Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 30 luglio 2011

Si è spento il faro pacifista in Ciociaria

Associazione Oltre L'occidente

Gioele Fuligno animatore delle campagne per la pace con decisa e ferma avversità a tutte le guerre, assertore dell'uguaglianza tra i popoli e le religioni, sostenitore di campagne per l’antirazzismo, che ha accettato il comunismo dei beni, delle ricchezze, della scienza, della conoscenza delle culture di tutti i popoli della terra, faro di una etica del rapporto fra gli uomini, ci ha lasciati ieri notte, giovedì. Pastore protestante presso la Chiesa Evangelica Battista di S.Angelo in Villa, torinese, univa l'impegno religioso a quello politico, vicino all'allora partito Comunista, poi PDS. Gioele si faceva promotore sin dalla fine degli anni '80 dei movimenti e delle campagne nella nostra provincia contro il nucleare, contro la prima guerra in Iraq, per la pace in Yugoslavia, cercando di sensibilizzare il territorio ad una visione diversa del mondo e dei valori della pace e della solidarietà tra i popoli. Grande studioso di teologia, organizzatore di convegni di livello internazionale sul tema della mondialità, la globalizzazione, i diritti umani, Gioele ha fatto parte anche del Consiglio Ecumenico Mondiale delle Chiese, a testimonianza della elevata levatura e preparazione. Ha contributo alla conoscenza del pensiero e promosso la riflessione su grandi del '900 come Roland Barth, Dietrich Bonhoffer, Martin Luther King cercando nel loro pensiero chiavi di lettura, di analisi e di applicazione alla nostra realtà. Persona sempre disponibile, sempre attento a ciò che succedeva e a ciò che altri si impegnavano a fare confrontandosi con l'umiltà, sua caratteristica, e il sorriso coinvolgente che aveva. Mai una parola fuori posto, sempre concreto, sempre in ascolto, sempre pronto a prendersi quelle responsabilità che altri allontanavano, non perdeva mai la speranza di coinvolgere le istituzioni, di cui aveva sempre profondo rispetto: divenne coordinatore e fautore della più bella campagna contro la guerra del 2003 in occasione della quale a Frosinone si svolse la più grande manifestazione che in questa città si ricordi con oltre 5000 persone e alla testa gli stendardi di Comune e Provincia che scelsero la protesta contro la guerra convinti dall'opera infaticabile di Gioele.Probabilmente in quell'occasione si convinse ancor di più della necessità del dialogo interreligioso, si fece promotore del tavolo interreligioso di Frosinone, nella speranza di incontrare le altre confessioni su un piano di parità. Fraterno amico del locale Imam musulmano e dei cistercensi di Casamari, oltre che di tutte le chiese protestanti, organizzò a Casamari nel 2003 una bellissima giornata di preghiera comune contro la guerra all'Iraq. Negli ultimi anni, pur ammalato, era coinvolto nella difesa della costituzione e nel movimento di difesa del diritto alla salute, non disdegnando mai una attiva partecipazione. Anche in pensione animava raccolte fondi con la Chiesa Evangelica Battista di S.Angelo per popolazioni lontane ma che necessitavano condivisione nelle difficoltà. Gioele riusciva ad avere, proprio per questa sua impareggiabile capacità di donare e donarsi, una partecipazione agli eventi anche politicamente e religiosamente lontani. Recentemente Gioele rilanciava l’idea della necessità di un movimento pacifista aderendo, come al solito con serietà e partecipazione, al gruppo di lavoro per la Casa della Pace di Frosinone, che ha animato e coordinato fino a che la malattia non gli ha impedito di partecipare, e che emerge dalle seguenti parole: «E’ tanto ormai che rifletto nella solitudine sul messaggio di pace che qualcuno deve lanciare in ogni epoca. Che io rifletta nella solitudine e non possa condividere con nessuno questa preoccupazione, “dove sono i pacifisti” e “come viene proposta la parola e l’idea - pace - oggi?, non serve a niente. Ho letto sull’Unità di qualche giorno fa un’intervista ad Ingrao, il quale tra altre cose importanti, diceva che non esiste più un movimento pacifista in Italia, e ancora di più ho sentito la necessità di riaprire questo tema, e questo eterno discorso che rasenta sempre l’utopia, ma che utopico non è». Domenica 31 luglio alle ore 15 lo ricorderemo tutti insieme nella chiesa di S.Angelo in Villa.

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