Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 21 ottobre 2014

Lasciateci lavorare!

Luciano Granieri


Come al solito, e soprattutto nei momenti di crisi, non mancano le manifestazioni dei soliti deficienti razzisti e fascisti. Il fatto che alcuni soggetti abbiano sentito il bisogno di mettere insieme  i propri scarti  neuro cerebrali per esibire la loro pochezza in piazza, è indice di come la crisi sia veramente grave. Non se ne può più di questi residuati bellici pronti a rinfocolare  la trita e ritrita guerra, che una volta era fra poveri, mentre oggi è fra disperati. Se il jobs act disarticola ulteriormente le dinamiche del lavoro, affama i lavoratori, aumenta precarietà e disoccupazione , se  la legge finanziaria , dietro l’elemosina degli 80 euro, del bonus prole di mussoliniana memoria, nasconde la distruzione della sanità pubblica, l’alienazione ai privati di tutti gli altri servizi di pubblica utilità e di conseguenza immiserisce  i cittadini, se il decreto sblocca Italia liberalizza la distruzione dei fondali marini, permettendo trivellazioni a destra e a manca, oltre che autorizzare l’invasione sui territorio di impianti di incenerimento dei rifiuti, non è colpa degli extra comunitari! Se ancora non fosse chiaro, le responsabilità sono di un potentato fatto di lobby e speculatori alle cui dipendenze agiscono i politici e a cui  la guerra fra poveri, alimentata da questi sciagurati   razzisti male in arnese, è utilissima per incanalare la rabbia sociale verso altri obbiettivi.  Un appello alla Lega e a Casapound e potenzialmente ai Grillini: per favore, toglietevi dalle palle. La situazione è talmente grave che le piazze servono ad altri. Servono a chi realmente  vuole battersi contro il vero nemico. Andate a fare le vostre marcette da un’altra parte, in riva al Po’ o vicino la tomba di Mussolini, senza sporcare possibilmente.

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