Il sottoscritto con Mario Catania e
Francesco Notarcola, membri dell’osservatorio, si sono divisi l’onere e l’ onore di
organizzare in due istituti superiori di Frosinone: L’Istituto per geometri
“Brunelleschi” e l’Ipsia Galileo Galilei, la proiezione del film “I cento passi”. La potente
pellicola di Marco Tullio Giordana ripercorre
in modo molto fedele la vita di Peppino.
Oltre che presso questi istituti il film
è stato proiettato anche al centro culturale Libreria Caffè Ithaca, con poco
successo in verità.
Era la prima che
volta che mi confrontavo con gli
studenti in casa loro. L’esperienza è stata
molto stimolante anche se è passata
attraverso momenti di tensione e delusione.
In ogni caso il successo della manifestazione, pur con tanti se e tanti
ma, è risultato al di sopra di ogni più
rosea aspettativa. Di questo va dato merito anche ai docenti. In particolare
vorrei complimentarmi con la professoressa Marilena Ferrante, docente di
diritto presso l’Istituto tecnico per geometri, e con i suoi collaboratori, per
il lavoro di ricerca che ha svolto con i ragazzi preparandoli degnamente sull’argomento
della genesi e dello sviluppo delle mafie sul territorio e sul concetto di legalità. Nel
video che segue si può apprezzare il lavoro svolto dai ragazzi.
Dal momento che noi dell’Osservatorio in
quanto a difficoltà non ci facciamo mancare nulla, le scuole scelte ad una
prima analisi erano le meno indicate per proporre il percorso di contrasto alla mafia e all’ingiustizia sociale di un
giovane il quale, per ideologia e modo di concepire la vita, era lontano anni luce dagli studenti che avevamo di fronte. Ma proprio per questo considero il risultato
ottenuto confortante.
Non è vero che questi giovani sono dei contenitori di
superficialità e insensibilità alimentata da suggestioni televisive.
Sicuramente sentono e subiscono la mancanza di elementi di contrapposizione e
di destrutturazione del pensiero unico dominante che promuove la misurazione
del successo in base alla disponibilità economica. Pensiero unico, è bene
ricordarlo, su cui si basa proprio la cultura
mafiosa e dell’illegalità diffusa.
Traspare però il fatto che il pensiero unico comincia a vacillare nell’immaginario collettivo di questi giovani. Certe convinzioni, forse anche per l’instabilità
sociale amplificata dalla crisi economica, cominciano ad essere meno
granitiche, inizia ad insinuarsi qualche
sacca di nichilismo e disillusione. Atteggiamenti
sicuramente pericolosi, ma rivelatori di
piccoli spazi di agibilità per l’introduzione di concetti diversi, alternativi a quelli
dominanti. Permangono luoghi comuni fortemente radicati.
Ad esempio un ragazzo,
pur apprezzando il film, ha osservato che la presenza della politica era
comunque debordante, Peppino Impastato come è noto era comunista, nonché militante e candidato alle
elezioni comunali per il Partito d’unità Proletaria . La mia risposta è stata che la vita è politica. Stimolare la riflessione sul fatto
che un comportamento semplice
come percorrere il parcheggio della loro scuola secondo il senso di
marcia previsto, come realmente mi è
capitato di fare , mettendomi contro tutti gli altri genitori che, non
rispettando la regola uscivano in modo
caotico, era un atto politico forte, ha lasciato i ragazzi e anche qualche
insegnante perplessi. Probabilmente ciò avrà indotto delle riflessioni.
Un
ragazzo dell'istituto Brunelleschi, ci ha chiesto con ammirazione se non avessimo paura di
ritorsioni in questo nostro impegno divulgativo contro l’illegalità e la
criminalità organizzata. Ho risposto che comincerò ad avere paura quando la
nostra attività riuscirà a coinvolgere ed aggregare importanti pezzi della
società civile. Fino ad oggi, cani sciolti come noi non danno fastidio a
nessuno e dunque possiamo stare tranquilli.
Anzi l’auspicio è che un giorno
credo purtroppo molto lontano, potremo iniziare ad avere paura delle reazioni dei mafiosi, perché vorrà dire che il nostro
lavoro avrà cominciato ad ottenere
qualche risultato.
Sulla proiezione alla
libreria caffè Ithaca, meglio stendere un velo pietoso. E’ stato piacevole
incontrare Alida e Sabrina, gustare la
loro cucina, scambiare con loro qualche chiacchiera , ma alla proiezione del
film, non c’erano neanche i soliti quattro gatti che come consuetudine presenziano a questi eventi. Non c’è dunque da
stupirsi se il sonno che stordisce la società civile di questa città sta trasformando
i cittadini in una congrega di
accondiscendenti sfruttati senza la forza di reagire.
Nei
video proponiamo : una clip musicale in cui sono ripresi i momenti salienti
degli incontri, un filmato con gli interventi della professoressa Ferrante, di Mario Catania e soprattutto con il lavoro
dei ragazzi dell’istituto Brunelleschi. E infine una scena tratta dal film.
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