Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 9 aprile 2014

Un giorno “compagni”, l’altro “sbirri”: la sinistra romana gioca alle verginelle.

Daniele Nalbone

I movimenti occupano. Protestano sul tema più caldo, a Roma e non solo, dell’emergenza abitativa. Ce l’hanno con tutti e non risparmiano nessuno: dal governo nazionale a quello locale. Da Renzi a Marino, passando ovviamente  per il ministro Alfano e i deputati, all’ordine pubblico della Capitale. La questione, da spiegare, è semplice:  il problema della casa è sociale e non può ridursi ad ordine pubblico. Davanti ad ogni occupazione decine di telecamere. E, puntuali, ecco gli esponenti politici che sui banche del Campidoglio  siedono  “più a sinistra” .  Sel in primis. Arrivano per portare solidarietà ai movimenti. Per dire che “ si Roma è la città dell’emergenza abitativa. Che si, è giusto occupare. E soprattutto, che si non si può ridurre tutto ad un problema legalitario”.

Passano poche ore. I movimenti, gli stessi che hanno occupato, vengono sgomberati. Qualche occupazione resiste altre  cadono sotto scudi  e manganelli. “Occupare è reato, chi occupa è un criminale”. Un assioma tutto giuridico ma che non ha niente di sociale. A coordinare le operazioni sono le forze di polizia. Ad applaudire agli agenti che riportano, da un lato l’ordine, dall’altro rimettono in strada decine di famiglie, vari esponenti del Pd.  Quel pezzo di Pd ritenuto dai movimenti (e dai politici “più a sinistra” di Roma) vicino a costruttori e cooperative.

E qui scoppia la contraddizione . Sel è con gli occupanti. Il Pd con gli “sgomberati”. Eppure le due forze politiche, a Roma, governano insieme.

Il giorno dopo gli sgomberi, a reazione dei movimenti.  In cento fanno irruzione negli uffici di  Pd e Sel in Via delle Vergini. Entrano, come sono soliti fare, senza bussare. Senza chiedere permesso. E , come spesso accade,  si accende qualche momento di tensione. A farne le spese un paio di piante, due estintori e, secondo quanto  riportato da Pd e Sel (ma i movimenti negano l’aggressione) due lavoratrici dei due partiti della maggioranza di governo. A ognuno scegliere da che parte stare:  se con i movimenti ,  o contro i movimenti. Singolare, però, che a scagliarsi contro i movimenti siano anche gii esponenti di Sel che poche ore prima si facevano fotografare con i “compagni” con la testa rotta dagli “sbirri”. Ora che i movimenti sono entrati in casa loro, i “compagni” sono diventati “sbirri” e loro, in veste più di governo che di lotta, si mostrano solidali con quelli del Pd che, per l’occasione non sono più filo-costruttori e filo-cooperative.

In poche ore cade il velo. In poche ore sia assiste ancora una volta che “il di lotta e di governo” è un assioma che non ha mai funzionato e mai funzionerà. Almeno fino alla prossima competizione elettorale.
Perché se è vero che ieri, 9 aprile 2014, i movimenti  sono stati nemici o, per dirla in maniera edulcorata, “compagni che sbagliano”, è altrettanto vero che il prossimo 25 maggio quegli stessi “compagni che sbagliano” tornano ad essere bacino elettorale dal quale attingere  per fare in modo che i voti agli (ex) esponenti  di movimento inseriti in lista riescano, magari, a far elegger qualcuno  che poi, un giorno, potrebbe ritrovarsi a governare con il Pd di Renzi.  Quel Pd che, lontano dalle elezioni,  è “filo-costruttori” ma che poi, per magia, magari in cambio di qualche assessorato, può tornare utile come interlocutore per la costruzione di un nuovo centro sinistra.  Ora bisogna capire se sarà un centro sinistra di “compagni” o di “sbirri”.


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