Lunedì scorso 27 maggio è stato presentato presso la saletta
centro delle arti il libro “Guerra e
resistenza a sud di Roma, Monti Prenestini e Alta Valle del Sacco, 8 settembre 1943 5 giugno 1944” scritto da
Roberto Salvatori presidente dell’ANPI
di Genazzano. L’evento organizzato nell’ambito
della campagna patrocinata dalla Coop
Unicoop Tirreno dal titolo “il maggio dei libri, leggere fa crescere” ha visto la presenza dell’autore e dello
scrittore giornalista, nonché presidente del conservatorio di Frosinone
Tarcisio Tarquini.
Il libro stampato
grazie alla generosità del comune di Bellegra, con il contributo dell’ANPI, è un
documento prezioso che illumina una parte della resistenza italiana, quella sviluppatasi a nord della provincia di
Frosinone, rimasta nel buio di un oblio scandaloso. Nella presentazione di Tarcisio Tarquini e
nella parole dello stesso autore Roberto Salvatori emerge con forza l’importanza, la centralità di molti partigiani e
combattenti che hanno contribuito, mettendo a rischio la loro vita, alla liberazione dal nazifascismo , anche in
quella parte di territorio compreso fra Roma e Frosinone.
Una pagina di
resistenza negata che Salvatori, grazie ad un paziente lavoro di ricerca
documentale, integrato dalla testimonianza di vecchi partigiani che
quella lotta avevano vissuto, ha illuminato e ha restituito alla storia. L’autore spiega anche molto chiaramente le
ragioni per cui le vicende del
comandante partigiano Enrico Giannetti o
del combattente Vitaliano Corsi, siano
rimaste nell’ombra.
E ci rivela ciò che
è sempre stato chiaro a molti, fuori da ogni retorica celebrativa. E cioè che in realtà soprattutto nelle nostre
zone la lotta resistenziale è stata sempre mal
tollerata, anzi la classe dirigente locale dei paesi e delle contrade
dell’alta Valle del Sacco, è rimasta al
suo posto anche dopo la liberazione. I
podestà dell’era fascista, spesso
rimanevano sindaci dei propri paesi anche dopo la liberazione.
Il sacrificio di tante vite umane purtroppo
non è servito a cambiare la classe dirigente
riciclatasi dal regime fascista alla democrazia repubblicana. Ecco dunque che il passato criminale dei
podestà divenuti sindaci, non doveva e non poteva venire alla luce in tutta la
sua nefandezza . In un territorio ad alta densità cristiana, democristiana e nostalgico-monarchica le poche azioni resistenziali
messe in risalto dalla storia erano quelle compiute dai cattolici piccolo borghesi.
Dei
combattenti comunisti nulla si seppe, eppure
questi ebbero grandi meriti nel condurre la lotta partigiana nei nostri
territori. Un lotta che, pur combattuta da forze non così organizzate come le
brigate attive sull’Appennino, ha ottenuto risultati notevoli grazia proprio
alla sapiente azione militare e politica dei partigiani comunisti. Ma, ad esempio, Il
memoriale scritto dal partigiano Remo alias Vitaliano Corsi di Zagarolo
e proposto alla Rai perché lo rendesse pubblico, non fu neanche preso in considerazione dai
vertici di Viale Mazzini, i quali erano
poco interessati alle gesta di un povero eroe combattente di paese.
Questo libro è l’ennesima testimonianza di come
in realtà il legame con l’orrore fascista non si sia mai spezzato del tutto, già a partire dal
primissimo dopo guerra. Salvatori
ricorda come grande fu la tentazione del
maresciallo Badoglio, un volta divenuto primo ministro dopo l’esautoramento di
Mussolini, di liberare dalle carceri
solo gli antifascisti cattolici e liberali, lasciando in galera comunisti e anarchici.
Se ciò non avvenne fu per la minaccia di sollevazione che le formazioni anarchiche e comuniste rivolsero
al neo capo del governo, nel caso avesse dato seguito ai suoi propositi. Su questa pratica mai chiusa con il passato
fascista si sono innestati i diversi
processi revisionistici che hanno riscritto la storia in modo fallace e hanno
nascosto molti capitoli di quelle vicende sanguinose che hanno portato alla
liberazione.
Il non riconoscimento che le
battaglie partigiane oltre ad essere lotta di liberazione dalla dittatura e dall’occupazione straniera, svolsero
la funzione di puro conflitto di classe
e lotta di liberazione dal capitalismo, rende
parziale il racconto di quei fatti . Le riflessioni che ho sopra riportate non
sono che una minima parte dei ragionamenti che il libro sollecita.
Purtroppo il
testo pubblicato grazie al comune di Bellegra che ne è di fatto l’editore, è consultabile solo presso le biblioteche
della Valle del Sacco e la biblioteca provinciale di Frosinone. Non è ancora in
vendita, ma si spera che grazie all’interessamento della casa editrice “Alegre”
presto questo documento che fa luce su una vicenda storica rimasta volutamente
nascosta, possa essere acquistato anche
in libreria.
Nessun commento:
Posta un commento