Video intervista di Paolo Iafrate
Il 29 e 30 giugno si è svolta presso l’Azienda Agricola
annessa all’istituto Agrario di Frosinone la festa della trebbiatura. Presso
l’aia è andato in scena il magico e suggestivo rito della
trebbiatura tradizionale effettuata con l’utilizzo un vecchio modello di trebbia “a
fermo”. Il tutto allietato con balli e canti popolari eseguiti da alcuni
studenti dell’Istituto. Alla magia del
rito tradizionale contadino si è unita la suggestione dell’arte. Alcuni pittori
hanno eseguito delle opere che sono state esposte nell’area della trebbiatura.
Una contaminazione fra vera e propria arte contadina con l’arte figurativa e
musicale. Vogliamo ringraziare il Prof. Lorenzo Rea docente dell’istituto e
direttore dell’Azienda agraria e il direttore scolastico Prof. Salvatore
Cuccurullo per aver organizzato un evento che va oltre la semplice
valorizzazione della cultura contadina. Ciò che è avvenuto nell’aia della’azienda agricola antistante
l’istituto agrario di Frosinone, è un messaggio affinchè
si capisca che un altro mondo era possibile ed è possibile ancora oggi. Quel modello di
comunità, basato sulla cultura della condivisione, del reciproco aiuto nel lavoro dei campi, nel
comune usufruire del frutto della terra e del proprio lavoro, del rispetto dei
tempi e dei cicli della natura, oggi
rischia di diventare un modello rivoluzionario.
Una modalità in grado di sfaldare
la solitudine che attanaglia le persone,
sprofondate nella disperazione di
vivere in continua competizione con “l’altro” , anche per assicurarsi il tozzo
di pane necessario a sopravvivere, è
indubbiamente alternativa e liberatrice. Quella cultura e tradizione contadina
ci riporta ad una trama di rapporti sociali in cui la stima è basata sulle qualità soggettive
della persona, sulla sua disponibilità e generosità verso i propri simili e non
su ciò che possiede o sulla sua possibilità di acquistare l’ultimo modello di cellulare o
i-phon. Fondamentale è anche il concetto su cui quella civiltà si basa, ovvero l’armonia nell’usufruire delle risorse naturali, che
contrasta fortemente con la pratica dello sfruttamento, del profitto immediato
e della conseguente distruzione irreversibile di ciò che ha consentito quel
profitto. Oggi le multinazionali alimentari distruggono ettari ed ettari di
terreni con coltivazioni intensive, una pratica destinata a desertificare
interi territori. Molte altre aree vengono sacrificate sull’altare della grande
distribuzione, devastate da tonnellate e tonnellate di cemento nel quale
realizzare l’ennesimo centro commerciale, nel più totale disinteresse degli
amministratori locali che spesso, proprio in virtù di questo lassismo possono
godere di personali privilegi assicurati dagli speculatori a cui quel centro
commerciale consente di accumulare ricchezze. Sabato e domenica scorsi i
ragazzi e i docenti dell’istituto agrario ci hanno ricordato che il sostentamento dell’uomo, fino a prova
contraria, viene dal lavoro dei campi,
oltre che dal lavoro in senso lato. Fare i soldi con i soldi distruggendo
giorno dopo giorno quantità immani di risorse naturali e sociali è un gioco a
perdere, perché qualcuno ricordava che il denaro dà prestigio, ricchezze e
potere, ma NON SI MANGIA. E quando i frutti che la terra ci mette a
disposizione saranno esauriti, il denaro sarà solo carta straccia.
Per documentare la giornata abbiamo editato una foto clip con
gli scatti di Eugenio Oi e le musiche di: Riccardo Tesi, organetto, Patrick
Vaillant, mandolino e mandola, Daniel Malavergne alla tuba, Sandy Rivera alla marimba, al vibrafono ed alle
percussioni, Michel Marre alla tromba.
I brani sono : Matelote e Tarantella al melograno
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