Ieri mattina ho partecipato all'assemblea di
"Cambiare si può", a Torino, senza particolari aspettative, ma con
l'obiettivo di ascoltare, comprendere, partecipare. Prima di uscire ho dato una
rapida occhiata alle notizie su Rainews24, e mi è capitata un'intervista a
Beppe Grillo dove diceva le stesse parole riportate, più tardi, in QUESTA NOTIZIA ANSA: "Senza di noi ci sarà un'esplosione di cattiveria. Io non
faccio altro che calmare". Beh, io non voglio stare calma. Io voglio
agitarmi, fino a quando non sarò "felice" e sono molto
"esigente" in termini di felicità. Perché se non c'è uguaglianza ed
equità, se la felicità non è un sogno accessibile per tutti, se lo stesso
pianeta rischia il collasso per la nostra drammatica irresponsabilità io non
posso essere felice. E ho il diritto di AGITARMI. E INCAZZARMI, se necessario.
Quindi senza Grillo ci sarebbe più cattiveria?
Non credo. La cattiveria è un'altra cosa. Come la democrazia, anche la democrazia
è un'altra storia. E non è quella che ho percepito all'assemblea di
"Cambiare si può", dove ottimi interventi, alternati a quelli diciamo
già sentiti, non sono stati "accolti", ascoltati. C'è molto lavoro da
fare, è vero che dobbiamo imparare a lavorare "insieme", ma
"uniti" contro qualcosa o qualcuno (che cambierà sempre perché non
andiamo certo alle urne a scegliere quelli che la crisi l'hanno studiata a
tavolino!), e magari anche alleati con chi, in passato, non ha certo dato prova
di coerenza, non può più funzionare. E' un copione che ripetiamo all'infinito.
Il male minore. Serve a loro, a "contenerci" nel sistema, portandoci
a quelle urne, avvallandolo, non importa se votando le minoranze che finiranno
all'opposizione.
Ma a leggere bene le dichiarazioni di Beppe, una mezza verità c'è... è il
timore dell'astensione, che rischia di raggiungere e superare la metà degli
aventi diritti al voto. Una situazione che renderebbe "insostenibile"
qualunque governo.
Perfetto. Questo è il mio personale obiettivo. Ed è l'unico partito che da
questo momento avrà tutto il mio sostegno!
Perché ho il diritto di incazzarmi... anzi, ce l'abbiamo tutti!
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