Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 17 maggio 2020

Non contano le sedi legali conta la voracità del capitalismo nazionale ed internazionale.

Luciano Granieri





Fiat Chrysler Automobiles, con sede fiscale a Londra e sede legale ad Amsterdam , ha deciso di chiedere un prestito di 6,3 miliardi di euro, a tasso irrisorio,  presso banca  “Intesa San Paolo” garantito  all’80%  dallo Stato Italiano, attraverso Sace (gruppo Cassa depositi e prestiti controllato dal Ministero dell’Economia Italiano ovviamente). Ciò usufruendo delle opportunità   offerte  dal  decreto liquidità approvato dal governo, Italiano anch’esso, per aiutare le aziende penalizzate dal lockdown.

 Dure reazioni da parte del Pd. Il vice segretario  Andrea Orlando pretende il ritorno della sede Fca in Italia, prima di concedere l’autorizzazione alla procedura, dimenticando che l’operazione del trasferimento delle sedi Fca all’estero, avvenne sotto il governo Letta,  esecutivo in  cui lui stesso era ministro. Operazione difesa a spada tratta dall’allora presidente del consiglio il quale ai membri dell’opposizione (Lega e Forza Italia) che  lo invitavano  a riferire in Parlamento sull’operazione rispose: “La sede legale è secondaria, contano i  posti di lavoro” Del resto anche dalla   destra, nonostante le chiacchiere da gioco delle parti, Marchionne, colui che mise in piedi l’operazione del trasferimento della sede legale, era un personaggio venerato.” Per il centrodestra punto su Sergio Marchionne. Tra non molto gli scade il contratto negli Stati Uniti, e se ci pensate bene sarebbe l’ideale…”,  così dichiarava Berlusconi  nel luglio 2017. 

Ma c’è poco da scandalizzarsi. La famiglia Agnelli, oggi Agnelli Elkan, ha sempre usato i  governi,  variamente colorati,     come zerbini.  Dalla contrattazione diretta dei regimi tributari  - in barba ad ogni principio di progressività fiscale - all’acquisizione per un tozzo di pane dell’Alfa Romeo, alle migliaia di miliardi ottenuti in contributi e   cassa integrazione, necessari   a socializzare le perdite delle varie crisi aziendali, spesso dovute a cattivo management o voracità speculativa,  è stato sempre ed un continuo  prendere senza dare  nulla in cambio. 

Dunque niente di nuovo sul fronte aziendale. Piuttosto bisognerebbe entrare maggiormente nel merito perché i requisiti richiesti dal decreto liquidità potrebbero non essere completamente soddisfatti. 

Le garanzie concesse da  Saci sono destinate alla imprese con fatturato individuale superiore o uguale a 1,5 miliardi con numero di dipendenti  in Italia superiore o uguale a 5.000. E qui ci siamo perché Fca Italy, succursale italiana della Fca soddisfa questi criteri . Anche la condizione  di congelare il pagamento dei dividendi azionari  per il 2019 è stata soddisfatta . Infatti, con una pomposa e unanimemente apprezzata  campagna mediatica, Fca  comunicava che,  per attutire l’impatto della crisi da Covid,   il millardo e cento di dividenti per il 2019 non sarebbe stato corrisposto ai soci, facendo passare il tutto come un’iniziativa umanitaria. In realtà dopo pochi giorni si sono scoperte le reali finalità dell’operazione: aderire al decreto liquidità.

 Ma il problema è un altro. A molte   aziende che hanno richiesto il prestito garantito dallo Stato, anche quello minimo di 25mila euro,  è stato imposto di esibire il piano industriale triennale. Sarà preteso anche da  Fca? E’ fondamentale saperlo perché il piano industriale che Fca potrà produrre arriverà, si e no, all’inizio dell’anno prossimo, periodo in cui andrà in porto la fusione con il colosso francese Psa. Da quel momento cambieranno tutti gli assetti societari.  In  pratica ad  usufruire di quel prestito sarà un’altra entità proprietaria,  fra i cui soci ci sarà sempre la famglia Agnelli attraverso il suo gruppo finanziario Exor, ma comparirà anche la  Stato francese azionista di Psa. 

