L’affare F-35 s’ha da fare. Presidente
Napolitano dixit. Il presidentissimo della Repubblica entra a gamba tesa sulla
questione e come un elefante dentro ad un negozio di cristalli, distrugge la
fragile e sudata intesa che gli azzeccagarbugli delle larghe intese e dei
procrastinabili rinvii, avevano raggiunto per neutralizzare la mozione
presentata da Sel e M5S finalizzata a interrompere il programma di acquisto
degli infernali otto volanti da luna park .
Gli azzeccagarbugli delle larghe intese l’avevano
studiata bene. Per varare l’ennesimo rinvio e sminare un’ulteriore minaccia innescata soprattutto sotto la sedia
dei parlamentari piddini, si è richiamata la legge 244/2012 sul finanziamento
dei sistemi d’arma. Un norma varata dal governo Monti, E PROMULGATA dal
presidentissimo Napolitano, atta a risparmiare un po’ di soldi sulle spese
militari. In base a questa legge” le
spese militari straordinarie e quelle
ordinarie a completamento di programmi pluriennali finanziati da
precedenti esercizi con leggi speciali, devono essere deliberate esclusivamente dal
Parlamento che deve tenere conto delle
situazioni internazionali e della disponibilità economica dello Stato per
evitare oneri maggiore a carico della finanza
Pubblica”
Dunque, ecco pronta la quadratura del
cerchio. Dal momento che, in base a questa norma, è il Parlamento e solo il
Parlamento a decidere sul finanziamento del progetto F-35 joint strike fighter,
che nello specifico costituisce un “ finanziamento di programmi pluriennali finanziati da
precedenti esercizi con leggi speciali” ,
è necessario che le camere prima di deliberare abbiano a disposizione altri sei mesi di tempo per vagliare tutte le
variabili. Tutti contenti. Sia il Pdl che ha evitato il blocco del programma,
sia il Pd che ha evitato l’immediato rifinanziamento. Poi fra sei mesi si
vedrà.
Ma l’imperatore Giorgio primo, fustigatore delle inettitudini profuse
dai perdigiorno che affollano le segreterie dei partiti, per non dispiacere gli
amici americani, si è inalberato. Rivestendo i panni di novello commander in chief , come capo assoluto delle forze armate, un ruolo che la
Costituzione riconosce al Presidente della Repubblica, ha convocato d’urgenza
il Consiglio Supremo di Difesa, manco ci fossero i cosacchi ad abbeverare i
loro cavalli in Fontana di Trevi, o
pericolosi comunisti a cibarsi di teneri infanti, e ha imposto che: “La facoltà del Parlamento riconosciuta dalla
legge 244/2012 non può tradursi in un diritto del veto su decisioni operative e
provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali
dell’esecutivo”.
Cioè ha annullato gli effetti di una norma da lui stesso
promulgata togliendo al Parlamento la prerogativa a legiferare in merito e
trasferendola al governo da lui stesso, di fatto, comandato. Per cui bando ai
rinvii e avanti a tutta forza con l’acquisto di questi trabiccoli. Delle
due l’una. O Re Giorgio sbagliò nel 2012 a firmare la norma decisa dal
governo Monti, o questa pagliacciata della convocazione del Consiglio Supremo
di Difesa, un organo che si convoca solo in casi di estrema urgenza e di
pericolo nell’imminenza di una guerra, per sbugiardare quella stessa norma, è stata del tutto fuori luogo.
Questa vicenda spazza
via ogni dubbio per cui ormai, di fatto, la nostra sia diventata, a dispetto del dettato
costituzionale, una Repubblica presidenziale. E un presidente che sbugiarda,
dall’oggi al domani le leggi che egli stesso ratifica, non merita di essere
deposto come Mubarak e Morsi? E, soprattutto,
non meritano di essere deposti coloro i quali, in barba ad ogni consuetudine di
garanzia istituzionale, e per rimanere avvinghiati ai propri privilegi
minacciati dall’indignazione popolare, hanno incoronato per la seconda volta un
tale inetto presidente?
Pensate, una
volta liberato il campo da questi tristi
figuri con una bella sollevazione non si
dovrebbe neanche annullare la Costituzione come in Egitto. Infatti quella vigente, una delle più efficaci del
mondo, non solo resterebbe inalterata, ma verrebbe ulteriormente salvaguardata dai
vergognosi sfregi che questi sciagurati vorrebbero
infliggerle, modificandola da carta a difesa dei diritti di tutti i cittadini a
peloso documento a tutela dei privilegi
di pochi.
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