Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 11 novembre 2011

17 NOVEMBRE SCIOPERO GENERALE Indetto da CUB, COBAS, COMITATO IMMIGRATI E STUDENTI

Unire le lotte – Area Classista Usb

Il governo Berlusconi ha deciso di varare, come ultimo atto prima delle dimissioni del premier, la famigerata legge di stabilità (o Finanziaria), in ossequio ai diktat dell’Unione Europea, della Banca Centrale e del Fondo Monetario Internazionale. Si tratta dell’ennesima manovra lacrime e sangue, che smantellerà definitivamente quel poco che resta dei servizi pubblici, dello stato sociale, dei diritti dei lavoratori. Le dimissioni di Berlusconi non configurano un cambio di rotta: sia che si vada a nuove elezioni, sia che si inauguri un “governo tecnico”, le intenzioni di Confindustria e dei padroni sono chiare: tutti i partiti del centrodestra e del centrosinistra intendono rispettare i dettami dell’UE, a partire dal pagamento del debito. Per questo, si annunciano per i lavoratori e per i giovani studenti misure ancora più drastiche: lo scenario della Grecia è sempre più vicino.
Ma, mentre in Grecia i lavoratori hanno già proclamato decine di scioperi generali unitari e prolungati (con assedi reali, e non meramente mediatici, dei palazzi del Potere da parte dei lavoratori in lotta), in Italia la mobilitazione stenta a crescere. Da un lato le burocrazie di Cgil, Cisl e Uil stringono accordi con la Marcegaglia e con il governo, dall’altro lato il sindacalismo di base si rivela incapace di rappresentare una valida alternativa: il settarismo dei gruppi dirigenti ha fino ad oggi impedito di colmare il vuoto sindacale a sinistra della Cgil. Lo sciopero generale del sindacalismo di base del 17 novembre, indetto da Cub, Cobas e Comitato Immigrati in Italia, può diventare l’occasione per indire un nuovo grande sciopero unitario del sindacalismo conflittuale. Per questo, riteniamo grave la decisione dell’Esecutivo nazionale di Usb di non aderire allo sciopero e di convocare un proprio “sciopero generale” separato il 2 dicembre. Si tratta di una scelta autoreferenziale, che dimostra una volta di più che i vertici di Usb antepongono la difesa del proprio orticello alla necessità di costruire una reale risposta unitaria della classe lavoratrice in risposta a questo attacco senza precedenti imposto dal governo, da Confindustria e dall’Europa dei banchieri. In questo momento economico e sociale, è necessario unire le lotte, non dividere i lavoratori, proclamando due scioperi generali in date diverse: i lavoratori non scioperano per fare un piacere ai sindacati, ma per strappare risultati e respingere gli attacchi del governo e dei padroni!
Unire le lotte – Area Classista Usb fa appello sia all’Esecutivo nazionale di Usb sia a tutte le strutture territoriali di Usb e degli altri sindacati (a partire dalla Fiom) ad aderire allo sciopero del 17 novembre, per trasformare questa giornata in un grande sciopero generale in grado di rispedire al mittente la manovra finanziaria.

* No al pagamento del debito! No ai diktat dell’Unione Europea, della Bce e dell’Fmi!


* No alla messa in discussione dei contratti collettivi, del diritto di sciopero, dell'articolo 18!


* Ritiro dei tagli, già effettuati negli anni scorsi (anche dal centrosinistra), alla Scuola, alla Sanità, alla Cultura!


* Assunzione a tempo indeterminato per tutti i lavoratori precari!


* Scala mobile dei salari e delle ore lavorative: lavorare meno, lavorare tutti e a salari dignitosi!


* No ai limiti imposti alle pensioni di anzianità: 35 anni di lavoro e 60 anni di età sono più che sufficienti per consentire un ricambio generazionale nei posti di lavoro!


* Parità di condizioni salariali e lavorative per lavoratori immigrati e nativi!


* Esproprio sotto controllo dei lavoratori delle banche e delle industrie che licenziano, che mettono i lavoratori in cassa integrazione, che minacciano di trasferire la produzione all'estero!


* Solidarietà alle rivoluzioni in Nord Africa e Medio Oriente! Solidarietà agli indignados, alle lotte in Grecia, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Cile!

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