Riprende l’attività dell’Osservatorio Peppino Impastato di
Frosinone. Nell’ottica di una collaborazione con la cooperativa Onlus
Solidaria, attiva fra l’altro anche sul fronte della promozione culturale antimafia,
abbiamo avuto il piacere di ospitare presso la sede dell’Osservatorio lo scrittore giornalista (collaboratore di Repubblica), nonché collaboratore di Libera e per l’appunto
di Solidiamo, Giovanni Abbagnto.
Giovanni è un attento osservatore
dei fenomeni mafiosi in Sicilia e non solo. E’ l’autore del bellissimo libro “Giovanni
Orcel – vita e morte per mafia di un sindacalista italiano” Giovanni Orcel, fu
segretario dei metalmeccanici di Palermo ai tempi del biennio rosso e protagonista della lotta per l’affrancamento
dei lavoratori dal potere mafioso. Per questo fu ucciso dalla mafia nell’ottobre del
1920 quando già si profilava all’orizzonte la minaccia fascista.
Fra le molteplici
attività di Abbagnato, spicca l’attivismo nel movimento No Muos. Con lui
abbiamo sviscerato diversi argomenti sul fenomeno mafioso e le sue implicazioni
politiche ed economiche. Questa tematiche saranno oggetti di prossimi post. In
questo contributo invece vogliamo riportare alcune riflessioni dello scrittore giornalista
sul movimento No Muos e sulla drammatica situazione che la popolazione di Niscemi
sta vivendo come vittima dell’ennesimo gravissimo atto di servitù militare agli
Stati Uniti.
La storia è nota ma la riportiamo brevemente. Nel territorio di
Niscemi presso una zona ad alto valore naturalistico con la presenza di un sughereto molto esteso, si sta
installando il Muos (Mobile User Objective System) un sistema di antenne
satellitari ad altissima frequenza che
consente all’esercito americano di coordinare tutte le azioni di guerra nelle
zone del golfo, in Afghanistan e nel medio oriente, compreso il pilotaggio a distanza dei tristemente noti Droni, aerei senza pilota capaci di distruggere con i loro
ordigni intere popolazioni.
Al di là
degli aspetti pacifisti e antimperialisti
che impongono lo stop di questo progetto, esistono implicazioni molto
più concrete che attengono alla salute dei cittadini minacciata da queste
antenne. Ci riferiamo ai rischi di contrarre terribili
leucemie che colpirebbero soprattutto i bambini. Su questa basi si è attivato il movimento No Muos.
Un gruppo formato per lo più da cittadini che vogliono difendere la loro salute e quella dei propri figli.
All’inizio della vicenda il
presidente della regione Rosario Crocetta spinto dalla rivolta popolare e per
vincere le elezioni, aveva promesso di
revocare le licenze alle ditte
incaricate di installare le antenne per conto degli americani. E una volta insediatosi
il governatore della Sicilia mantenne la sua promessa di non concedere le autorizzazioni
necessario, ma fino ad un certo punto.
Infatti, non si sa perché il presidente Crocetta ha fatto marcia indietro,
ritenendo che il parere del consiglio superiore di sanità - il quale sosteneva,
non che le antenne non fossero nocive, ma che la loro nocività si sarebbe
potuta verificare solo dopo la loro installazione -era sufficiente a far
riprendere i lavori di installazione.
Con un tremendo volta faccia Crocetta ha “revocato
le revoche” accontentando gli americani e
ignorando la relazione redatta in merito dal prof. Massimo Zucchetti ( professore
ordinario degli impianti nucleari del
politecnico di Torino) nella quale si evidenzia che per un principio di salvaguardia della
salute della popolazione e dell’ambiente, non dovrebbe essere permessa alcuna
installazione di ulteriori sorgenti di campi elettromagnetici e [...] occorre
approfondire lo studio delle emissioni già esistenti e pianificarne una rapida
riduzione” .
Dopo
le reiterate proteste e la manifestazione degli attivisti No Muos con l’occupazione
del sito, il presidente Crocetta ha infamato il movimento sostenendo che era
infiltrato dalla mafia e anche dai black bloc. Evviva, a questo nuovo, inediti connubio mafia black bloc già che
c’era Crocetta poteva aggiungere anche
l’infiltrazione del movimento da parte di Al Qaeda e dei nazisti dell’Illinois. Ironia a parte che in una situazione drammatica come questa
potrebbe persino essere pericolosa, proponiamo di seguito le riflessioni di Abbagnato sull’argomento.
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