Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 13 gennaio 2012

Cosentino o padano?

Giovanni Morsillo

Contari 309, favorevoli 298: la Camera respinge. Così per la richiesta a procedere nei confronti di Nicola Cosentino, Onorevole deputato della Repubblica italiana. I voti determinanti non sono stati solo quelli dei 6 radicali, che per riconoscenza elettorale hanno fatto il loro dovere obbedienti e disciplinati. Sono stati 309 i voti determinanti, tutti ugualmente responsabili della vergogna nazionale che ci colpisce ancora una volta. Eccola la classe dirigente, quelli che tempo fa si facevano chiamare addirittura "Polo del buongoverno"! Faccia tosta a parte, questo è il Parlamento che abbiamo, che regge Monti e che fa le leggi che noi tutti siamo tenuti a rispettare. Ed in questo Parlamento screditato e umiliato, come spesso accade da un certo tempo, si distingue la Lega, quella compagine (per la verità ora un po' "scompaginata") di rozzi spaccamontagne che tuonano minacce e scalano campanili, che promettono pallottole a papi e magistrati, che considerano la bandiera come attrezzatura per l'igiene intima, che raccontano di passare le serate ad oliare i kalashnikov davanti al camino con il paiolo di polenta, che fanno i comizi in canottiera e con le corna in testa e vanno a disturbare Eridano nella culla dopo averne inquinato il corso con le loro porcilaie, che fanno urinare i maiali sui terreni destinati alla costruzione di luoghi di culto (islamici, va bene, islamici!), che si dicono federalisti e vogliono dividere quello che è unito, ma che, soprattutto, portano i cappi in Parlamento e votano contro l'autorizzazione a procedere per un sospetto criminale sostenendo di non essere forcaioli.
Si distingue, la Lega di Bossi, per la sua cruda incoerenza, ostentata come valore, come pragmatico approccio alla realtà invece che opportunismo del giorno per giorno. La Lega che dice pane al pane e vin brulé al vin brulé, che non si fa tanti scrupoli nel definire terroni i fiorentini e negri tutti gli altri, che fa le ronde contro i senzatetto e propone di sparare con i cannoni sui gommoni dei disperati e di recintare di filo spinato le coste d'Italia (anzi, di Padania e Terronia), che prega l'Etna e il Vesuvio di fare giustizia dei terroni e dei loro marmocchi accatastati in quartieri fatiscenti sotto le falde dei due provvidenziali vulcani, ma che in Parlamento vota ripetutamente contro le indagini verso individui su cui gravano forti elementi di sospetto di reato. E non si parla di piccole cose, magari di aver preso una mazzetta o di aver dimenticato di farsi fare lo scontrino al bar di Cortina. Si tratta di imputazioni gravissime, che hanno a che fare con la mafia, con la camorra, con quella famigerata commistione affari-politica che da secoli consideriamo "il male dell'Italia".
Se così è, se cioè la Lega si pone a difesa dell'immunità di questi personaggi, dovrebbe voler dire che anche la Lega è parte del male dell'Italia. Non scopriamo certamente nulla di nuovo, ma è giusto dirlo, perché qualcuno si tolga definitivamente dalla zucca l'idea che la Lega Nord, in un contesto elettoralmente mutato, possa essere portata nel campo democratico, resa cioè compatibile con un'idea progressista della politica.
La Lega non è affatto, come sostenne improvvidamente ma in modo calcolato l'On. D'Alema molto tempo fa, una costola della sinistra. Almeno se per sinistra si intende, classicamente, la parte politica che fa riferimento alla civiltà del lavoro, che si schiera per la promozione e se del caso l'emancipazione di questo, e considera avversari gli speculatori e nocive le alchimie di potere. Se invece la sinistra si riducesse (ma confidiamo che questo non accadrà) ad un comitato elettorale col solo obiettivo di vincere le elezioni per fare in termini di indirizzo politico quello che dovrebbero fare altri, allora non ci dovrebbe essere bisogno di definirla costola della sinistra, ma semplicemente bacino elettorale utile.
Ovviamente così non è, e l'On. D'Alema probabilmente buttò lì la frase solo per vedere l'effetto che fa, alla Jannacci. Ecco, se altri avessero pensato di ripetere la boutade per capire se il clima fosse nel frattempo cambiato, può tranquillizzarsi: la Lega non è forcaiola, preferisce le sparate a caldo e le bordate, ma solo sui deboli e gli indifesi. Per i potenti e i criminali, essa è sempre al servizio.

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