Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 10 aprile 2014

Lavoratori sotto la tenda. La loro lotta è la nostra lotta

Luciano Granieri.


 

Lavoro, niente altro che lavoro, questo chiedono le donne e gli uomini che per anni hanno assicurato alla cittadinanza di Frosinone la cura delle strade, dei giardini, hanno accompagnato i bambini   a scuola, curato i disabili e accudito le tombe del cimitero. La sordità politica di un sindaco dalla smisurata e spietata egolatria, ha posto  queste donne e questi uomini  fuori dal cerchio  inclusivo della giustizia sociale.  Per  le donne e gli uomini della Multiservizi, ormai in presidio permanente sotto un tenda precaria come una volta era precaria la loro occupazione ,  non è più tempo di discettare di revisori  contabili, di Corte dei Conti, di costituzione di società in-house. E’  scaduto il tempo anche per le passerelle politiche.  Per loro è giunto ormai solo il tempo di riavere un lavoro. E l’unico modo è quello di ottenere quel dannato incontro con il sindaco Ottaviani  per indurlo a presentare in Regione uno straccio di piano industriale utile a riaccendere la speranza.  Lavoro chiedono queste donne, questi uomini, gente che, nonostante tutto,  è orgogliosa di quanto ha dato alla città, molte volte anche senza ricevere  il giusto compenso. Lavoro chiede Marisa, che quando  da disoccupata fu assunta come lavoratrice socialmente utile, si sentì orgogliosamente  in dovere,  verso la comunità,  di accettare quell’incarico   così miseramente remunerato.  Lavoro chiede tutta la nostra terra. Un territorio  costantemente sopra la media in tutte le graduatorie di degrado, classifica nella quale  anche il tasso di disoccupazione non fa eccezione : 14% rispetto alla quota nazionale che si attesta al 12,8%.  Un territorio in cui il lavoro, destinato a generare  valore di scambio,  è praticamente scomparso e, come in tutta Italia e in tutta Europa,  il capitalismo finanziario pone le sue mire sui lavori “concreti” quelli cioè che non creano   valore di scambio, ma valore d’uso, ossia producono attenzione e cura per il prossimo e per l’ambiente in cui si vive e si cresce. Era l’attività in cui erano impegnati quelle donne e quegli uomini che da oggi hanno deciso di vivere ad oltranza sotto una  tenda di fronte al Comune,  e che in nome delle nuove regole del mercato,  si sono visti sottrarre il lavoro,  ceduto al privato di turno, così come capitalismo comanda.  E’ ora che tutta la cittadinanza si svegli, si spogli dei pregiudizi che spesso hanno marchiato   i lavoratori della Multiservizi e capisca che quella lotta per il lavoro è la lotta di tutto un territorio. E’ la lotta della propria città che non vuole soccombere al costante impoverimento che la disoccupazione, ormai cronica,  sta procurando in ampie fasce di popolazione. La loro lotta è la nostra lotta. 


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