Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 16 febbraio 2018

Basta Acea, basta al profitto dei privati sull'acqua

Marina Navarra


In qualità di responsabile ambiente della federazione provinciale di Rifondazione Comunista , come candidata al Consiglio regionale e al Senato per Potere a Popolo, ma soprattutto in veste di cittadina, aderirò alla manifestazione “BASTA ACEA ATO5 che si terrà  a Frosinone, Sabato 17 febbraio con partenza dal piazzale del vecchio stadio. 

La vicenda di Acea, è emblematica di come il capitale, grazie ai comitati d’affari che occupano il Parlamento e le assise  locali, riesce a vessare i cittadini, lucrando su un bene fondamentale per la vita come l’acqua. Nel 2011 il popolo sovrano,  attraverso un referendum, ha decretato che sull’acqua è vietato fare profitti, con l’abolizione della remunerazione del capitale investito. 

I sindaci dei Comuni compresi nei vari ATO, stranamente,  ignorano  il referendum continuando ad approvare tariffe illegali  comprensive del profitto per il gestore. Dal 1° gennaio 2012 con il   decreto Salva-Italia, del  governo Monti,  la determinazione delle tariffe viene demandata ad un organo specifico:  l’Autorità per  l’Energia il Gas ed il Servizio Idrico (AEEGSI) il quale   stabilisce che le tariffa debba coprire interamente i costi sostenuti dal gestore, fra questi  figura il costo della risorsa finanziaria.  In pratica la vecchia remunerazione del capitale, eliminata dal referendum, viene reintrodotta sotto altro nome.  

Ma il tracollo si ha nel maggio del 2017 quando il Consiglio di Stato respinge definitivamente i ricorsi presentati dalle associazioni dei consumatori sulla mancata attuazione del referendum nella determinazione della tariffa.  Secondo il supremo giudice amministrativo, ai sensi della normativa italiana ed europea attualmente in vigore, il servizio idrico è un servizio a “rilevanza economica” dunque deve assicurare una rendita direttamente stabilita dai mecati finanziari. 

Con buona pace di quei 26 milioni di cittadini che hanno votato per l’acqua pubblica, Acea è legittimata a distribuire dividendi milionari ai propri azionisti, sacrificando gli investimenti  per  l’efficientamento , e ad  assicurare il profitto proprio attraverso la tariffa. Il Comune di Roma è il maggiore di questi azionisti detenendo il 51% delle azioni di Acea, ma la sindaca pentastellata Raggi, pur promettendo in campagna elettorale la rideterminazione degli assetti societari di Acea   verso una maggiore predominanza del pubblico, e una quota di investimenti maggior  per l’adeguamento della rete idrica, nulla ha fatto. Il Movimento che prometteva di aprire il Parlamento come una scatola di tonno non è riuscito neanche a scalfire lo scafandro della multi utility romana. 

Uguale responsabilità ha la Regione a guida Pd. Pressata dalle normative europee il Consiglio, guidato da Zingaretti, approva la legge 5  recependo tutte le indicazioni  del Forum dei Movimenti per l’acqua. Sembra fatta. La legge propone la gestione pubblica della risorsa. Ma siccome gli interessi del capitale (Acea) sono intoccabili, la normativa non verrà mai applicata per la mancanza dei decreti attutivi,  per altro licenziati pochi giorni fa, che di fatto peggiorano la situazione attuale. 

 La meritoria attività dei movimenti per l’acqua pubblica attivi nella nostra Provincia organizza manifestazioni e offre consulenza per contestare e non pagare bollette, “creative” .  E’ la giusta strada. Bisogna colpire il capitale fin dentro il portafoglio. Ma a soccorrere Acea ci pensa il comitato d’affari a guida Pd che è al governo. Con il decreto del 22 febbraio 2016 il ministro dell’economia e delle finanze Padoan autorizza la riscossione coattiva dei crediti vantati da Acea  Ato5 nei confronti degli utenti della Provincia di Frosinone. In pratica solo a Frosinone e  Provincia  una legge speciale prefigura  per chi non paga un reato penale con la possibilità del distacco del contatore.  

La vicenda della risoluzione del contratto richiesta da 11 sindaci guidati dal primo cittadino del Capoluogo Ottaviani , alla fine rivela lo scopo esclusivamente  elettoralistico dell’operazione. Infatti il TAR boccia l’istanza  per gravi vizi procedurali.  

Di fronte ad un tale danno per il benessere di cittadini  , arrecato  dagli interessi del capitale privato supportato dall’oligarchia politica, non resta che la mobilitazione a cominciare da  sabato 17 febbraio a Frosinone. Invito tutti i cittadini a partecipare, per liberarci da Acea, ma soprattutto per ribadire che, se non s’impone  la gestione pubblica e partecipata della risorsa idrica, sottraendola alle mire del mercato, nessuna impugnazione di bolletta o reclamo sarà efficace.  

Rimane comunque indispensabile continuare a contestare le fatture e rendere più dura la protesta. Non serve la risoluzione ma la RIVOLUZIONE. 


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