Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 24 giugno 2017

Il suono e il segno secondo Olga Tsarkova e Massimo Chioccia

Luciano Granieri

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Sarebbe bello riuscire a tradurre in segni, colori, sfumature, contrasti, le vibrazioni sonore che giungono dalle improvvisazioni  dei più grandi jazzisti del mondo. Sarebbe bello certo, ma  richiederebbe una sensibilità artistica fuori dal comune. E’ necessario mettere in sintonia due stimolazioni emotive distinte, percezioni di diversa natura. Il sentire, l’ascoltare,    devono tradursi nei gesti che producono segni sulla tela, elementi di una  traduzione visionaria in grado di  disegnare un arpeggio, una scala pentatonica, un glissato.  

Il giornalista musicale Ashley Kahn qualche tempo fa ebbe a dire: “Non è facile tradurre il suono in una immagine…..Olga e Massimo hanno trovato il modo di farlo”  Ma chi  sono Olga e Massimo? Kahn si riferiva a  Olga Tsarkova e Massimo Chioccia, due pittori di arte moderna, ma anche due appassionati di jazz. Passioni che, nel loro caso , si sono contaminate  dando luogo ad un’esperienza pittorica forse unica. 

Le opere  di Tsarkova e Chioccia hanno trovato grandi estimatori sia in Italia che oltreoceano. I due artisti  hanno firmato il manifesto per una delle manifestazioni di jazz più importanti al mondo, il Newport Jazz Festival. Da anni le loro opere sono esposte nel leggendario Birdland di New York. 

Olga Tsarkova  e Massimo Chioccia  sono una coppia oltre che nell’arte, anche nella vita. La loro bottega di Orvieto è diventato un crogiolo ribollente di creatività dove arte figurativa e musica si fondono creando qualcosa di veramente unico. I loro quadri, non solo riproducono  la forza improvvisativa che arriva dallo strumento musicale, ma anche il vasto campionario di espressioni,   movenze che i visi e i corpi dei musicisti, impegnati nel loro atto creativo, rimandano alla fantasia dei due artisti. 

Godere dell’opera di Olga Tsarkova e Massimo Chioccia e magari provare a ricondurre la stimolazione visiva a quella sonora guardando i loro quadri  di John Coltrane, di Parker, piuttosto che di Marcus Miller,  potrebbe essere un’esperienza stimolante. Io ho provato a farlo nel video che segue.

 Il brano che accompagna lo scorrere delle opere di Olga Tsarkova e Massimo Chioccia è “Detroit”, tratto dall’album di Marcus Miller “Renaissance”. Ho scelto un pezzo  non propriamente jazz, ma spiccatamente funky, perché la galleria dei musicisti ritratti da Olga è Massimo  va oltre il jazz, comprende anche rocker, bluesman e lo stesso Marcus Miller. Per cui un po’ di buon sano jazz-rock mi è sembrato più rappresentativo.

Good Vibrations



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