Dopo la digressione sulle vicende giudiziarie di Berlusconi torniamo
ad occuparci di cose serie. Due giorni fa è stato presentato da Acea Spa il
consuntivo di bilancio relativo al primo semestre 2013. In questo periodo l’azienda
ha realizzato un utile netto di 70.6 milioni di euro rispetto ai 34.1 del primo
semestre 2012, un risultato positivo
quasi raddoppiato. In particolare il settore idrico che, è quello che interessa maggiormente la nostra
provincia, ha registrato un suprlus del
14,2% passando dai 157 milioni di euro del 2012 ai 179,3 milioni del 2013.
Gli azionisti di riferimento quindi, Comune di Roma, il gruppo Caltagirone e la
multinazionale Gas de France sperano alla fine dell’anno di incassare consistenti
dividendi. Contestualmente a questa notizia però si apprendeva che l’agenzia di
rating Fitch ha ridimensionato il giudizio sull’azienda da “A-“
a BBB+” . Infatti nella relazione redatta dall’agenzia emerge come questi risultati siano legati ad
una strategia di breve termine, la quale difficilmente potrà replicarsi in un periodo più lungo.
In
particolare l’aumento degli utili passa attraverso la drastica diminuzione
degli investimenti crollati dai 518 milioni del 2009 ai 165,8 del 2013. Se
alla relazione di Fitch incrociamo gli elevati incassi indebitamente realizzati
attraverso il conteggio errato e sovra dimensionato delle bollette, in
particolare quelle dell’acqua nel nostro
territorio, situazione per la quale l’Autorità
per l’energia ha contestato ad Acea un
procedimento sanzionatorio, abbiamo un quadro abbastanza chiaro e significativo
di come Acea in un solo anno sia riuscita a raddoppiare gli utili.
Il drastico calo degli investimenti ha
determinato il degrado delle strutture, le perdite nelle condotte idriche nel
nostro territorio sono sempre maggiori, le canalizzazioni sono vetuste, i depuratori non funzionano e non
esiste una mappa definita della rete distributiva. L’aumento delle entrate si è
realizzato con le famose bollette pazze con sistemi di fatturazione fantasiosi,
con addebiti di consumi preventivamente calcolati. Personalmente
a dicembre 2012 ho ricevuto una bolletta
in cui mi venivano calcolati i consumi
fino a febbraio 2013 secondo una stima del tutto arbitraria eseguita dall’azienda.
Come se oggi il mio panettiere oltre a farmi pagare la pagnotta che ho
acquistato si fa dare i soldi anche per
il pane che comprerò di qui a 3 mesi secondo
una quantità giornaliera decisa da lui.
In
buona sostanza gli azionisti a fine anno si spartiranno una torta sostanziosa
pagata dagli utenti in termini di deterioramento della qualità del servizio e
aumento irragionevole e non giustificato dei suoi costi. A fronte di queste belle notizie cosa
aspettiamo a fare pressione affinchè
si renda esecutivo quanto deliberato da 27 milioni di cittadini
attraverso i referendum? La situazione
fra l’altro si sta deteriorando ed aggravando. Mentre ci si balocca dietro agli
affari giudiziari del pregiudicato di Arcore, la giunta regionale di Napoli formata dai sodali
del “puzzone” sta per approvare una delibera che impone la privatizzazione
della gestione dei servizi pubblici, acqua compresa. Una decisione che potrebbe
mettere a rischio anche la sopravvivenza della società di diritto pubblico che
gestisce il servizio idrico a Napoli.
E a Torino la
maggioranza Pd, guidata dal sindaco Fassino, ha deciso di mantenere la forma aziendale “Spa”
della SMAT, azienda che provvede alla gestione
del servizio idrico cittadino , rigettando una delibera di iniziativa popolare
firmata da migliaia cittadini che prevedeva
la trasformazione della SMAT, da Spa, in
azienda speciale consortile, quindi a partecipazione pubblica, per attuare i
principi sanciti dai referendum. Ecco come il nefasto riverbero delle larghe
intese si manifesta anche a livello locale, sempre e comunque in spregio a
quanto deciso dei cittadini attraverso i referendum ma anche attraverso le elezioni politiche del febbraio scorso.
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