Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 17 febbraio 2018

Vogliamo l'acqua depurata dalle scorie del profitto.

Luciano Granieri


foto di Eugenio Oi


Sabato mattina 17 febbraio  Frosinone si è svegliata travolta da un vero e proprio shock. Diverse centinaia di  persone, provenienti da tutta la Provincia,  hanno manifestato per le vie del Capoluogo, contro Acea ATO5. 

Ciclicamente i cittadini vessati dal gestore privato, che da quando si è impossessato della nostra risorsa idrica, si fa pagare  l’acqua più di un Barolo d’annata, insistono nello scendere in piazza perché ormai è l’unico modo, oltre a non pagare la bollette, per cercare di ripristinare il principio costituzionale che attribuisce la sovranità al popolo. 

Quella sovranità,   ha sancito, attraverso un referendum che l’acqua non può essere oggetto di profitto, ma la politica, serva della dittatura del mercato, ha operato affinchè ciò non avvenisse facendo carta straccia di quanto sancito dai referendum. 

Addirittura il  recente pronunciamento del Consiglio di Stato su ricorsi effettuati da comitati a difesa dei consumatori, per invocare il rispetto del risultato referendario concernente l’eliminazione della remunerazione del capitale in bolletta, ha definitivamente sancito  che l’acqua è un bene di rilevanza economica e il profitto è addirittura assicurato dalle regole del mercato. 

Inoltre per intimidire il popolo frusinate il quale   contesta  Acea  e non paga fatture "anticostituzionali",  il governo  a guida Pd ha istituito una legge speciale, proprio dedicata a noi. Il decreto legge del 22 febbraio 2016 autorizza Acea  al recupero coatto   dei crediti, solo per quei disgraziati dell’ATO5. 

Emerge chiaramente come i gestori privati, non solo delle risorse idriche, siano ampiamente tutelati dai comitati d’affari politici. Molti candidati alle elezioni politiche e regionali ed  alcuni sindaci cerano a fianco dei manifestanti. Forse, sarà stato utile per loro constatare come i cittadini siano un’entità che ormai la politica non considera più. Il rispetto dei diritti sanciti in costituzione sono un impiccio, un fastidio per le lobby come Acea e chi pretende che questi vengano assicurati è uno sprovveduto. 

Speriamo, che a seguito di questa constatazione se qualcuno di loro verrà eletto, s’impegni a   tutelare gli interessi di chi lo ha votato.  Tornando al presente è chiaro che stiamo conducendo una lotta più che impari, contro una multi utility privata ampiamente tutelata da accordi e   trattati (compresi quelli europei), contro un comitato d’affari politico assolutamente impegnato ad assicurare con legislazioni ad hoc “incostituzionali” gli interessi di questi mostri speculativi. 

Contro questa  organizzata associazione a delinquere legalizzata, può ancora qualcosa il “popolo”?  Certamente, ma bisogna perseverare nel protestare, nel contestare le bollette e non pagarle. “Se non cambierà lotta dura sarà” Questo era  lo slogan più gridato nel corteo , una dichiarazione precisa ed inequivocabile, perché il popolo ciociaro non vuole bere l’acqua sporca, insudiciata dal fango del profitto. Il popolo ciociaro vuole l’acqua pulita depurata dalle scorie della speculazione….We don’t  want  to drink Muddy Water.

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