Fatemi capire;  una norma atta ad aiutare   un’azienda privata , diciamo così, italiana  andrà a favorire uno Stato estero  sovrano?  Accadrà questo?  Una cosa è certa da  quella fusione nel 2021 i soci (fra cui Exor)   ricaveranno dividendi per 5,5miliadi di euro.  E così si giustifica anche il sacrificio del 2019. A fronte dell'iniziale rinuncia a 1,1 miliardi si ottiene denaro fresco, a tassi irrisori, garantito dallo Stato, per 6,3 miliardi, più i 5,5 miliardi di dividendi del 2021. Ci si può stare.  

Al di la dei paradossi. Fca giustifica la richiesta del prestito con la necessità portare avanti   il piano   di 5 miliardi per investimenti sui nuovi  modelli, da produrre negli stabilimenti italiani,   la cui copertura  sarebbe dovuto arrivare dal mercato automotive bloccato dal Covid.  Perché  Exor anziché sborsare soldi per colonizzare  defintivamente  Repubblica (l’articolo sul prestito pubblicato dal quotidiano è un’ esercitazione di servilismo di rara bellezza ), non ha  impegnato quelle  sostanze per dare esecuzione alla pianificazione di 5 miliardi?  

Ma alla luce dell’imminente fusione,  che ne sarà del  piano?  Gli stabilimenti dove predisporre  le catene per i nuovi modelli  saranno quelli previsti, e i modelli saranno quelli pianificati? Quei pochi stabilimenti ancora attivi in Italia  al 70% della produttività pre-covid, (il resto a cassa integrazione)  rimarranno aperti, ci saranno ulteriori delocalizzazioni? E’ previsto un’ulteriore ricorso alla cassa integrazione? 

In un Paese normale prima di garantire un prestito di 6,3 miliardi lo Stato dovrebbe essere a conoscenza di tutti questi “PICCOLI” particolari. Perché se, puta caso, il nuovo assetto societario decidesse di non restituire, magari solo l’80% del prestito, l’onere toccherebbe a Sace, quindi a Cassa Depositi e Prestiti, quindi allo Stato Italiano. Con conseguente aumento de debito pubblico, e le attivazioni delle stringenti politiche di austerity imposte dall’Europa. Le cui conseguenze, come è noto, sono tagli al sistema sanitario, alla scuola, e a tutti i servizi di pubblica utilità. 

In effetti ha ragione Letta, non contano le sedi legali.  Quello che conta, con tutta evidenza,  è il continuo e reiterato scempio del diritto di sopravvivenza della collettività operato dalle grandi multinazionali e in particolare, per l’Italia dalla famiglia Agnelli. Questo bisogna combattere, anche se, a quanto sembra, pochi ne sono consapevoli.

4 commenti:

  1. L'avvocato Conte si è già dimenticato, per esempio, delle dimissioni dell'ex ministro dell'Istruzione Fioramonti, a causa della totale insufficienza di fondi che il Governo ha stanziato per la Scuola. Anche in questo settore siamo gli ultimi in Europa; cin cin!

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  2. L'avvocato Conte si è già dimenticato, per esempio, delle dimissioni dell'ex ministro dell'Istruzione Fioramonti, a causa della totale insufficienza di fondi che il Governo ha stanziato per la Scuola. Anche in questo settore siamo gli ultimi in Europa; cin cin!

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  3. L'avvocato Conte si è già dimenticato, per esempio, delle dimissioni dell'ex ministro dell'Istruzione Fioramonti, a causa della totale insufficienza di fondi che il Governo ha stanziato per la Scuola. Anche in questo settore siamo gli ultimi in Europa; cin cin!

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  4. L'avvocato Conte si è già dimenticato, per esempio, delle dimissioni dell'ex ministro dell'Istruzione Fioramonti, a causa della totale insufficienza di fondi che il Governo ha stanziato per la Scuola. Anche in questo settore siamo gli ultimi in Europa; cin cin!

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