese. Gli afgani rappresentato il 20 per cento e gli iracheni il 7 per cento.
Per rispondere alle continue ma non impossibili richieste di accoglienza, le nostre istituzioni mettono in campo misure inadeguate sia per l’emergenza che per l’integrazione. Deficit strutturali mai affrontati che si trascinano dalle prime forti migrazioni economiche degli anni 90 a cui si aggiungono oggi i profughi di guerra, utili solo alla speculazione economica della criminalità organizzata e alla corruzione che gestisce spesso proprio le attività di accoglienza.
C’è necessità quindi di rivedere le politiche economiche, a partire da quelle locali, e di integrazione tra italiani e stranieri. Le istituzioni da anni latitano anche ad offrire servizi come la semplice alfabetizzazione, nell’assicurare la certezza della residenzialità, tutele sociali per coloro che perdono il lavoro. Ciò che non si costruisce in questa direzione non può essere sussidiato da parte della società civile.



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